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Miasmi discarica Noce Mattei. Il Comitato Morrone: ora basta, vogliamo i dati Miasmi discarica Noce Mattei. Il Comitato Morrone: ora basta, vogliamo i dati
SULMONA – “Accesso agli atti a raffica, al fine di acquisire tutti i dati utili alla nostra battaglia per la tutela della salute pubblica... Miasmi discarica Noce Mattei. Il Comitato Morrone: ora basta, vogliamo i dati

SULMONA – “Accesso agli atti a raffica, al fine di acquisire tutti i dati utili alla nostra battaglia per la tutela della salute pubblica della Valle Peligna”, con questo “manifesto” che disegna un cammino determinato e per nulla arrendevole, il Comitato Morrone Sulmona Valle Peligna, costituitosi nel luglio scorso in difesa della salubrità ambientale del nostro territorio e del rispetto delle vigenti normative, ha aperto l’assemblea consultivo/operativa svoltasi ieri, presso la sede A.N.A. di Sulmona. Una “vertenza” iniziata quest’estate in conseguenza dei miasmi provenienti dall’impianto di smaltimento Noce Mattei gestito, come noto, dal COGESA, dietro i quali i cittadini delle aree maggiormente investite, Marane soprattutto e abitato alle falde morronesi, hanno iniziato a non vederci chiaro, oltre che a respirare male.

il Presidente del Comitato Morrone Sulmona Valle Peligna, l’avvocato Geri Carugno

Assolutamente non pago dell’esito del sopralluogo effettuato il 28 agosto scorso da Arta e Asl nella sede operativa di Cogesa, dopo le segnalazioni della popolazione sul disturbo olfattivo dei giorni scorsi: “Odori appena percettibili e impianti che funzionano correttamente”, il Comitato ha deciso di approfondire la questione. Fra gli intervenuti, invitati dal presidente , l’avvocato Geri Carugno e dall’ architetto Augusto Fidanza, i due medici esperti in materia di insalubrità ambientali, Maurizio Proietti e Maurizio Cacchioni.

La prima bordata è stata annunciata dal Presidente del Comitato: a fronte di risposte insoddisfacenti e del tutto prive di dati da parte delle istituzioni, il Comitato a fine agosto ha prodotto un esposto, depositato alla Procura della Repubblica, dettagliato, contenente un folto elenco dei motivi delle lagnanze dei cittadini, che, si auspica dia seguito alle dovute azioni di verifica e controllo da parte della Magistratura. “Il disagio olfattivo” che durante l’estate ha raggiunto punte insopportabili deve avere cause che vanno chiarite e che non ci possono essere liquidate con un “è tutto nella norma” da parte di Cogesa dell’ARTA, ASL e di tutte le istituzioni interpellate. Ed è proprio questo lo scopo dell’esposto: ottenere dalle istituzioni precise risposte, documenti e numeri che facciano chiarezza e raccontino in cifre lo stato delle cose. Faremo una raffica di richieste ufficiali di accesso agli atti, per iniziare ad avere quelle risposte che, come in un puzzle ci consentiranno di chiarire la situazione. Vogliamo conoscere i criteri con i quali sono stati fatti i prelievi, i rilievi, le campionature, le analisi, i parametri utilizzati, ecc. ecc. Vogliamo inoltre che venga monitorata seriamente e scientificamente la situazione in atto.

Discarica di Noce Mattei – COGESA

Fidanza ha introdotto il delicato argomento dell’inquinamento delle acque nella nostra valle che, allo stato attuale, ha affermato, “è certificato, anche se non è dato conoscerne la causa. Noi vogliamo che vengano non solo testate acque, terreni, ma che vengano resi noti gli esiti“.

