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Adolescenti violenti Adolescenti violenti
Le cronache sulmonesi, come quelle italiane, registrano con frequenza preoccupante episodi di violenza in cui sono protagonisti i minorenni. Utilizzo di armi improprie (bastoni,... Adolescenti violenti

Le cronache sulmonesi, come quelle italiane, registrano con frequenza preoccupante episodi di violenza in cui sono protagonisti i minorenni. Utilizzo di armi improprie (bastoni, bottiglie, ecc.) si configurano come il traslato real-provinciale dei potenti mitra che essi imbracciano attraverso le gesta dei loro supereroi da console. Recentemente il riferimento esplicito al video gioco GTA è venuto fuori da un interrogatorio post colluttazione avvenuto in nord Italia.

Gli articolisti registrano i vari episodi, farcendo di particolari violenti e a volte concludono il pezzo con la dovuta chiusa perbenista che rileva come stia cadendo in basso la società… come siano diventati incontenibili i nostri ragazzi, ecc. ecc. Del resto che può fare di più un giornalista?

Antico compito, ormai quasi del tutto dismesso, dei professionisti della carta stampata (e oggi delle pagine telematiche) era quello di avviare inchieste. Inchieste di carattere sociale. Certo “tirano” di più quelle sui soldi rubati dalle segreterie politiche o quelle che strizzano l’occhio a questo o a quell’indirizzo di partito allo scopo di discreditare l’avversario.

Un fenomeno preoccupante come quello della violenza adolescenziale andrebbe approfondito con tutti i crismi di un’inchiesta condivisa e quotidiana, battente, martellante: un’indagine anche pericolosa da effettuare nell’oscuro mondo del deep web, alveo accogliente che ospita le peggiori manifestazioni delle cosiddette devianze. La costanza sarebbe una buona difesa contro la tecnica del frammento illogico, istantaneo, fugace e diffuso utilizzato da chi scientemente distrugge la società.

Si tratterebbe con coraggio di mettersi lì ad entrare nella avviluppante e ammiccante rete di pedopornografia che utilizza e sfrutta tutti gli strumenti che adescano i piccolissimi: dai gormiti alle barbie, ai video delle costruzioni lego ai supereroi buoni, mescolandoli e inframezzandoli con messaggi terribili e fuorvianti, appena percepibili ma devastanti nella psiche malleabile dei giovanissimi utenti.

Si tratterebbe di “entrare” nel mondo dei video musicali dei gruppi preferiti dagli adolescenti, sottotitolati ad arte con frasi fuorvianti, immagini intrusive porno, flash di induzione al suicidio, al rifiuto del cibo indotto da frame con atti defecatorii nei piatti quotidiani, voci death cavernose che spingono a risolvere la rabbia (che esse solleticano!) con atti violenti nei confronti di ogni “nemico che incontri” o… che cerchi. Tutto è un inno alla violenza e al trionfo della morte. Non c’è vita che tenga. E il web è una ragnatela che non ha confini, “democraticamente” fruibile da tutti!

Si tratterebbe di alzare un tappeto dimenticato nell’angolo remoto di un banale pc e di trovarci tanta di quella merda da far impallidire il più avanguardista degli psicologi.

Si tratterebbe di smetterla di registrare i fatti di cronaca per farci il pezzo e archiviarli consegnandoli all’irrisolto. E anche di essere semplici registratori, ipocriti lettori di una società senza più regole da rispettare.

Ci vuole coraggio per iniziare tutti ad alzare la voce su di un fenomeno, un vero e proprio dilagante fenomeno sociale e che perciò riguarda tutti noi e il futuro del mondo, a fare nomi, servizi, produrre prove da portare all’attenzione della polizia postale e degli organi giudiziari. Ci vorrebbe uno scatto culturale e di presa di coscienza che i nuovi boss non usano più il tritolo per far saltare i giudici ma stanno facendo esplodere, o meglio implodere l’umanità da dentro, uccidendo la serenità dei bambini (per altri versi mercificati da chi dovrebbe difenderli!) e degli adolescenti, indirizzandoli al male come all’unica soluzione possibile, affiliandoli come picciotti o kamikaze destinati a morire dopo aver acquistato le droghe liberatorie che propongono loro come medicina. Gioventù depressa, erosa, corrosa, nutrita quotidianamente con messaggi violenti e massacranti. Gioventù che insegue per gioco il triste gioco di Blue Whale fino al suicidio o, indifferentemente, o di GTA alla corsa dell’uccisione di chiunque incontriamo per strada “per futili motivi”, proprio come passivamente registrano le cronache.

Ariel