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Sulmona: raggiunta la “graffa” per l’elezione alla presidenza. Vince Gerosolimo Sulmona: raggiunta la “graffa” per l’elezione alla presidenza. Vince Gerosolimo
Come avevamo anticipato nell’editoriale di ieri 7 novembre a Sulmona si è conclusa in “ipocrisia” la questione relativa all’assegnazione della presidenza del consiglio comunale.... Sulmona: raggiunta la “graffa” per l’elezione alla presidenza. Vince Gerosolimo

Come avevamo anticipato nell’editoriale di ieri 7 novembre a Sulmona si è conclusa in “ipocrisia” la questione relativa all’assegnazione della presidenza del consiglio comunale. Non ci sarebbe nemmeno da dare la notizia, ma volendo evidenziare le dinamiche all’interno di una certa natura umana, non possiamo far altro che approfondire un ragionamento cominciato da questa testata molti mesi orsono.

Bastava veder passeggiare verso il comune il sindaco Di Piero, la “nota imprenditrice” pentastellata e il medico Proietti, mentre andavano a discutere “lo snodo della matassa”, per capire diversità ed uguaglianze di un trio melody della new politica anti-rivoluzionaria di oggi. Diversità, poiché in qualunque epoca si confrontassero questi tre individui non troverebbero motivazioni per nessun argomento: dalla medicina dei vaccini (chiedete a Proietti come la pensa), dalle prerogative e competenze, agli interessi, all’ideologia e perfino alle postazioni attuali governative, perché se Proietti in un fantasioso mondo parlamentare si siederebbe a destra per ideale e la nota imprenditrice a sinistra per necessità/interesse, Di Piero probabilmente starebbe in qualche neo formazione centrista, in attesa, come il Centro è sempre stato, di approfittare a sinistra o a destra a seconda del vento utile. Così come Di Piero ha fatto in tutti questi anni, da enfant prodige del settore a nonnetto orchestratore. Complimenti a lui se gli basta.

Il gioco è semplice e tragico: il punto non è inserire competenze nel posto giusto ma ficcare “Laqualunque” sulla poltrona delle distribuzioni necessarie alla rappresentatività dei vari e numerosi gruppetti porta voti. Tutto come sempre. Sintomo che non vi è unità ma contrapposizione. Laddove c’è unità prevarrebbe l’interesse per Sulmona, e allora, magari, in postazioni di rilievo strategico, e non solo meramente di potere, si inserirebbero figure quantomeno rappresentative se non puramente competenti del ramo.

La presidenza di Sulmona doveva essere politica, per questo Proietti non poteva spuntarla. E dunque? Occasione perfetta, vista anche l’opportunità reale, di inserire Teresa Nannarone: protagonista semi assoluta delle ultime elezioni comunali, sia come presenza, sia come rappresentanza, sia come background polito. Pregi e difetti compresi, naturalmente. Una donna, fra l’altro, fatto che non guasta, oltre che pei luoghi comuni strumentalizzati a piacere e a seconda del caso (vedi Sulmona anche nel caso specifico) per la mia personalissima opinione che ritiene certe donne assai capaci ed affidabili in questo delicato settore, che è la politica.

Perché non è stata eletta Teresa Nannarone? Perché le persone mediocri che dovevano appoggiarla hanno avuto paura di finire nell’ombra o, quantomeno, di dover sorridere al pubblico dalla seconda fila. Semplice e banale. Non è che vogliamo creare un monumento politico alla Nannarone: semplicemente, visto il contesto degli attori, l’avvocato risulterebbe essere la candidata giusta per un ruolo conquistato, anche visto il lavoro fatto a favore della nascita del gruppo e l’esperienza maturata anche lungo il filo della regione Abruzzo.

Altro aspetto. Hai Totti e Ronaldo in panchina, per estremizzare di molto l’esempio, e tu fai entrare Pinco Pallino per non offendere uno dei due? Ipocrisia e sconcerto. Dove sono l’unità e la fratellanza? Nulla assoluto. Zero spaccato. Se questi sono i presupposti è definitivamente lecito pensare che non sarà un periodo facile per il nuovo gruppo politico. L’unico lavoro che è stato fatto fino ad ora dal gruppo di Di Piero è stato quello di celare le profonde differenze fra le varie parti con fra parate e carri di maschere. Perché non basta ed è ipocrita unirsi per la vittoria e farneticare di mille ideali, proposte e fratellanza, ma poi cambiare faccia al tavolo del governo, suscitando retroscena, attivando il meccanismo delle guerre interne e finendo per terra. Noialtri cadremo però, non certo loro. Purtroppo la memoria umana non è abbastanza allenata per ricordare avvenimenti identici che portarono Sulmona sull’orlo del baratro del dimenticatoio.

A Sulmona, ma un po’ ovunque, vige la “Prevalenza del cretino noto testo significativo che descrive la condizione dell’uomo mediocre, costretto, per non soccombere a puntare su qualcuno minore di lui, onde poter mantenere le prerogative del potere e non farselo soffiare da chi è più grande di lui; e si finirà malissimo, con esperti e professori a fare la calzetta e illustri sconosciuti a governare il paese, e sarà una fine logica, inevitabile, giusta.

Mirko Mocellin