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Si cura e si previene: ma i profitti di Big Pharma derivano dal vaccino, per questo si continua a morire di Covid19 Si cura e si previene: ma i profitti di Big Pharma derivano dal vaccino, per questo si continua a morire di Covid19
Vitamina D e Ivermectina riducono fino all’80% il rischio di terapia intensiva e di morte ITALIA: Università di Padova, Parma, Verona e Istituti di... Si cura e si previene: ma i profitti di Big Pharma derivano dal vaccino, per questo si continua a morire di Covid19

Vitamina D e Ivermectina riducono fino all’80% il rischio di terapia intensiva e di morte

ITALIA: Università di Padova, Parma, Verona e Istituti di Ricerca CNR di Reggio Calabria e Pisa pubblicano sulla rivista Nutrients i risultati di uno studio realizzato ion collaborazione fra di loro, che dimostra come la vitamina D possa influire sull’insorgenza ed il decorso della malattia nota come Covid-19. Era già stato segnalato come la carenza di questa vitamina fosse un fattore di rischio, ma ancora mancava, e in parte manca un’approfondita valutazione della sua funzione guaritrice..
“I pazienti della nostra indagine, di età media 74 anni – spiega il prof. Sandro Giannini dell’Università di Padova – erano stati trattati con le associazioni terapeutiche allora usate in questo contesto e, in 36 soggetti su 91 (39.6%), con una dose alta di vitamina D per 2 giorni consecutivi. I rimanenti 55 soggetti (60.4%) non erano stati trattati con vitamina D”.

I risultati sono stati molto significativi, e il meccanismo di protezione si riferisce in particolare alle comorbilità. Ossia, la vitamina D protegge l’organismo nella sua interezza, e fa sì che l’azione del virus non sia devastante, come avviene normalmente nel caso di pazienti affetti da altre patologie (malattie cardiovascolari, broncopneumopatia cronica ostruttiva, insufficienza renale cronica, malattia neoplastica non in remissione, diabete mellito, malattie ematologiche e malattie endocrine). La morte o il ricovero in terapia intensiva, con l’uso della vitamina D, sono state ridoette di qualcosa come l’80%.

GRAN BRETAGNA. (Fonte Financial Times) È stato dimostrato che l’Ivermectina, un farmaco antiparassitario economico, non coperto da brevetto, ha un effetto significativo sulla riduzione della mortalità nei pazienti con Covid-19 da moderato a grave. I suoi effetti erano già stati studiati, in vitro, nell’aprile scorso.

L’Università di Liverpool di Andrew Hill e altri hanno effettuato una ripartizione meta-analitica di 18 studi che hanno trovato che l’ivermectina è stata associata con infiammazione ridotta e una più rapida eliminazione di Sars-Cov-2, il virus che causa Covid-19. “Se le persone che risultano positive al test per il Covid-19 vengono trattate immediatamente con un farmaco che elimina il virus rapidamente, questo potrebbe renderle meno contagiose”, hanno detto i ricercatori.

Ora, se i rimedi al virus sono, o possono essere così banali, la domanda che si pone è: perché tutte le risorse e tutti gli sforzi si sono concentrati dul vaccino? Perché si è andati a produrre una nuova sostanza, non testata, o comunque pochissimo testata, dai risultati incerti e dagli effetti collaterali significativi e spesso letali8, anzxiché concentrare la ricerca sul modo di guarire dalla malattia?

E’ evidentemente una qeustione di business.

Angelo Casali