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“Un treno da non perdere”: Sala piena, scatola vuota “Un treno da non perdere”: Sala piena, scatola vuota
SULMONA – Forse voleva essere solo questo, forse molto di più, ma l’evento-conferenza “Un treno da non perdere” organizzato ieri dall’Associazione ARS di Franco... “Un treno da non perdere”: Sala piena, scatola vuota

SULMONA – Forse voleva essere solo questo, forse molto di più, ma l’evento-conferenza “Un treno da non perdere” organizzato ieri dall’Associazione ARS di Franco Iezzi, nella gremitissima sala diocesana, è sembrata un’enorme scatola vuota. Una scatola da riempire di progetti, di sogni, indirizzati alla suggestione di un collegamento super veloce fra Pescara e Roma. Chi si aspettava una slideshow dettagliata con grafici, tracciati, tempi di percorrenze, pendenze, ecc. è rimasto deluso. Mentre gli illustri relatori, il Presidente della fondazione Censis Giuseppe De Rita, Luigi Giampaolino dell’Istituto Grandi Infrastrutture, si sono infatti profusi più che altro in enunciazioni sociologiche, idealistiche, storiche, antropologiche, giuridiche, tuttavia di progetti su carta dalla ARS nulla è pervenuto. Gli unici rapporti tecnici sono venuti dalla relazione dello statu quo e del progetto in corso illustrata dall’amministratore delegato di RFI, l’ingegnere sulmonese Maurizio Gentile.

I dati sciorinati hanno però sortito piuttosto l’effetto di una doccia fredda su quanti avrebbero voluto da lui parole di entusiasmo all’idea forse di una specie di tav che in un battibaleno collegasse l’Abruzzo a Roma: e sì perché Gentile ha discettato sui raddoppi di linea invero già in corso d’opera nelle tratte laziali che dovrebbero arrivare al massimo ad Avezzano; ha poi fotografato gli odierni flussi per così dire migratori della nostra popolazione in entrambe le direzioni lungo gli assi Avezzano – Roma e Sulmona – Pescara, visualizzando una situazione che di fatto, anche graficamente, sembra dividere in due tronconi l’Abruzzo: una parte che viaggia velocemente verso ovest (da Avezzano a Roma) e una meno veloce ma più frequente verso est da Sulmona a Pescara ma che paiono non interloquire fra loro. La linea di demarcazione non contempla, infatti, ad oggi pressoché alcuna velocizzazione di peso nella tratta Avezzano – Sulmona che resterebbe il “ventre molle” di qualsiasi ambizione poiché sono praticabili, ha aggiunto Gentile, solo lievi modifiche quali le eliminazioni dei passaggi a livello o il raddoppio di linea in alcuni tratti. Almeno stando ai progetti attuali, invece, e all’unica ipotesi ventilata (da ARS?) di una galleria di 80km per velocizzarne il collegamento, l’ipotesi è stata liquidata da Gentile come impossibile da realizzarsi.

Insomma in totale si riuscirebbe a coprire l’intera tratta Pescara- Roma in 2 ore e 30 con fermate solo a Chieti, Sulmona ed Avezzano, con la tratta Sulmona-Roma copribile in 1 ora e 48 minuti.

A fronte dunque del progetto già in corso di realizzazione da parte di Rfi, eventualmente implementabile in un futuro molto futuribile, la situazione attuale non lascia molto spazio a variazioni strutturali profonde nella direzione auspicata da ARS e il treno di RFI viaggia ben saldo sui suoi binari… assai poco modificabile.

Chissà se Toto, ieri presente in sala, dalla sua poltrona in prima fila avrà tratto auspici favorevoli o se, al contrario, avrà intravisto solo un buio pesto da non poter perforare.

Ariel