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Brutale attacco della ‘comunità scientifica’ a un ricercatore non allineato Brutale attacco della ‘comunità scientifica’ a un ricercatore non allineato
“Diffidata” dall’esprimere le sue idee Maria Rita Gismondi direttrice del laboratorio di microbiologia dell’Istituto Sacco Nella migliore tradizione stalinista (ché ‘fascista’ sembra inadeguato per... Brutale attacco della ‘comunità scientifica’ a un ricercatore non allineato

“Diffidata” dall’esprimere le sue idee Maria Rita Gismondi direttrice del laboratorio di microbiologia dell’Istituto Sacco

Nella migliore tradizione stalinista (ché ‘fascista’ sembra inadeguato per definire quanto accaduto) alcuni importanti, e presunti, scienziati, hanno fatto ricorso alla magistratura per accusare Maria Rita Gismondi, prestigiosa (lei sì) scienziata, di aver espresso giudizi ‘pericolosi’e in grado di ‘turbare l’ordine pubblico’.

Forse solo nella Russia di Stalin alcuni fanatici ‘scienziati’, convinti di possedere la Verità, erano disposti a denunciare e a rovinare quelli che avevano il grave torto di non pensarla come loro.

Dimenticando che il metodo scientifico è basato sul dubbio, sull’evoluzione continua della ricerca, nella rottura dei paradigmi, che vengono continuamente sostituiti ed aggiornati.

In molti erano stati facili profeti, nel periodo della discussione sulle vaccinazioni di massa, quando i medici contrari a questa pratica venivano semplicemente radiati dall’albo. Si trattava di un precedente gravissimo, che avrebbe aperto la porta a infinite lite di proscrizione.

La Gismondi, nel corso delle ultime settimane, ha reso tre dichiarazioni pubbliche, non dopo aver letto qualche testo, ma basata sulla sua esperienza quotidiana in laboratorio:

“È una follia questa emergenza, si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale (del 23 febbraio). Non voglio sminuire il coronavirus, ma la sua problematica rimane appena superiore all’influenza stagionale (1 marzo). Tra poco il 60-70% della popolazione sarà positivo, ma non dobbiamo preoccuparci (13 marzo). L’epidemia potrebbe esser mutata, sta succedendo qualcosa di strano (21 marzo)”.

Sono stati spesi fiumi di inchiostro relativamente a queste tesi, e soprattutto per quanto riguarda la terza frase, la troviamo di attualità: chi è in grado di spiegare il picco di contagiati e morti di Bergamo? E perché in Lombardia il tasso di mortalità è altissimo rispetto alla media nazionale e internazionale? E anche sulle prime due affermazioni, si può o meno dissentire, ma che tutti ammettano che ci troviamo di fronte a un’emergenza sanitaria, dovuta alla rapidità della diffusione, ma con una mortalità di poco superiore a quella media dovuta a epidemie influenzali e broncopolmoniti.

Ma la morale di questa vicenda è molto semplice. Esiste un pugno di ‘scienziati’ che ritiene di possedere la ‘Verità’ e che vuol fare strame del pensiero critico, in modo da obbligare i governi a seguirne i consigli, instaurando così una specie di dittatura degli eletti, che in quanto, appunto, possessori della verità, dovrebbero esercitare il potere per una sorta di ‘diritto divino’.

Maria Rita Gismondi ha così risposto alla diffida:

La prima è un mio post privato su Facebook: “È una follia questa emergenza, si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale” (23.2.2020). Lo scopo era spegnere il panico crescente mentre, ricordo, in Italia si registravano solo i primi casi autoctoni circoscritti a Codogno. Ecco cosa affermavano altre accreditate fonti. Il 25 febbraio 2020 il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana dichiarava: “Cerchiamo di sdrammatizzare: questa è una situazione senza dubbiodifficile manon così tanto pericolosa. Il virus è aggressivo e particolarmente rapido nella diffusione, ma nelle conseguenze molto meno; è poco più di una normale influenza”. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche sottolineava: “Per evitare eccessivo allarmismo è bene ricordare innanzitutto che 19 casi su una popolazione di 60 milioni di abitanti rendono comunque ilrischio di infezione molto basso. … L’infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi. Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza”.

