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Abuso tecnologico e carenza di sonno: ecco la generazione dei giovani depressi Abuso tecnologico e carenza di sonno: ecco la generazione dei giovani depressi
I disturbi mentali possono sfociare proprio dall'incapacità del cervello di adattarsi alla velocità dei cambiamenti imposti dallo sviluppo tecnologico e dai nuovi trend culturali Abuso tecnologico e carenza di sonno: ecco la generazione dei giovani depressi

Lo studio fatto conferma i sospetti riguardanti una generazione pericolosamente a rischio. Parleremo di depressione giovanile, ma sono molteplici le problematiche legate ad una realtà sempre più virtuale che non coincide con la “noia apparente” delle situazioni reali. La poca azione e la mancanza di interessi vengono sostituiti con fantasiose visioni trasmesse dagli smartphone, non più apparecchi telefonici e, piuttosto, “cervello di riserva”. Il confronto con la vita di tutti i giorni è drammatico. Il risultato? inedia, disinteresse, depressione, aggressività, ansia. E’ molto difficile gestire la propria mente quando l’educazione culturale non è stata in grado di costruire una struttura adeguata allo stress raffinato della tecnologia virtuale, non supportato dalla realtà e adagiato su di un fragile strato: sotto ad esso, il baratro. L’ansia e la depressione sono una conseguenza naturale di questa ambiguità nella quale costringiamo giovani sprovveduti. A rivelare una condizione sociale drammatica è una ricerca pubblicata sul Journal of Abnormal Psychology; lo studio è stato condotto da Jean Twenge, autrice del libro “iGen” e docente di psicologia presso la San Diego State University; ha coinvolto oltre 200.000 adolescenti di 12-17 anni tra 2005 e 2017, e quasi 400.000 adulti di 18 anni o più per un periodo che va da 2008 a 2017.


Il tasso di individui che hanno riferito sintomi depressivi è aumentato del 52% negli adolescenti tra 2005 e 2017 (passando dall’8,7% al 13,2% dei teenager) e del 63% tra i giovani adulti di 18-25 anni tra 2009 e 2017 (passando dall’8,1% al 13,2%). C’è stato anche un aumento del 71% dei giovani adulti che hanno lamentato forte stress (dal 7,7 al 13,1%) e del 43% del tasso di giovani che hanno dichiarato di pensare al suicidio (dal 7 al 10,3% dei giovani).


“Lo studio – spiega Graziano Pinna, neuroscienziato della University of Illinois a Chicago “suggerisce che condizionamenti culturali (come l’abuso tecnologico e la carenza di sonno che ne deriva) possono avere effetti devastanti sul cervello in via di sviluppo dei teenager. I disturbi mentali possono sfociare proprio dall’incapacità del cervello di adattarsi alla velocità dei cambiamenti imposti dallo sviluppo tecnologico e dai nuovi trend culturali. Il problema ha dimensioni pandemiche – afferma – e sarà necessario sviluppare interventi mirati e capire meglio come la comunicazione digitale favorisca i disturbi dell’umore o addirittura l’ideazione al suicidio”.


Limitare l’uso degli smartphone risulta necessario per riportare alle “difficoltà utili” della realtà, nella quale il confronto faccia a faccia e la socializzazione sono quegli elementi che in fase giovanile rappresentano il primo gradino per salire sul grande palcoscenico della vita quotidiana. E’ necessario partire dall’insegnamento e dalla educazione, compiti fondamentali, che insegnanti e genitori devono riuscire a compiere al meglio se non vogliamo ritrovarci un futuro di zombie. Una volta si diceva “a letto senza cena”; oggi si dovrà dire a letto senza smartphone e limitare l’uso di queste forme fuorvianti a poche ore al giorno. Almeno.

Fonte per i dati percentuali: ANSA

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