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Signoraggio, guerre-farsa, debito e poveracci Signoraggio, guerre-farsa, debito e poveracci
Il punto focale della questione è che il prestito e il suo conseguente debito viene utilizzato soprattutto per signoreggiare/ dominare e sottomettere i popoli.... Signoraggio, guerre-farsa, debito e poveracci

Il debito sin dai tempi antichi è stato sempre usato come forma di sottomissione, di schiavitù e di conquista, proprio come avviene ancora oggi. Di seguito riportiamo alcune citazioni estrapolate dalla Sacra Bibbia per far comprendere quanto atavica sia la questione del debito. Nel Vecchio Testamento, un testo scritto più di duemila anni fa troviamo scritto: “Quando il signore Iddio tuo ti avrà benedetto, siccome egli ti ha promesso, tu presterai a molte genti, e tu non prenderai nulla in prestanza; e signoreggerai sopra grandi nazioni, ed esse non signoreggeranno sopra te”.

Con il termine “signoreggiare”, presente nella citazione estrapolata da un testo stampato nel 1898, si identifica molto bene la sottomissione e la conquista di una nazione soprattutto attraverso il debito, generato dal prestito e dall’usura. In seguito, questo termine, nelle versioni più recenti della Bibbia (cioè quelle stampate dopo il Concilio Vaticano II°) è stato sostituito con il termine “dominare”, “… e tu farai prestiti a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito; dominerai molte nazioni mentre esse non ti domineranno”. Il punto focale della questione è che il prestito e il suo conseguente debito viene utilizzato soprattutto per signoreggiare/ dominare e sottomettere i popoli.

E in questi mesi di guerra “famosa” (delle altre sessanta frega nulla a nessuno) dovremmo riflettere sul fatto che un paese come l’Italia che corre verso i TREMILA miliardi (d’euro) di debito, possa spendere in armi e non preoccuparsi di crisi della sanità tagliata, della cultura tagliata, delle imprese in ginocchio e del tracollo imminente. Una cosa è certa: nell’impossibilità, evidentemente, di restituire somme assurde, l’aumento degli interessi (lo stipendio che paghiamo alle banche, all’Europa e alla Nato) tanto si allarga quanto s’accorcia il guinzaglio che ogni italiano ha ben fissato sul collo suo, di suo figlio e di suo nipote. Senza contare le future generazioni.

Nonostante passino i millenni, finché non saremo consapevoli a livello sociale di tali brogli e seguenti “azzeccagarbugli”, i meccanismi rimarranno sempre gli stessi. Pertanto, solo su queste basi culturali, potremo comprendere a fondo l’affermazione di John Adams, (1735-1826): “Ci sono due modi per conquistare e schiavizzare una nazione. Uno è con le spade, l’altro è con il debito”. Oppure quella di Mayer Amschel Rothschild (1744-1812): “La nostra politica è quella di fomentare le guerre, ma dirigendo conferenze di pace, in modo che nessuna delle parti in conflitto possa avere guadagni territoriali. Le guerre devono essere dirette in modo tale che le nazioni, coinvolte in entrambi gli schieramenti, sprofondino sempre di più nei loro debiti e, quindi, sempre di più sotto il nostro potere”. Essere consapevoli dell’utilizzo del debito, sin dai tempi antichi, come forma di conquista, ci apre alla comprensione profonda dell’origine del “Signoraggio” e del “Signoraggio Bancario” moderno.

Gesù: il primo combattente contro gli speculatori del Tempio.

Un altro interessante passo della Bibbia, in questo caso preso dal Nuovo Testamento, che merita di essere citato è l’episodio in cui Gesù ribaltò i banchi dei cambiavalute, cioè i banchieri di allora, che si trovavano nel tempio. Perché si arrabbiò cosi tanto da reagire con tale violenza? Cosa facevano di così peccaminoso i cambiavalute? Di fatto, rastrellavano la moneta romana dalla circolazione per speculare sulla povera gente. All’epoca le tasse dovute all’imperatore romano si potevano pagare solo con la sua moneta, quindi la popolazione era costretta a svendere la propria ricchezza, oppure a svalutare altri tipi di valute per reperire la moneta con l’effige imperiale che serviva per pagare i dazi. I cambiavalute, profanando anche la sacralità del tempio, non avevano nessuna remora ad approfittarsi anche della propria gente. L’usuraio non ha mai avuto cuore, non ha mai posseduto un vero spirito di popolo perché è solo avido di denaro, di potere e vanagloria, come allora così oggi. In seguito a questo episodio, i sacerdoti e gli scribi cercarono di fare arrestare Gesù dalle autorità romane.

Date a Cesare ciò che è di Cesare

L’episodio citato ci porta alla spiegazione di una delle frasi di Gesù più celebri: nel Vangelo di Luca 20,20-26 leggiamo: “Postisi in osservazione (i sacerdoti), mandarono informatori, che si fingessero persone oneste, per coglierlo in fallo nelle sue parole e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore. Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni secondo verità la via di Dio. È lecito che noi paghiamo il tributo a Cesare?». Conoscendo la loro malizia, disse: «Mostratemi un denaro: di chi è l’immagine e l’iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». Ed egli disse: «Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». Così non poterono coglierlo in fallo davanti al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero”.

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