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Inquietante gaffe del governatore Immaginiamo che molti lettori siano sobbalzati sulla sedia trovando notizia sulla stampa locale del nuovo regolamento per l’utilizzo dei trasporti...

Inquietante gaffe del governatore

Immaginiamo che molti lettori siano sobbalzati sulla sedia trovando notizia sulla stampa locale del nuovo regolamento per l’utilizzo dei trasporti pubblici abruzzesi (la TUA) in tempi di Covid19.

Infatti, accanto alle previste e consuete norme a base di distanziamento sociale e mascherine, spiccava l’obbligo per i passeggeri di essere dotati dell’app “immuni” per il tracciamento, scaricata sul cellulare.

Questo obbligo, auspicato da molti ‘esperti’, ha in sé caratteristiche incompatibili con la libertà personale, e anche con la logica. Viola la libertà di non essere tracciato, soprattutto per un’epidemia in evidente via d’esaurimento (contagi quanti se ne vuole ma ammalati sempre meno, morti ormai sulle dita di una mano, a fronte di 2.000 morti al giorno, di media, in Italia); obbliga a possedere un cellulare di nuova generazione ed anche a saper usare internet, cosa che per molti anziani e poveri. e stranieri appare improponibile.

Non appena la notizia si è diffusa sono partite le prime critiche e i primi attacchi al presidente della Regione, che ha diffuso questo comunicato:
“Ho dato immediate disposizioni ai miei uffici di eliminare dagli obblighi degli utenti del Tpl l’utilizzo dell’app Immuni. Non so come sia finito nel testo dell’allegato, visto che nelle bozze predisposte dagli stessi uffici del dipartimento trasporti non vi era. Comunque sia, non lo condivido, lo considero addirittura incostituzionale e sarebbe impossibile da verificare e far rispettare. Per questo oggi stesso firmerò un’ordinanza correttiva per eliminarlo dall’allegato”.

Volendo dare credito a questa versione, la consueta ‘insaputa’ che ormai sta diventando un tormentone della politica italiana, ci si può chiedere chi controlli il processo di promulgazione delle disposizioni regionali, se qualche manina birichina può permettersi di aggiungere norme a piacimento: non sempre queste aggiunte sono così sballate da mettere in allarme la stampa.

Ma vista la delicatezza dell’argomento, e il fatto che l’obbligatorietà di “immuni” è ancora sul tavolo, ci si può anche legittimamente domandare se la manina è al servizio di qualcuno, e se l’aggiunta non sia un ballon d’essai, ossia un’inquietante prova per vedere quale sarebbe stata la reazione dell’opinione pubblica. In questo sarebbe è improbabile che la vicenda sia avvenuta all’insaputa di Marsilio. Prove di dittatura sanitaria?

O.N.