Il clamoroso fallimento delle campagne vaccinali
L’estate sta finendo, e nonostante la grande campagna propagandistica portata avanti da tutta l’informazione al servizio big-pharma, sostenuta e alimentate da menzogne spudorate di politici e “scienziati”, il clamoroso fallimento delle campagne vaccinali è evidente, nei numeri e nei fatti.
Nei numeri, perché contagi e morti sono cresciuti fortemente, rispetto allo scorso anno, nonostante ormai quasi il 60% degli italiani abbia la “copertura” completa.
Sempre nei numeri, perché i 17.000 morti post-vaccino certificati dall’EMA al 31 luglio rappresentano una vera e propria catastrofe sanitaria, di cui nessuno parla.
Nei fatti, perché in tutto il mondo si fa disperato appello alla “terza dose” (certificando che le due dosi non sono servite) oppure, come in Gran Bretagna, si “molla il colpo” e si aboliscono tutte le restrizioni (certificando che il Covid è ormai un’influenza neppure tanto grave).
Neppure l’affermazione che il vaccino, senza arrestare il contagio, assicuri al sintomatico un forte alleggerimento della malattia.
Non regge perché, Fauci in testa, tutti sono costretti ad ammettere che la carica virale in vaccinati o non vaccinati, se contagiati, è identica.
Ora, dato che lo scopo del vaccino è proprio quello di ridurre la carica virale (e dunque la serietà dei sintomi) il fallimento e la bugia sono evidenti.
Ma allora, perché se in Italia i morti sono aumentati parallelamente ai contagi, in Gran Bretagna e Israele, col contagio ripartito alla grande, la mortalità appare molto più contenuta? In parte, certo, sono nettamente migliorate le cure. Ma il motivo vero è che le nuove terribili e contagiosissime varianti hanno in realtà un potenziale molto inferiore al primo Covid. E questo gli Inglesi ce lo avevano detto da tempo.
Usciti dall’emergenza (indipendentemente da cosa l’avesse causata) l’utilizzo strettamente politico-affaristico del virus appare oggi evidente.
Se pensiamo al green-pass, che viene dato a chi si vaccina, anche se la vaccinazione non blocca il contagio, ci rendiamo conto di come si tratti di una misura coercitiva, discriminatoria e punitiva verso chi non vuole riconoscere l’autorità dello Stato e quella della “comunità scientifica”. Dal punto di vista logico-sanitario, il GP è una pura idiozia, anche socialmente pericolosa perché, sostenuto dalle menzogne del nostro premier-banchiere (Draghi: “Il green-pass tranquillizza il cittadino dice che puoi stare serenamente in compagni di persone che non ti infettano”, “L’invito non vaccinarsi equivale a un invito alla morte”) induce chi ne è portatore a sentirsi un cittadino modello e a discriminare chi lo rifiuta.
Il GP segue la logica del divisi et impera, e purtroppo i suoi effetti nefasti sono già abbondantemente visibili: mentre a livello politico tutti i potentati sono riuniti in un’unica, oscena, entità, tesi esclusivamente a spartirsi i soldi del recovery fund.
Ma il GP, e in genere i vaccini, stanno anche assolvendo ad un’altra funzione. Quella di drappo rosso sventolato davanti agli occhi di chi mantiene un suo spirito critico e una sua volontà di cambiamento. In Italia, l’incredibile ‘riforma’ della giustizia è passata nel disinteresse generale, le riforme della breve stagione populista sono state edulcorate e sterilizzate, un condono fiscale è passato senza colpo ferire.
E nessuno chiede conto a nessuno delle menzogne dei mesi passati, quando per abbattere Conte si usavano argomenti come il MES, immediatamente abbandonati dopo l’arrivo di Draghi, o l’uso eccessivo di Decreti e DPCM, puntualmente proseguito, nell’indifferenza generale, con lo stesso Draghi.
Last but not least. ben lungi dal calmierarsi, le case farmaceutiche Pfizer e Moderna hanno portato da 19 a 25 euro il costo di ogni singola dose di vaccino, rtaggiungendo vette improponibili di fatturato e di utili. Mentre Gli scopritori o produttori di rimedi evidentemente efficaci venivano sucidati, nella migliore tradizione massonico-mafiosa.
Il fallimento della campagna vaccinale non li fermerà… e l’opinione corrente, lo sappiamo, continuerà a chiamare ‘negazionisti’ tutti quelli che ancora sono capace di unire i puntini.
Angelo Casali