IL VIROLOGO Fabrizio Pregliasco precisava il 23 febbraio: “È una malattia che rientra nelle cosiddette infezioni respiratorie acute che fanno da corollario all’influenza in ogni inverno”. E il 24 febbraio Ilaria Capua rassicurava: “Il Coronavirus circolerà per mesi, ma niente allarmismo ingiustificato”,“Bi sogna chiamarla sindrome similinfluenzale da Coronavirus. Questo è l’unico modo in cui possiamo liberarci dal panico”(dal sito Il Bo Live).

Poi c’è la seconda:

“Non voglio sminuire il coronavirus, ma la sua problematica rimane appena superiore al l’influenza stagionale”. Frase estrapolata dalla disamina dei dati pubblicati dall’Istituto Superiore della Sanità sulle influenze. Secondo i dati più aggiornati di InfluNet (il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, coordinato dal Ministero della Salute con la collaborazione dell’Iss), da ottobre 2019 a febbraio 2020 il numero di casi stimati di sindrome simil-influenzale è stato di circa 5 milioni e 632 mila. Tra il 2007 e il 2017, i morti “diretti”per influenza sono stati in media 460 l’anno, mentre le stime per i decessi “indiretti”vanno dai 4 mila ai 10 mila l’anno.

Da questo deducevo che “Non deve preoccuparci la letalità, ma la velocità di diffusione” e precisavo: “L’emergenza potrebbe avere pesanti ripercussioni sul sistema sanitario”. Peraltro, esaminando i decessi, che il commissario Angelo Borrelli continua a chiarire essere i dati totali comprensivi dei morti “con”e “per” Coronavirus, il fondamentale report dell’Iss sui pazienti morti (17 marzo) riportava che complessivamente 3 (0,8% del campione esaminato) presentavano zero patologie, 89 (25,1%) una patologia, 91 due patologie (25.6%) e 172 (48,5%) tre o più patologie.

Terza e ultima frase “incriminata ”: “Tra poco il 60-70% della popolazione sarà positivo, ma non dobbiamo preoccuparci”(13.3.2020).

ANCHE questa affermazione è stata più volte confermata, in termini più ampi. Il 4 marzo, in un’intervista, Ilaria Capua, alla domanda “A che punto è l’epidemia in Italia?”, rispondeva: “Non lo sappiamo: i contagiati sono molti di più dei circa 2 mila dichiarati”. Quanti? “Forse anche oltre 100 volte tanto”. Perché una differenza così clamorosa tra numeri ufficiali e dati possibili? “Perché i test più usati individuano il virus e non gli anticorpi. Di conseguenza non sappiamo quanti siano gli infetti, contando sia i sintomatici sia gli asintomatici”.

La dottoressa Gismondi ha dichiarato poi questa mattina in diretta su Radio 1 “La scienza è il dubbio, e solo chi critica le affermazioni del collega in maniera intelligente è al servizio della scienza. Fra le ipotesi scientifiche e l’efficacia c’è un abisso, e solo provando e sperimentando si troverà la strada giusta. Tant’è vero che proprio ieri il professor Galli ha pubblicato delle evidenze secondo le quali il virus in effetti muta, proprio come avevo ipotizzato.”

Ci troviamo in presenza di una lobby estremamente aggressiva, come dimostra il fatto che sia stata costituita un’associazione (quella che legalmente ha presentato l’esposto alla Magistratura) denominata PTS (Patto Trasversale per la Scienza) in cui i cosiddetti scienziati sono affiancati da giornalisti, avvocati, blogger.

Ecco i nomi degli ‘scienziati’:

I fondatori sono stati Guido Silvestri, virologo dell’Emory University. e il noto Roberto Burioni. Poi: Andrea Cossarizza, patologo generale dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Massimo Clementi, microbiologo, Università Vita e Salute San Raffaele. Andrea Antinori, infettivologo dell’Irccs Spallanzani. Antonella D’Arminio Monforte, infettivologa dell’UniMi. Luciano Butti dell’Università di Padova. Andrea Grignolio dell’Università Vita e Salute San Raffaele. Enrico Bucci, Temple University. Guido Poli, virologo dell’Università Vita e Salute San Raffaele. Vincenzo Trischitta, endocrinologo, Università Sapienza. Francesco Maria Galassi, paleopatologo della Flinders University. Marco Tamietto, neuroscienziato, Università di Torino.

Per conoscere la loro attività pubblica, ecco il link del sito www.pattoperlascienza.it

Franco Slegato