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Tutto nella “norma” Tutto nella “norma”
Una storia di ordinaria arroganza Oggi vi racconteremo una storia, una storia che non ha dell’incredibile, che non lascia sgomento nè incredulità, una storia... Tutto nella “norma”

Una storia di ordinaria arroganza

Oggi vi racconteremo una storia, una storia che non ha dell’incredibile, che non lascia sgomento nè incredulità, una storia che probabilmente molti di voi dopo averla letta faranno spallucce e torneranno ad indignarsi sui social per la chiusura delle discoteche o per l’ultimo sbarco di un barcone carico di migranti, insomma, vi racconteremo una storia di ordinaria arroganza e prepotenza, che lascia il tempo che trova, ma che in un paese civile dovrebbe suscitare rabbia e avere il giusto risalto sugli organi di informazione.

Per questo motivo abbiamo deciso di raccontarla: per dovere di cronaca ma soprattutto per dovere morale, perché la verità va raccontata, sempre, non c’è divisa o carica istituzionale che tenga.
È agosto, e ci troviamo in una piccola ridente cittadina di provincia nel cuore dell’Abruzzo, alle pendici della Majella. Sono circa le 2 e trenta di notte e la tradizionale fiera mercato che si svolge ogni anno si è appena conclusa. Gli ultimi ambulanti si apprestano a lasciare il corso principale in cui si è tenuta la manifestazione. Ancora una sigaretta, una chiacchiera tra amici e  torniamo a casa anche noi. Ma che succede? Cosa faranno mai 3 volanti della polizia in transito contromano, a sirene e luci blú spente, che avanzano a passo d’uomo quasi a non volere disturbare nessuno tanto da infrangere il codice della strada? Forse un blitz qualcosa di grosso… eh giá, perché quella sarebbe l’unica spiegazione che giustificherebbe il transito contromano e a luci e sirene spente.

Seguiamo con lo sguardo, seduti su di una gradinata, il percorso delle auto che avanzano. Improvvisamente il rumore di una bottiglia di vetro frantumata ci fa sobbalzare, seguita dalle urla di alcuni ragazzi che sostavano sul ciglio della strada, qualcuno si guarda le gambe cercando eventuali schegge di vetro qualcuno altro urla per aver schivato per un pelo una una scheggia passatagli davanti agli occhi. Una delle auto della Polizia ha inavvertitamente colpito e frantumato una bottiglia probabilmente caduta da un cassonetto colmo d’immondizia.

Le auto si fermano, uno dei militari scende, vorrá sicuramente sincerarsi delle condizioni dei ragazzi, si appresta ad andare verso di loro, e con le sue grandi spalle larghe si rivolge a uno con fare poco rassicurante. ” Che problema hai? ” grida. I ragazzi ancora scossi fanno notare al gendarme che le schegge partite dalla bottiglia schiacciata dalla gomma di una delle loro auto, ha appena rischiato di ferire seriamente qualcuno oltre ad aver infranto il codice della strada. Ma il poliziotto ormai è sdegnato dalle urla rivoltegli, e lascia intendere che potrebbe essere del tutto sbagliato dare troppa importanza alla cosa… “E tu che ne sai, dice beffardo, che io non sia qui proprio per te?”. Intanto, alle sue spalle si dispone il resto degli agenti scesi rapidamente dalle auto, in stie sceriffo di contea del più classico dei film americani. a rafforzarne il concetto. Contenti di aver intimidito i ragazzi, i poliziotti torneranno nelle loro auto, sempre contromano, senza motivo, e senza luci blu,, e proseguiranno il loro cammino verso l’infinito ed oltre, firmando un nuovo capitolo di ordinaria arroganza in divisa, perché in fondo, è tutto nella norma.

Cassia