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Ammalarsi di Covid o estinzione anagrafica? Ammalarsi di Covid o estinzione anagrafica?
Questo perché la gravità della pandemia risulta essere letale soprattutto quando altre patologie non consentono al fisico una lotta alla pari Ammalarsi di Covid o estinzione anagrafica?

Di Mirko Mocellin – Da quando si è cominciato a morire di Covid si contano circa centomila vittime ( in due stagioni invernali). La morte sopraggiunge nella maggior parte dei casi (oltre il 90%) sopra i settant’anni e la percentuale, naturalmente, aumenta man mano che l’età cresce. Questo perché la gravità della pandemia risulta essere letale soprattutto quando altre patologie non consentono al fisico una lotta alla pari: malattie legate al naturale corso del tempo, tumori, leucemie, complicazioni respiratorie, cardiache, diabete, ecc. In buona sostanza un fisico in salute non muore per il Covid, salvo percentuali con molti zeri dopo la virgola. A difesa dell’ossessivo eccesso col quale lo Stato ha impedito la libertà in favore della salvaguardia dal virus, non si può fare a meno di notare almeno a livello dei Media, che altre malattie sono state debellate: non si parla più né di influenza stagionale né di morte naturale, come un tempo si usava dire quando a novant’anni, con due cancri, l’influenza, reni semi bloccati, problemi cardiaci e respiratori ti portava via una bronchite.

Ma il nostro ragionamento non ha nulla a che vedere con le polemiche riguardo modalità dubbie con le quali i governisti da poltrona degli ultimi tempi stanno, tutti insieme appassionatamente, decidendo della nostra libertà. Perché se il problema è preservare dalla morte, ebbene, vi sono molte situazioni per le quali i nostri rappresentanti dovrebbero battersi.

Parliamo di natalità (i dati usati sono ISTAT): Nel 2017 sono nate 458.151 persone e ne sono morte 649.061. Vuol dire che la popolazione italiana è diminuita in un solo anno di 190.910 unità e il prospetto sino al 2021 parlerà di trecentomila unità in meno annue. Perché se chiudi un milione di ristoranti e falliscono migliaia di aziende sarà forse presumibile (neanche è certo) che non morirai di Covid, ma non potendo garantire futuro ai figli magari non ne farai. A livello antropologico lotterei più per difendere trecento mila bambini potenziali che ottanta mila ultraottantenni che hanno vissuto una vita intera e non hanno comunque aspettative. Amiamo tutti i nostri nonni e bisnonni ma non confondiamo l’eternità con il naturale destino di ogni essere umano che, a quell’età, brutto a dirsi, tende a morire sempre. Nel 2018 sono nate 439.747 persone e ne sono morte 633.133. Meno 193.386. Nel 2019 sono nate 420.084 persone e ne sono morte 631.417. Meno 214.333. Hai salvato ottantamila ultraottantenni (ma sarà vero?) a discapito del futuro del paese che ha perso 200.000 bambini. I dati dell’ultimo anno saranno, naturalmente peggiori, e il trend fallimentare degli anni dal 2017 al 2019 indica una totale incapacità degli attuali governanti a preservare, proteggere, investire, predisporre condizioni ed avvantaggiare le categorie in grado di procreare, cioè i costruttori dell’Italia di domani già predestinata sotto un cumulo di miliardi di debito. Invece sono queste le categorie più afflitte dalla crisi economica prima e dalla situazione dovuta al Covid dopo. Perché il problema principale è psicologico: questa lotta che dovrebbe costringerci a rinchiuderci per paura di ammalarci, comporta una regressione non solo culturale ma anche un quadro depressivo che non consente di disporsi a ragionare sul futuro. Privati della speranza e rapinati di quel benessere delle piccole cose, come l’affetto, l’amicizia, l’amore, il contatto fisico, siamo sempre più isolati e senza energie mentali e spirituali.

In Italia muoiono circa 600/650 mila persone l’anno. Nel 2016, 179.502 persone sono morte di cancro il 29% di tutti i decessi e seconda causa di mortalità dopo le malattie cardio-circolatorie, 37%. 500 al giorno. Il tumore che ha fatto registrare, nel 2016, il maggior numero di decessi è quello al polmone (33.838) e non credo si debba essere dei geni per capire che fumo ed inquinamento siano elementi significativi in merito a queste morti. Mi sembra che nessuno abbia vietato il fumo o vietato di guidare un veicolo.

Si contano 40 mila morti l’anno e otto milioni di dipendenti dall’alcool, ma è facilissimo acquistare prodotti alcolici ovunque.

Quali sono le scelte e le riflessioni? Una civiltà malata sta soccombendo sotto il peso di poteri che vietano o consentono di morire a seconda dell’interesse economico e politico. Ma il fallimento è soprattutto sociale, laddove una mancanza di capacità critica, regressione intellettiva, cognitiva e spirituale, stanno rendendo un popolo intero uno zoo di cavie pronte all’uso e mai disposte ad un ragionamento giusto e ponderato che impedisca questo scempio. Quando il popolo cede i potenti hanno vinto.

Mirko Mocellin