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“Il coraggio di Essere sino in fondo, il Coraggio del non farsi piegare né dalla propria pusillanimità e nemmeno dall’arroganza del Potere “ BLOG... Il nido del Cuculo

“Il coraggio di Essere sino in fondo, il Coraggio del non farsi piegare né dalla propria pusillanimità e nemmeno dall’arroganza del Potere “

BLOG di Fausto Seregaroli

Osare mi piace, soprattutto quando trovo manchi quel qualche cosa che vada oltre una sorta di “ divulgazione ” preconfezionata che ci viene offerta: vuoi in libri, in film od in altra modalità comunicativa.

Sul film omonimo, tratto dal libro “ Qualcuno volò sul nido del cuculo “ di Kesey Ken, con la regia di Milos Forman e l’interpretazione dell’allora nuova “ stella ” nascente Jack Nicholson, ci riflettei a lungo – ero un ragazzino – e ancora, ogni tanto, mi ritrovo a rifletterci: in effetti, allora, mi sembrava che ci fosse qualcosa che mi sfuggiva e che non ero in grado di capire.

Molto probabilmente era proprio così, ma senz’altro c’era anche un motivo di fondo: la grande varietà di interpretazioni che il film stesso poteva offrire: il mondo, i manicomi, i “matti” e i “normali”, le diversità, i richiami di libertà che venivano da Praga e da quella che era l’ Unione Sovietica; i Liberal che si facevano sentire in America…

Sicuramente tali significati che emergevano – e tutt’ora emergono dopo averlo rivisto un paio di volte – non erano tutti realmente voluti dal regista, ma, in ogni caso, Forman li faceva inconsapevolmente emergere.

Il motivo di fondo che, sicuramente, muove la “ costruzione ” del film è il comportamento di un uccello: il Cuculo ( Cuculus Canorus ).

Chi non ne ha mai sentito cantare uno ?? Qui da me in campagna si sentono, anche se sempre più raramente.

Il Cuculo, ha un atteggiamento, un modus comportamentale, del tutto particolare. Credo che sia abbastanza risaputo, del resto.

Questo animale depone le uova a casa degli altri e generalmente a casa di altri uccelli più piccoli. Quando, al ritorno al nido, l’uccello “ospitante” trova la sorpresa, non si fa tante storie: accoglie con generosa istintività, il nuovo arrivato, come se fosse un dono del Cielo e, pur essendo di norma l’uovo più grande delle altre uova, le cova insieme.

Allo schiudersi dell’ uovo, il piccolo – grande del Cuculo con istintiva non generosità, fa volare fuori dal nido le uova padrone di casa.

Avendo i suoi genitori scelto molto bene il nido ospitante, cioè uccelli che si nutrono di insetti, perché il Cuculo è insettivoro (ed ha appunto un comportamento biologico che è il parassitismo), i genitori adottivi si ritrovano ad allevare un figlio non loro che, col passare dei giorni diventa molto più grande di questi ultimi e per stare nel nido deve abbarbicarsi ai bordi dello stesso, sino quando, al momento di prendere il volo, saluta tutti e se ne va fare la sua vita.

Credo che sia da queste premesse che debba nascere una discussione sul film e, poi, sicuramente, sulla diversità in generale.

Ciò che troviamo nel pregiudicato ( Jack Nicholson ) che si fa internare in una clinica psichiatrica per sfuggire a guai maggiori sono due straordinarie Qualità Umane: Intelligenza e Vivacità, sia Emozionali che Razionali.

Qualità straordinarie a tal punto che generano la Paura nel genere umano abituato ad essere “ coccolato ” dallo Status Quo, dal Potere Costituito.

Scrive e canta Fabrizio De André in “ Via della Croce ” (‘La buona novella’):

Il potere vestito di umana sembianza, ormai ti considera morto abbastanza e già volge lo sguardo a spiar le intenzioni degli umili e degli straccioni ’.

È vivace e intelligente, ed è un ribelle, il pregiudicato Jack Nicholson, dunque comincia col sovvertire tutto.

“ Induce i ricoverati a protestare, li porta a fare una gita in barca ”, fa loro scoprire un’ altra vita al di là del posto in cui sono sostanzialmente reclusi.

Di conseguenza diventano a lui nemici i coordinatori dell’ospedale psichiatrico ( leggi la società ), ovvero i medici e gli infermieri che, per neutralizzarlo, alla fine lo riducono un vegetale.

Ma il suo Amico, un Indiano gigantesco, per salvargli la Vita lo uccide, poi sfonda il cancello della clinica e va verso la Libertà che aveva cominciato ad assaporare ”.

Questa reiterazione comportamentale dell’essere umano davanti al Genio Ribelle è un Déja Vu; la vediamo tutti i giorni sotto i nostri occhi, la storia ce l’ha insegnato ( Gesù Cristo l’han messo o han tentato di metterlo in croce, secondo le diverse versioni degli storici e degli intellettuali ).

Ecco, allora, che l’Assenza o la Presenza, dentro ad ogni essere umano, del Coraggio di Essere sino in fondo, del Coraggio del non farsi piegare né dalla propria pusillanimità e nemmeno dall’arroganza del Potere, determinano la possibilità di affermare i Valori fondamentali per l’Evoluzione Umana e Spirituale:

l’Amore per la Libertà, per la Verità e, dunque, per la Vita.

Fausto Soregaroli

https://www.edizionisi.com/libro_titolo.asp?rec=189&titolo=Disobbedienza_Civile