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Accordo M5S/PD: giusto o sbagliato? Accordo M5S/PD: giusto o sbagliato?
Caro Movimento, molto probabilmente quello che ti è successo ieri riceverà molti “sono assolutamente d’accordo” ed altrettanti “non sono assolutamente d’accordo”. La verità probabilmente... Accordo M5S/PD: giusto o sbagliato?

Caro Movimento, molto probabilmente quello che ti è successo ieri riceverà molti “sono assolutamente d’accordo” ed altrettanti “non sono assolutamente d’accordo”. La verità probabilmente non esiste, però mi prendo la responsabilità di rimanere nel mezzo, nella parte mediocre che caratterizza l’inevitabile compromesso, l’ineluttabile destino, la motivazione umana che, come di consueto, altera la giustizia delle cose e complica, e affligge, e non risolve. La motivazione umana: è nel risultato delle cose. Sono i più che caratterizzano l’insufficienza dei pochi ed è sempre stato così. Io credo che la foto di famiglia del nuovo Governo è la risultante di una condizione profonda, quella umana. E guarda che non ti sto parlando di poltrone, di cose giuste o sbagliate. E’ molto più semplice. Le maggioranze politiche (relative) non sono più condizionate dal successo del fare bene perché nessuno oggi può fare bene così come niente fosse. Tutto dipende dall’apparenza, dal semplice tifo, e dal successo facilmente ottenibile da un pubblico che non comprende, non vuole comprendere, capisce solo le figure del racconto senza saper leggere i contenuti. Il pensiero è superficiale, chi vince è soltanto attraente, ma millanta, è inefficace e, quindi, di breve durata. O di durata alternata se preferisci. Tu, caro Movimento, non sei mai esistito come entità reale, pratica. L’idea giusta, messasi in movimento, s’è inserita in un contesto non ideologico ma quasi meccanico; risultato di una società completamente schiacciata dal “male fare” che l’ha sempre caratterizzata. L’anomalia è l’umanità in questo mondo, perché non c’è niente altro in natura che giunga ad un qualche compromesso per un qualsiasi motivo. Penso che la differenza la faccia la paura, il ricordo del sé che quotidianamente ci affligge di traguardi da realizzare, persone da soddisfare e libertà da precludere. Quello che è successo invece è giusto, ma nell’ottica dei valori reali che hanno comportato la soluzione. Non valori assoluti. Perché se davvero fossimo capaci di applicare valori assoluti alla realtà, saremmo molto bravi o molto cattivi ma certamente non avremmo nessun rimpianto. E il rimpianto è una delle cose più umane che ci sia e non possiamo proprio farne a meno.

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