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Irak. Attacco con esplosivo a pattuglia italiana: feriti a Kirkuk cinque uomini delle forze speciali Irak. Attacco con esplosivo a pattuglia italiana: feriti a Kirkuk cinque uomini delle forze speciali
10 Novembre. Sono 100, a oggi, i militari italiani impegnati in Irak, Si tratta di una zona teoricamente pacificata da tempo. dopo che con... Irak. Attacco con esplosivo a pattuglia italiana: feriti a Kirkuk cinque uomini delle forze speciali

10 Novembre. Sono 100, a oggi, i militari italiani impegnati in Irak, Si tratta di una zona teoricamente pacificata da tempo. dopo che con la battaglia di Musul i Kurdi irakeni avevano ‘ufficialmente’ debellato l’esercito delll’ISIS.

Questa mattina, nei pressi di Kirkuk, un’unità dell’esercito Italiano, in funzione di pattuglia, è incappata in un ordigno ‘artigianale’ che ha fatto saltare l’automezzo su cui viaggiava. Il risultato è di cinque feriti gravi, non in pericolo di vita (così recita il (comunicato dell’Esercito) ma uno dei quali ha avuto una gamba amputata. I soldati italiani (al momento un centinaio), sono stati inviati nell’ambito di una misssione internazionale, denominata “Inherent Resolve”, per “fornire personale di staff ai Comandi multinazionali siti in Kuwait, e Iraq, a Baghdad ed Erbil, nonché assetti e capacità di training ed assisting rivolti alle forze armate e polizia irachene”. Così, sul sito della Difesa. La missione italiana ha per nome, a sua volta Prima Parthica, ed è iniziata il 14 ottobre 2014.

Cosa fanno i militari italiani in Irak?

I militari italiani sono in Irak con compiti di addestramento e preparazione dei reparti speciali dell’Esercito Irakeno. Devono insegnare loro tecniche di intelligence e di controllo del territorio. Non è chiaro dunque in che veste svolgessero funzione di pattugliamento, né il comunicato dell’Esercito lo precisa.

Nei prossimi giorni sapremo chi sono i sospettati dell’azione di guerriglia compiuta contro gli Italiani, ma occorre rilevare che i nemici del nuovo governo irakeno non sono certo solo i resti dell’Isis: il Presidente dell’IRAK è difatti un esponente della comunitò Kurda, cosa che non è certo gradita ad Ankara, e il Primo Ministro è un non-allineato, ossia non risponde, almeno i teoria, a nessuna delle grandi potenze che operano nell’area, né all’IRAN, che pure ha una fortissima influenza sugli equilibri di potere irakeni.

La missione italiana da dunque fastidio a molti, ma dopo le recenti prese di posizione anti-turche del nostro governo, i sospetti su Ankara ci sembrano i più forti.

O.N.