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Case Pente: incontro e sit-in del coordinamento abruzzese anti SNAM Case Pente: incontro e sit-in del coordinamento abruzzese anti SNAM
Partecipano gli attivisti Molisani della carovana “Discoli di Sinarca” Sulmona 6 Settembre. Pietro Di Paolo, animatore di numerose iniziative civiche nella città di Sulmona... Case Pente: incontro e sit-in del coordinamento abruzzese anti SNAM

Partecipano gli attivisti Molisani della carovana “Discoli di Sinarca”

Sulmona 6 Settembre. Pietro Di Paolo, animatore di numerose iniziative civiche nella città di Sulmona (ricordiamo per tutte il Gruppo d’Acquisto Solidale) parla al centinaio di attivisti intervenuti, e riporta dati ufficiai. Sono dati impietosi, che non lasciano alcun dubbio: il TAP non serve a nulla.

“Nel 2005 si registra il massimo storico dei consumi in Italia, con 86,2 miliardi di metri cubi di gas. Poi i valori scendono, con una rete che nel frattempo si è ampliata a 13 centrali (12 in funzione dopo la dismissione di quella di Rimini). Oggi si consumano ciìrca74 miliardi di metri cubi annui (2019), e Snam prevede una riduzione al 2030 a 68 miliardi, che il governo abbassa ulteriormente a 59, il 32% in meno rispetto al picco storico del 2005 e il 20% in meno rispetto ai consumi del 2019”.

Per mettere fine, o almeno per mettere in discussione questa ‘grande opera inutile’, si è ritrovato ieri a Sulmona il Coordinamento no hub del gas Abruzzo, cui si sono aggiunti gli attivisti molisani “Discoli di Sinarca”. Questi attivisti hanno pedalato attraverso mezza italia, toccando le zone interessate dal progetto del metanodotto. Marche, Umbria, Lazio, Molise e Abruzzo.Consueto presidio a Case Pente, dove dovrebbe sorgere la centrale, sui terreni acquistati da SNAM, e un incontro più “istituzionale” al Cinema Pacifico, con gli ormai consueti rituali del distanziamento e dell’uso di mascherine.

Gli organzzatori hanno ribadito per l’ennesima volta che tutto il progetto è fuori tempo, è inutilmente d’impatto ambientale, è a esclusivo vantaggio dell’azienda che lo gestir, farà inevitabilmente lievitare i costi del gas per i cittadini (secondo il consueto schema dei concessionari di beni pubblici).

Oltre a ciò, occorre ricordarer come l’esistenza stessa di un’infrastruttura così importante e costosa, rallenterà l’utilizzo delle fonto rinnovabili, dato che le lobbies dell’energia fossile spingeranno in tutti i modi (e sappiamo bene quali sono questi modi) per continuare lucrare sulle forniture di gas.

Ricordiamo comunque che in questo momento pende davanti al Consiglio di Stato un ricorso contro l’opera presentato dal comune dell’Aquila. Si resta in attesa del ricorso al consiglio di Stato contro il progetto presentato dal Comune dell’Aquila. Quelli già presentati dal Comune di sulmona e dalla Regione Abruzzo sono giù stati respinti.