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Vincere senza cambiare: la tomba del progresso sulla rotta delle stelle Vincere senza cambiare: la tomba del progresso sulla rotta delle stelle
L’unico progresso possibile nel Terzo Millennio non potrà che derivare dalla capacità di guardare oltre i nostri orizzonti. E’ uno slancio difficile come verso... Vincere senza cambiare: la tomba del progresso sulla rotta delle stelle

L’unico progresso possibile nel Terzo Millennio non potrà che derivare dalla capacità di guardare oltre i nostri orizzonti. E’ uno slancio difficile come verso tutte le cose che non si vedono. Le devi pensare, immaginare, scolpire nella nebbia che ti circonda impedendo il passo. Le devi inventare.

Ad oggi la situazione è catastrofica. Non parliamo di una condizione specifica e individuale: oggi puoi benissimo nascere, crescere, essere felice e concludere la tua “fotosintesi clorofilliana” senza grossi problemi. In generale però, la direzione è senza meta, offuscata, opaca, destinata al peggio se consideriamo tutta una serie di danni gravi che ha subito il pianeta dei vivi e che potrebbe nel giro di pochi decenni condurre a molte estinzioni. Già adesso il “tabellino delle sparizioni” è tragico se si pensa che una stima (al ribasso) recente ben riepilogata dal sito americano Vox descrive l’estinzione avvenuta di quasi 500 specie viventi negli ultimi dieci anni. Ancora più severa la stima delle Nazioni Unite secondo la quale un milione di specie animali sono a rischio estinzione nei prossimi anni, a meno che l’uomo non agisca rapidamente per salvarle.

Qualcuno potrebbe dirci che anche i dinosauri si sono estinti ad un certo momento, eppure la vita continuò e progredì fino all’uomo. Ebbene, la nostra sensazione è che i dinosauri di quell’epoca adesso siano rappresentati dall’umanità di oggi e che fra qualche centinaio di anni, una specie un po’ più evoluta, a livello intellettivo stenterà a trovare le differenze fra noi e loro, salvo il fatto che i dinosauri risulteranno esser vittime e non carnefici.

Questi ragionamenti macroscopici, sono riscontrabili anche nelle modalità di vita individuali. Se osserviamo un piccolo paese o una grande città, ma anche una nazione qualunque, ci accorgeremo che le motivazioni che sostengono l’esistenza di ognuno, sono limitate, controllate, orientate, piuttosto ad un sistema conservatore che innovativo. La tecnologia attuale sarebbe in grado di andare a sostituire ogni forma inquinante, ma cosa ancor più sorprendente, sarebbe tranquillamente in grado di farci vivere gratis, senza dover lavorare o studiare o qualsiasi altra cosa. Non siamo più fatti per queste cose che possiamo assimilare velocemente senza perdere vent’anni per quanto riguarda lo studio e facendo lavorare la robotica per quanto riguarda i mestieri. L’economia dovrebbe cambiare radicalmente le sue prerogative, andando a gestire un dare e un avere secondo diversi parametri dettati dalle attuali possibilità, senza più sfruttare niente e nessuno. Esempio: se una fabbrica medio grande aveva bisogno di 5 mila operai, adesso gliene bastano dieci. Cosa vuol dire. Che puoi ottenere lo stesso risultato senza la forza lavoro e distribuire comunque la ricchezza ottenuta secondo le necessità delle persone e non arricchendo in maniera esponenziale soltanto l’imprenditore o la Multinazionale che gestisce quel prodotto ottenuto. Se poi pensiamo che l’imprenditore ottiene da 5 mila operai ed una Multinazionale da cento milioni allora è più semplice comprendere il ragionamento. Ecco cosa intendiamo per progresso, oggi. Essendoci una ricchezza che sostenterebbe tutti quanti (col cibo che oggi il mondo scarta come avanzo, nutrirebbe un miliardo di affamati, investendo una spesa assai inferiore rispetto a quella bellica).

Invece di fare le guerre della pace e di vivere di altri ossimori scandalosi che accettiamo come veri, dovremmo guardare al risultato ottenuto dalle rivoluzioni (quelle vere non quelle gentili) le quali, era dopo era, secolo dopo secolo, hanno messo in luce le nostre potenzialità. Perché la conquista del progresso è dolorosa ma se spendi nel modo giusto allora ottieni enormi soddisfazioni. Il problema è che noi stiamo spendendo malissimo e per comprare cose inutili. Vogliamo rappresentare una società che oggi non può assolutamente rientrare nella dimensione antropologica di cento o duecento anni fa. Ci comportiamo come se l’invenzione ottenuta non sia adatta all’uso per cui l’illuminazione geniale l’aveva scovata dentro la nebbia.

La colonizzazione dell’universo doveva essere già ad un punto più avanzato ed invece giochiamo ancora a lanciarci pietre e a costruire muri per un orto talmente piccolo che la legge dei grandi numeri ha già spazzato via nell’oblio del nulla. Dovremmo annullare ogni pregiudizio, apprezzare e gioire delle differenze e unirci, perché ogni singolo uomo ha una caratteristica diversa e utile rispetto all’altro. Siamo il miracolo delle interconessioni misteriose, almeno quanto lo sono le stelle, che avvengono alla velocità della luce nel nostro cervello e siamo destinati alla scoperta dell’ignoto. Quella scoperta che restringerà le pieghe dello spazio e le distanze per consentirci di ritornare da dove siamo venuti, laddove convivono in perpetua armonia eternità e creazione.

Mirko Mocellin