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Un calcio in culo a Keynes, e Draghi riprende la strada iperliberista verso la distruzione del welfare Un calcio in culo a Keynes, e Draghi riprende la strada iperliberista verso la distruzione del welfare
In una lettera al banchiere-premier, 150 economisti contestano la scelta di consulenti anti-keynesiani per la gestione del recovery-fund M. S. Carlo Cambini, Francesco Filippucci,... Un calcio in culo a Keynes, e Draghi riprende la strada iperliberista verso la distruzione del welfare

In una lettera al banchiere-premier, 150 economisti contestano la scelta di consulenti anti-keynesiani per la gestione del recovery-fund

M. S.

Carlo Cambini, Francesco Filippucci, Marco Percoco, Riccardo Puglisi e Carlo Stagnaro. Questi cinque superconsulenti scelti da Draghi formano un nuovo team, una nuova struttura, che bypasserà ministeri e altre risorse già presenti a livello di amministrazione dello Stato, e che dovrà valutare l’impatto degli investimenti legati al famoso “Piano nazionale di ripresa e resilienza” sulla base del quale l’Italia riceverà i soldi del Recovery Fund.

E chi guiderà il team? Ma ovviamente il fidato consigliere di Draghi Marco Leonardi, noto soprattutto per essere stato testa pensante del renzismo, fra gli ideatori (forse principale ideatore, insieme a Nannicini) del Jobs Act. e per avere sempre duramente avversato il famoso “decreto dignità” approvato dal primo governo cinquestelle.

150 economisti provenienti da tutte le Università d’Italia, (fra di loro Nicola Acocella, docente di politica economica alla Sapienza, Sergio Cesaratto, ordinario all’università di Siena, Giovanni Dosi, direttore dell’Istituto di Economia alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Emanuele Felice, ordinario di Politica economica presso l’Università “​Gabriele D’Annunzio” di Chieti-Pescara, Mauro Gallegati, docente dell’università Politecnica delle Marche, Andrea Roventini sempre della Sant’Anna) hanno scritto una lettera al banchiere-premier in cui denunciano il fatto che i cinque abbiano in comune una “visione economica estremista caratterizzata dalla fiducia incondizionata nella capacità dei mercati di risolvere autonomamente qualsiasi problema economico e sociale”, “minimizzano la questione del Mezzogiorno” e sottovalutano l’attuale cambiamento climatico.

Il “grillino” Draghi, come lo chiamò Beppe Grillo invitando i suoi parlamentari a votargli la fiducia, ha avuto per alcuni anni la fama di Keynesiano, e suoi esegeti spiegavano trattarsi di un ritorno alle origini, quando il giovane studioso, poi banchiere, era allievo di Federico Caffè, l’economista Keynesiano misteriosamente scomparso nel 1987, dopo aver passato una vita a lavorare per il welfare dell’Italia repubblicana e a denunciare la “finanza degli incappucciati”.

In realtà, alla testa della BCE, Draghi adottò politiche espansive dal punto di vista monetario, ma soltanto per contrastare la catastrofica tendenza alla deflazione causata dalla politica di austerity, senza mai per altro metterne in discussione i fondamenti. In particolare quella legge costituzionale sul pareggio di bilancio, autentica palla al piede per lo sviluppo di qualsiasi economia.

Ma con le scelte operate adesso, ogni dubbio si scioglie. L’obiettivo, dichiarato, di Draghi, è una costola del Great Reseat globale. L’idea è quella di finanziare in maniera selettiva le aziende da far sopravvivere e quelle da lasciar morire, avendo con riferimento esclusivo la capacità di massimizzare i profitti, e non quella di creare lavoro, o di produrre utilità sociale, o sempliocemente di garantire la sopravvivenza familiare al piccolo imprenditore: il tutto secondo l’ideologia iperliberista di Hayek, poi di Friedman e della scuola di Chicago già ben rappresentata nella sua squadra dal principale consigliere economico Francesco Giavazzi, noto per aver avversato in maniera feroce l’Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Il nome più di spicco fra i 5 nuovi consulenti è quello di Carlo Stagnaro, Responsabile del settore studi e ricerche del think-thank Bruno Leoni, che dichiara come propria mission “idee per il libero mercato”: e abbiamo detto tutto.

Insomma, come si può vedere il regime prende forma, grazie alla dichiarata ‘emergenza sanitaria’ che da un lato concentra l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione virus-vaccini, e dall’altro garantisce a Draghi, forte dell’appoggio incondizionato dei 4/5 del Parlamento, la possibilità di costruire strutture e centri di potere che gli permetteranno di gestire il flusso di miliardi a proprio piacimento e soprattutto a vantaggio della classe dominante e della sua cerchia- E questo senza alcun controllo. Quello che qualcuno aveva assicurato essere il motivo del sostegno a Mario Draghi…

http://www.edizionisi.com/libro_titolo.asp?rec=162&titolo=Economia_della_Valuta_Moderna_