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Dittatura sanitaria e moderna resistenza Dittatura sanitaria e moderna resistenza
La prefazione di Franco Fracassi al libro di Emanuela Lorenzi (Con video di Emanuela) E’ uscita la nuova edizione aggiornata dell’importante libro di Emanuela... Dittatura sanitaria e moderna resistenza

La prefazione di Franco Fracassi al libro di Emanuela Lorenzi (Con video di Emanuela)

E’ uscita la nuova edizione aggiornata dell’importante libro di Emanuela Lorenzi, che racconta tutta la storia della pandemia e tutto ciò che è stato fatto ai “resistenti”, fino alle conseguenze spesso mortali del “vaccino”. Riportiamo qui la prefazione di Franco Fracassi.

Gli antichi romani avevano capito tutto. Sapevano che era sempre una questione che si risolveva combattendo un nemico alla volta. Mai affrontarli tutti insieme, sempre uno alla volta. Iniziarono sconfiggendo i Curiazi uno alla volta e conclusero il loro impero solo quando tutti i barbari gli si rivolsero contro.
Divide et impera. Una legge che il potere in grado di governare seriamente ha sempre cercato di applicare in maniera metodica.
E così, quando la religione neoliberista ha iniziato la lotta per il controllo delle nostre menti prima ancora che del nostro portafogli e ancor più di noi, in quanto cittadini del mondo, ha passato anni prima di agire in profondità. Anni durante i quali veniva esaltata la potenza in grado di essere sprigionata da un singolo essere umano. Anni durante i quali ci è stato spiegato che noi da soli potevamo essere padroni del destino del mondo intero, che il nostro futuro sarebbe dipeso da noi e solo da noi e che una società sottoposta a sana concorrenza non avrebbe fatto altro che esaltare i meriti dei singoli, premiandoli, senza il bisogno di sovrastrutture politiche con il compito di proteggerci non più come singoli ma come comunità.
Ci hanno separati gli uni dagli altri, mettendoci l’uno contro l’altro.
A che cosa servono i sindacati se siamo bravi e meritiamo una carriera e una remunerazione adeguate?
A che cosa servono i partiti se siamo in grado di proteggerci e promuoverci da soli e se gli interessi di noi singoli cittadini finiranno sempre per essere merce di scambio dei politici in cambio di alcune fette di influenza e di potere?
A che cosa servono le comunità se tanto solo io la penso come me e per questo non mi fido di nessun altro?
Questo è il mondo che ci ha accompagnato al ballo del Covid, la gabbia nella quale siamo entrati con il nostro consenso.
Poi da Wuhan è giunto un microscopico esserino filiforme chiamato Sars-Cov-2. Esserino che con inaspettata forza ha preso la nostra gabbia e l’ha fatta entrare in una macchina del tempo in grado di trasportarci rapidamente nel futuro. E lo ha fatto. Questo incredibile acceleratore di trasformazioni sociali si è messo in moto e ci ha aperto nuove frontiere: quelle dell’apartheid globale e della delazione divenuta pratica quotidiana di vita.
Com’è stato possibile tutto questo? Certamente per la volontà del potere di schiacciarci e di plagiarci. Ma un’analisi del genere sarebbe potuta andar bene se il potere fosse stato onnipotente e soprattutto se fosse stato composto da un gruppo umano più numeroso di noi. Per fortuna, però, non è vera né la prima né tanto meno la seconda sentenza.
Il controllo ce lo abbiamo avuto sempre e solo noi.
Loro lo hanno capito, noi invece no.
Lo hanno capito così bene da essere costretti a irretirci per far sì che ci sottomettessimo, autoaccusandoci di essere il male di noi stessi.
E sì, siamo stati noi a punirci per il senso di colpa di essere i veri cattivi del pianeta. Siamo stati noi a entrare volontariamente nelle gabbie che ci predisponevano. Siamo stati noi a tradire i nostri amici più cari accettando come giusta la loro morte civile. Tanto, ci hanno spiegato, se cifossimo comportati da bravi cittadini, secondo le regole, tutto sarebbe andato bene. E nella nostra testa abbiamo pensato, come sempre, “tanto sono sempre gli altri che pagano”. Finché un bel giorno ci siamo resi conto che eravamo proprio noi a pagare il prezzo più alto.
Bertold Brecht scrisse una volta un breve pensiero, chiarificatorio, un pensiero in grado di mostrarci in tutta la sua plasticità che cos’è l’indifferenza, che cos’è l’ignoranza: “… Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare…”.
Quel giorno è arrivato il 9 marzo del 2020. Giorno in cui, mentre apparentemente ci stavamo unendo in un comune ritiro casalingo pieno di canti dai balconi, appalusi condominiali autocelebrativi, cartelli mostrati alle finestre pieni di speranza e di incoraggiamenti (tutti segni di una effimera ritrovata unità di popolo), in realtà la società si stava sfaldando, incattivendo e il senso di solidarietà cristiana stava svanendo.
Ci hanno prima spaventati a morte e poi, fingendo di venirci in soccorso, ci hanno tolto tutto.
Ci avevano provato una prima volta l’11 settembre del 2001, con il pericolo proveniente dal cielo e raffigurato in un uomo barbuto. Poi, ci hanno provato una seconda volta nel 2008, con il pericolo proveniente dal caso, apparsoci sotto forma di banca. Poi, ancora, nel 2011, con il pericolo proveniente dai comunissimi camion che viaggiavano sulle strade delle nostre città e anche questa volta la raffigurazione del male era un uomo barbuto.
Eravamo stremati. Ma in apparenza ancora disposti a resistere. Ma all’apparizione del mostro invisibile non abbiamo retto e siamo implosi.
Questa è la rappresentazione, però, di ciò che di brutto ci è successo. Per fortuna all’interno della società umana esistono imperscrutabili anticorpi, che agiscono svegliando le nostre coscienze, diffondendo cultura, spargendo consapevolezza.
Il libro di Emanuela Lorenzi è uno di questi. Mostra l’orrore e anche come questo orrore si può battere. Un libro che ci mostra quanto sia importante la consapevolezza. Ci mostra che i problemi esistono e sono anche gravi. Ma facendo questo, ci illustra anche come, attraverso la presa di coscienza della situazione reale nella quale siamo immersi, noi, comunità umana consapevole, siamo in grado di uscirne fuori; siamo in grado di formare comunità lì dove c’è solo egoismo e solipsismo; siamo in grado di trovare solidarietà lì dove c’è ancestrale terrore dell’altro; siamo in grado di trovare la forza per ribellarci lì dove c’è rassegnazione.
Come scrive Emanuela Lorenzi, il re è nudo e forse, leggendo il suo libro, questo libro, saremo in grado di scrollarci di dosso tutte quelle nefaste convinzioni che la religione neoliberista ci ha inculcato e di trovare il coraggio di tornare bambini, riuscendo a guardare di nuovo il mondo per quello che è: uno straordinario luogo dove la speranza ci fa volare, la curiosità infinita ci fa stupire e la sfrontatezza ci rende invincibili.

Franco Fracassi

Video di Emanuela Lorenzi a Byoblu