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TROVA IL TUO CENTRO:  ALLA RICERCA DEL DESIDERIO PERDUTO TROVA IL TUO CENTRO:  ALLA RICERCA DEL DESIDERIO PERDUTO
di Yari Ferrone - Psicologo clinico Yari Ferrone, psicologo clinico, specializzando in psicoterapia psicoanalitica interpersonale. Attualmente svolge la libera professione in videoseduta e telefonicamente... TROVA IL TUO CENTRO:  ALLA RICERCA DEL DESIDERIO PERDUTO
di Yari Ferrone - Psicologo clinico   

Yari Ferrone, psicologo clinico, specializzando in psicoterapia psicoanalitica interpersonale. Attualmente svolge la libera professione in videoseduta e telefonicamente offrendo servizio di supporto psicologico e psicoterapia per adulti e adolescenti.
Collabora con una struttura psichiatrica riabilitativa “Morrone” occupandosi di clinica delle psicosi, periodicamente conduce laboratori di arte sperimentale presso DLF a Sulmona e lavora come docente di psicologia e comunicazione presso un centro di formazione professionale della regione Lazio.

“Salve dottore, in questi giorni ripensando alla seduta ultima credo di aver capito cos’è che mi sta permettendo di sentirmi più viva e alleggerita; sto ricominciando a desiderare e questo fa avvertire dentro me un’energia che avevo completamente dimenticata. E poi, non so se è una suggestione, ma guardandomi allo specchio vedo la mia pelle più distesa, il mio sguardo più presente, il mio volto come fosse ringiovanito di almeno dieci anni ed alcune persone mi dicono che mi vedono diversa!”

Spesso, troppo spesso, siamo abituati a concentrare tutte le nostre attenzioni sull’avere, sul possesso, sull’accumulo di denaro, sul bisogno nevrotico di riconoscimento, sulla brama di gloria (Karen Horney), finendo per diventare schiavi di ciò che affannosamente rincorriamo e che crediamo di volere davvero.

Goin – murale Amsterdam

Tuttavia, incapsulati nel circolo vizioso di un mondo sempre in corsa che si affatica inutilmente, non possiamo nascondere che siamo noi gli artefici di questo pianeta tanto più concentrato sull’apparente fluidità quanto più singhiozzante nella sua posizione sempre più ambivalente e dannosamente logorante. La forzatura dell’apparire comporta un silenzioso dissolversi dell’esistenza! E non solo, perché il suo destino per definizione fallimentare è già tra le principali cause di alcuni dei disturbi psicologici, sia nel campo delle comuni nevrosi che nella sfera delle psicosi che il più delle volte si presentano clinicamente più complesse.

Massimo Pedrazzi – Abbandono

Erick Fromm, psicoanalista che studiò a fondo il rapporto tra l’individuo e la società, a tal proposito descrisse “l’esperienza da automa” nell’intenzione di classificare quella categoria di persone che tenderebbero a passivizzarsi nei confronti della società stessa.

 “La società ci chiede di fare la cosa giusta”, tra le sue espressioni più significative, come a farci notare che i modelli culturali del tempo che viviamo esercitano un condizionamento talmente potente da farci perdere la consapevolezza dei nostri autentici bisogni.

Abbagliati da una visione collettiva che illusoriamente fa “tendenza”, è come se venissimo trascinati in un vortice che tanto sentiamo nostro quanto rischia di non appartenerci neanche un poco. Lasciarsi risucchiare dai meccanismi consumistici ed il cui approccio bulimico troppo spesso la fa da padrone. E non solo dal punto di vista materiale e concreto; anche e soprattutto nel simbolico e nell’essere, divorati da dimostrazioni forzate, pretese infondate, aspettative grandiose, ecco che subentra il rischio di smarrirsi nella dimensione collettiva disertando di concedere le dovute attenzioni all’essenziale che davvero ci occorre ma di cui quasi sempre proprio non ce ne accorgiamo né tanto meno ne sappiamo nulla.

John Carroll Doyle – Alley Cat

Circa sedici anni fa condividevo la mia stanza universitaria con un ragazzo fiorentino che all’epoca aveva quarant’anni o poco più, studiava chitarra dalle dieci alle tredici ore al giorno, ovunque, in qualunque momento, in ogni luogo. Camera, cucina, bagno e corridoio, senza spazio né tempo, anche appena uscito dalla doccia poteva stare a lungo con addosso l’accappatoio distogliendosi completamente dal mondo. Io l’osservavo, curioso. Uno strano passato, un personaggio davvero particolare, carico di passione, preso dal desiderio di combattere con la perfezione ritmica e armonica del suo strumento, immerso nel suo compito, perso nello sguardo delle sue mani talmente dedite all’esercizio da sostituirne tutti gli altri sensi.

Noel Rockmore – Amacker

Le sue mani guardavano, sentivano, annusavano, erano il mezzo attraverso il quale Gigi comunicava col suo mondo e col mondo intero, diventando parte essenziale di esso, sempre più autonomo nel suo stadio, sempre meno automa nella massa. Fuori da ogni schema, a volte un apparente scarto della società, altre un gran signore con camicia bianca e pantalone nero, libero di essere ciò che voleva, di dare voce a ciò che desiderava, di generare il suono che la sua mente cantava, non solo con in mano la sua chitarra ma in qualsiasi momento lui si esprimeva, oppure quando molto liberamente e spontaneamente si estraniava.

Domenico dell’Osso – copertina album Museica, Caparezza

Perché vi parlo di Gigi? Perché un giorno, dal nulla, captando da persona adulta e da grande artista le inquietudini di un appena ventiduenne che gli dormiva accanto, all’improvviso mi disse in maniera piuttosto diretta: Trova il tuo centro, tutto il resto verrà da sé! Colpito da questa immagine metaforica che a me tutt’oggi risuona come musica immortale, è in questo “centro” che a me piace collocare fantasticamente la dimensione del desiderio.

Laisonas Vytautas – Il venditore di palloncini

Perché è nel desiderio che possiamo ascoltare il motore che ci fa viaggiare raggiungendo quelle dimensioni proprie che con l’arrivismo, col successo forzato e con quell’avere materiale che diventa sinonimo di possesso proprio non hanno nulla a che vedere.

Vaatcanen – Oltre il cielo

Il centro, il proprio centro, non è altro che imparare ad ascoltare i bisogni più profondi, non lasciarsi distrarre difensivamente dall’illusoria voluminosità di cose che ci circondano, imparare a conoscere gradualmente quella natura che ci distingue gli uni dagli altri e che possiamo mettere a confronto nei momenti in cui tutto questo ci è gradito.

Andre Kohn

Il desiderio è sentire qualcosa dentro, perseguire il cammino cercando di rimanere il più possibile sul proprio sentiero, è l’elemento di salvezza nei momenti più difficili, è ciò che contraddistingue le nostre inclinazioni personali, ciò che può mantenerci in moto anche quando qualcosa di nocivo ci provoca un arresto. É la creazione interiore, lo sguardo che va altrove, quella passione illuminata e illuminante che una volta scoperta e conosciuta nessuno potrà mai spegnere!

James R. Eads

Dott. Yari Ferrone

Studio: Sulmona – L’Aquila
tel. 340.7722712
email: yari.ferrone@hotmail.it
Immagine di copertina: Paul Gauguin – Il suonatore di chitarra