arch. Augusto Fidanza, dott. Maurizio Cacchioni, dott. Maurizio Proietti

Cacchioni e Proietti hanno infatti posto il problema dell’inquinamento dell’intera catena alimentare come uno degli esiti dell’avvelenamento ambientale; l’altro è quello della qualità dell’aria che respiriamo che pone un problema non solo di qualità della vita ma anche di impatto sulla salute: un’aria fetida non può essere il prodotto di una causa sana. Il risultato, laddove l’ambiente risultasse effettivamente inquinato, comporterebbe malattie che mettono a serio rischio la popolazione: cardio-vascolari, respiratorie, malattie a carico del fegato, delle ghiandole, del sistema immunitario e nervoso anche con preoccupanti variazioni genetiche: stiamo registrando nella valle peligna un aumento anormale dei malati di SLA risultanti dai report dei medici di base, addirittura a carico di bambini, segno che qualcosa di abnorme ha modificato e continua a modificare l’ambiente in cui viviamo. Ed è nostro diritto chiedere e sapere di che cosa si tratta. Chi inizia a soffrire di difficoltà respiratorie spesso non si reca al pronto soccorso e questa ritrosia non consente di monitorare l’effettivo stato delle cose. Non abbiamo dati epidemiologici perché la loro acquisizione risulta inidonea a monte. Scarsissimi i dati provenienti dai pronto soccorso delle ASL anche per la ritrosia delle persone a rivolgervisi per problemi respiratori o fenomeni di improvvise allergie, ecc.; le indagini sulle cause di morte, inoltre, si fermano ad es. alla registrazione dell’exitus di un infarto ma non della causa di quell’infarto.

A fronte di questa scarsezza di dati ufficiali e istituzionali esiste, tuttavia, una parallela enorme trattatistica scientifica, reperibile nelle banche dati anche on line a disposizione di chi volesse approfondire: una trattatistica che mette i brividi e che, purtroppo, resta ad usum dei tecnici e specialisti del settore. Lo stato ha fallito nel ruolo di prevenzione sanitaria non attivando una raccolta dati scientifica seria mirata ad una banca dati istituzionale completa e che serva a tenere sotto controllo la situazione di salute della comunità. Valga per tutti l’inaccessibilità ad esempio del Registro Regionale dei Tumori. Sono invece cosa certa le conseguenze registrate in altre regioni della riduzione di aspettativa di vita per problemi cardio-vascolari derivanti da centrale di decompressione del gas (come quella della SNAM che dovrebbe sorgere a Case Pente, ad esempio). Studi di cui disponiamo, ha concluso il dott. Proietti, dal 1995 hanno verificato il legame tra malattie cardio-vascolari e le discariche. Non si conosce la dannosità, invece, delle combine di sostanze osmogene, tutte dannose, quando cioè sono associate fra loro. Riguardo i metalli pesanti: non si riescono a fare analisi sui bambini. E ancora: il bio-aerosol, prodotto dalla discarica, è dannoso soprattutto per coloro che lavorano i rifiuti, ma non solo per loro.

Fra gli intervenuti il sindaco di Pacentro, Guido Angelilli, che si è detto molto scettico sulla conduzione del COGESA e perplesso da una “molto discutibile modalità di gestione delle eccedenze“. Il Comitato gli fa eco: L’impianto, un tempo virtuoso, pare non essere più tale, sembra proprio non riesca a smaltire il materiale che viene lasciato all’aria aperta, per giorni. E se aria irrespirabile c’è, le cause sono diverse fra cui l’ipotesi di rottura dei filtri dell’impianto. Ricordano poi che detto impianto, entrato a regime nel 2006 sarebbe ormai obsoleto e non in grado di gestire lo smaltimento come dovrebbe. “Essere la discarica d’Abruzzo – chiosa Carugno – non può significare risolvere il problema universale delle immondizie altrui a danno della nostra salute”.

“Il sindaco di Sulmona promette – aggiungono infine dal comitato – ma nulla fa realmente. È stato anche sottolineato come l’indennità di ristoro ambientale non sia utilizzata in alcun modo …per il ristoro ambientale!

Insomma una questione per nulla chiusa dai comunicati ARTA e ASL ma che si profila assai dura “da smaltire” per chi finge che il problema nella Valle Peligna sia solo un fatto di cattivi odori “appena percettibili”.

Ariel