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Vergogna sul Parlamento Europeo: tolta l’immunità a Puigdemont, alfiere dell’indipendenza catalana Vergogna sul Parlamento Europeo: tolta l’immunità a Puigdemont, alfiere dell’indipendenza catalana
L’eurodeputato indipendentista, già presidente della Catalogna, potrebbe essere ora arrestato e messo in carcere a Madrid con gli altri dirigenti indipendentisti. L’ 8 di... Vergogna sul Parlamento Europeo: tolta l’immunità a Puigdemont, alfiere dell’indipendenza catalana

L’eurodeputato indipendentista, già presidente della Catalogna, potrebbe essere ora arrestato e messo in carcere a Madrid con gli altri dirigenti indipendentisti.

L’ 8 di questo mese, il Parlamento Europeo si è macchiato di una colpa indelebile agli occhi di chi ritiene i diritti politici e umani la base stessa del mondo occidentale, in mancanza dei quali non resta che l’odore di soldi a spiegare la nostra società.

Infatti, con una maggioranza oltretutto netta (400 contro 248 e 45 don Abbondio), aggravata dalla possibilità data dal voto segreto ad ogni singolo parlamentare di comportarsi secondo coscienza, e non in base a qualche incoffessabile calcolo politico,

L’europarlamento ha stabilito che Carles Puidgemont, il leader indipendentista catalano fuggito in Belgio per sottrarsi a un ordine di cattura di Madrid, non gode di alcuna immunità e può dunque essere arrestato e condotto in Spagna, dove lo aspetta il carcere. Assieme a lui, hanno ricevuto lo stretto trattamento due altri parlamentari indipendentisti, Toni Comín e Clara Ponsatí, che hanno seguito Puigdemont nell’esilio

Come si sa, Puigdemont era il Presidente della Catalogna, nazione storica, con propria lingua, proprie tradizioni e propria situazione economico-sociale, inglobata all’interno del Regno di Spagna. I Catalani si battono da sempre per veder riconosciuta l’indipendenza da Madrid, ossia dalla Castiglia, e dai castigliani, etnia egemone della penisola iberica. Né lui né i dodici dirigenti Catalani ancora in carcere a Madrid hanno mai compiuto un singolo atto di violenza, e la loro colpa è quella di aver convocato un referendum popolare, vinto, che permettesse di chiedere con il massimo della forza l’indipendenza per la Catalogna.

Il governo di Madrid, che sarà il caso di ricordare, è passato da circa due anni nelle mani del Partito Socialista, mantiene nei confronti della Catalogna lo stesso atteggiamento repressivo inaugurato dal corrotto partito popolare di Rajoi, espressione questo della parte più reazionaria, monarchica e bigotta della borghesia spagnola, della chiesa tradizionalista e della destra economica.

Comunque la si voglia pensare, mantenere in carcere e inseguire all’estero esponenti politici che non hanno mai esercitato forme di lotta violenta, appellandosi alla violazione di leggi di autodifesa dello stato centrale, è a tutti gli effetti una forma di persecuzione politica: è un modo di affermare uno status quo immodificabile: cosa che dal punto di vista democratico non può essere in alcun modo accettata. Il diritto all’autodeterminazione dei popoli è solennemente affermato dall’ONU, ma anche dalla comunità Europea.

Lasciano dunque l’amaro in bocca le dichiarazioni di eurodeputati spagnoli, secondo cui chi ha votato per togliere l’immunità ai tre Catalani ha “dimostrato fiducia nel sistema giudiziario spagnolo” e nel perfetto funzionamento dello stato di diritto di Madrid.

Luis Garicano, liberale spagnolo, è giunto a rivendicare che “Noi, i socialisti e i popolari siamo coloro che redigono le leggi insieme in Europa ogni giorno, la maggioranza che sostiene Von der Leyen” e che dunque la decisione è logica e inevitabile..

E’ logico e inevitabile che l’UE protegga lo status quo al suo interno, e mantenga felicemente in carcere, o ce li mandi, tutti coloro che per una ragione o per l’altra lo vogliono modificare.

Adesso la partita torna nel campo della Magistratura belga, che però giusto due mesi or sono ha respinto una richiesta di Madrid per l’estradizione di un altro politico indipendentista catalano, Lluís Puig.

Solidarietà di Alliance Valdôtaine ai Parlamentari europei catalani -  Valledaostaglocal.it

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Antonio Guadagnini Consigliere Regionale di Siamo Veneto intervenendo a un sit-in tenutosi dal Palazzo del consiglio afferma che “la Catalunya prima di essere una Regione che chiede il diritto all’indipendenza da Madrid, è una Regione europea. I catalani sono europei esattamente come i francesi, gli olandesi o i portoghesi. L’Europa non può fingere che non esistano e relegare il contenzioso a pura politica interna allo Stato spagnolo. In altre situazioni anche ben più delicate, vedi il caso Kossovo, non mi pare si abbia temporeggiato o demandato la questione alla Serbia. Perché quindi tenere due pesi e due misure?

Guadagnini prosegue poi “le persecuzioni che stanno subendo i leader indipendentisti sono al limite del paradosso. Abbiamo un ex Presidente votato dai sui cittadini braccato dalle polizia di mezza Europa perché accusato di aver fatto votare i suoi cittadini come proposto da programma elettorale Puigdemont dovrebbe essere insignito di medaglie per aver tenuto fede a quanto promesso in campagna elettorale e non alloggiare in una prigione tedesca. L’Europa deve scegliere se sostenere le assurde pretese di unità con mezzi non democratici degli Stati, oppure assecondare le richieste di autodeterminazione pacifiche e democratiche che si levano dai territori”.

A manifestare solidarietà a Piuigdemont a e agli altri eurodeputati perseguitati, in Italia sono stati a oggi solo Guadagnini e Alliance Valdotaine, che ha rilasciato questo comunicato stampa:

“La libertà delle proprie idee e il diritto a manifestarle ed esprimerle in maniera pacifica è uno dei pilastri della democrazia, Il Parlamento Europeo invece, con la decisione del nove marzo, pare aver preferito la strada della censura e dell’asservimento al centralismo della Spagna che, praticamente in contemporanea, ha revocato la semilibertà a sette leader indipendentisti, condannati a pene tra i nove e i tredici anni. La Catalogna – spiega Av – è, come tutte le comunità che vivono al ridosso di un confine, fortemente europeista e, da sempre, orientata alla costruzione degli Stati Uniti d’Europa”. Una federazione di popoli e di comunità costruita dal basso e che dovrà obbligatoriamente vedere ridimensionati i poteri degli stati nazionali e delle loro capitali. Il 9 marzo si è scritta una brutta pagina, ora  occorre rimediare”.

Franco Slegato