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250 librerie chiuse a Roma dal 2007: librerie storiche, piccole e grandi al loro posto store e supermercati. Inarrestabile declino culturale 250 librerie chiuse a Roma dal 2007: librerie storiche, piccole e grandi al loro posto store e supermercati. Inarrestabile declino culturale
ROMA – Certe notizie dovrebbero illuminare le prime pagine di tutti i giornali ed essere lanciate su tutti i Tg televisivi. Il problema è... 250 librerie chiuse a Roma dal 2007: librerie storiche, piccole e grandi al loro posto store e supermercati. Inarrestabile declino culturale

ROMA – Certe notizie dovrebbero illuminare le prime pagine di tutti i giornali ed essere lanciate su tutti i Tg televisivi. Il problema è che la frivolezza ed il benessere facile fanno più audience di un passato decadente che, incredibilmente e se solo ne fossimo coscienti, potrebbe insegnarci tutto, ma invece non ci insegna nulla perché nessuno se lo legge. Che sia una guerra, un’invenzione o un libro di poesie, poco importa. Sta dietro. Noi, invece, popolo moderno, guardiamo al futuro con tutte le risposte in tasca: basta schiacciare un tasto e con google siamo dappertutto. In un secondo leggiamo soluzioni e diamo le risposte, sappiamo la storia, abbiamo letto tutti i libri; ma la nostra cultura sta diventando superficiale e satellitare come nozioni vaganti e messe un po’ ovunque a caso. Non abbiamo una consecutio temporum, non sappiamo fare collegamenti, non sappiamo la differenza fra Rinascimento e Risorgimento o fra Futurismo e Illuminsmo. Però sappiamo cos’è il Risorgimento con un clic. Con un clic siamo immersi immediatamente fra i bozzetti movimentati di Giacomo Balla o le nuvole di John Constable. Camminiamo dentro al Louvre, all’Ermitage, al El Prado o al Metropolitan. Tutto dal divano. Compriamo cibo dal divano, amici, uomini e donne. Ormai non capiamo più la differenza fra il bene e il male. Perdiamo in consapevolezza e sgusciamo via dal disagio immersi in un film sul tablet o nei giochi virtuali del cellulare… anzi, dello smartphone.

In verità è da qualche tempo che avevamo cominciato a tenere il triste conto nella speranza di una inversione del fenomeno. Ma dopo l’ultima eclatante chiusura della seconda libreria Feltrinelli a Roma, la International di via Vittorio Emanuele Orlando, ci sentiamo di fare il punto della tragica situazione. La prima Feltrinelli a chiudere era stata una libreria che aveva fatto storia, quella in via del Babbuino: Librerie dove si era certi di trovare il testo che si cercava in inglese, tedesco o russo, o in qualsiasi lingua richiesta. Queste due Feltrinelli sono stati veri e propri pezzi di storia dagli anni ’70 ad oggi.

Non è un caso, non è una novità ed è purtroppo sempre più consueto: si abbassano le saracinesche dei luoghi una volta destinati alla cultura, allo scambio, alla conoscenza. A Roma, dal 2007 al 2017, hanno chiuso 223 “punti vendita trattanti libri”, secondo la Confcommercio. Ad oggi abbiamo superato le 250 chiusure.

Se si ripensa ad alcuni nomi si è colti da un’immensa malinconia, un vuoto incolmabile. La famosa libreria Croce, in corso Vittorio Emanuele, era una tappa quasi obbligata per tutti gli studenti e gli amanti della lettura. La Gremese, in via Cola di Rienzo, dove si entrava da una piccola scalinata, libreria poi spostata nella piccola sede di via Belsiana, anche questa chiusa per cedimento del soffitto.

A questi nomi si aggiungono Fandango incontro, la piccola ma ben fornita Amore e psiche, dietro piazza della Minerva, e ancora Invito alla lettura: tutti luoghi dove ci si fermava attratti da una copertina e dove si poteva parlare con il libraio attentissimo alle domande poste e sempre pronto a consigliare il miglior testo per le esigenze di tutti.

Qui si è elencata solo una piccola manciata delle tante librerie che hanno fatto parte della formazione di molti romani e che ora sono chiuse per sempre e spesso al loro posto si possono trovare store o supermercati, come per la storica libreria Rinascita di via delle Botteghe Oscure, che chiuse i battenti nel 2008.

Alcuni anni prima della chiusura, la Feltrinelli di via del Babuino si era ingrandita e in quell’opera di ristrutturazione erano stati confezionati quadri fotografici nei quali si potevano riconoscere i personaggi che hanno fatto la storia della cultura italiana e che erano passati di lì per la presentazione di un libro o per un acquisto.

Oltre a queste due Feltrinelli storiche, in questi giorni si aggiunge anche la chiusura della Feltrinelli di via Giovanni Pierluigi da Palestrina, angolo piazza Cavour, che da alcuni anni aveva sostituito la Libreria Airon.

Il tramonto culturale non è ovviamente solo romano, le librerie sono in crisi nelle più grandi città italiane e la tendenza non fa sperare nulla per il futuro. La situazione, visti i presupposti, potrà solo peggiorare.

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