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Miseria e ricchezza: la dinamica del potere Miseria e ricchezza: la dinamica del potere
La natura insegna che il benessere ristora il più forte. La forza produce potere e, di conseguenza, ricchezza. Cosa è ricchezza in natura? Nel... Miseria e ricchezza: la dinamica del potere

La natura insegna che il benessere ristora il più forte. La forza produce potere e, di conseguenza, ricchezza. Cosa è ricchezza in natura? Nel regno animale, a tutti i livelli, la ricchezza vuol dire cibo, territorio, riparo, accoppiamento, tutto ciò che porta benessere, protegge, tramanda e allunga la vita. Ma a creare quell’armonia che produce un’idea di felicità è soprattutto l’equilibrio fra guerra e pace, bene e male, l’equilibrio che allontana l’ansia dell’ignoto. Certamente per gli animali è più semplice perché a guidarli non è l’intelligenza ma, soprattutto, l’istinto. Gli animali sanno azzerare il bene e il male senza che nessuno gli dia peso.

L’uomo ha parafrasato il concetto di benessere dandogli un prezzo, ed ha stabilito che è la capacità di acquistarne le “componenti” a condurre al potere. Per dare un prezzo “agli elementi” del benessere è servita una forma di scambio. Dando valore ad un oggetto, però, non si è fatto altro che perdere di vista il vero obiettivo degli esseri viventi, quello di prendere direttamente dalla natura ciò di cui si ha effettivamente bisogno. Cibo, riparo, un luogo in cui vivere con la persona o le persone gradite, prolificare, migliorare, indagare e scoprire. Un sistema più complesso rispetto agli animali perché oltre all’istinto siamo guidati anche dall’intelligenza: quando non viene sopita. Il nostro compito è diverso e non riguarda le cose materiali. Ciò che proviamo, ciò che osserviamo, ci riconduce al luogo da cui proveniamo, lo spazio e le stelle. Ma questo, purtroppo, è un altro discorso.

Il fraintendimento, conseguenza del baratto, ha prodotto il primo germe di un indebolimento che ci ha condotto in un vicolo cieco, quello terrestre. Ci siamo fermati, pur sapendo che la brevità del nostro corpo non avrebbe effettivamente trovato un benessere tale per cui valesse la pena impostare l’eternità. L’eternità è altrove e riguarda la nostra capacità di produrre energia: molta energia molta luce, poca energia, oscurità. Senza addentrarci troppo in aspetti spirituali complessi rimaniamo ai fatti: breve tempo e oscurità, perché di questo sono fatti i giorni nostri.

Il primo errore è stato quello di abituarci a non acquisire direttamente ciò di cui avevamo bisogno, indebolendoci. Il secondo errore ha portato nel tempo non solo a dare valori non reali ad un bene, ma conseguentemente, nella pigrizia sempre più dilagante, a delegare qualcuno ad assegnare quel valore al nostro posto. Perché se un tempo, andavamo a scambiare in prima persona un sacco di farina con 50 uova o 5 salami, eravamo ben consapevoli della nostra esigenza reale. Vendevamo ciò che avevamo in abbondanza per qualcosa che ci mancava. Oggi compriamo a “trenta denari” un bene che il giorno dopo costa 60, 90, 100. Un bene che di base magari vale 6, 9, 10. Non lo sappiamo più quanto vale un prodotto, figuriamoci oggi, mentre ci stiamo infilando in mercati energetici allucinanti, petrolio, gas, carbone (udite udite) non pozzi senza fondo, che arricchiscono l’istinto a breve termine, ma non l’intelligenza.

Il potere vuol dire gestire enormi speculazioni che si attuano sulla base di valori fittizi e non reali dei beni.

L’unico modo per misurare la propria ricchezza e riscoprire il valore reale delle cose, ma questo è solo il primo passo. Occorre trovare un equilibrio fra ciò che è poco e ciò che è tanto perché non sempre una grande quantità di agi corrisponde ad uno stato di benessere; basterà un colpo di tosse a sconvolgere tutta la nostra esistenza. L’equilibrio porta armonia, il potere di assaporare la felicità che potresti provare pur non avendo un soldo, seduto al tavolo con qualcuno a cui tieni, sorseggiando vino all’aria aperta. E chissà, il buon umore potrebbe farci venire voglia di alzare lo sguardo verso nuovi orizzonti.

m.m.