ovidio news
Si licenzia e s’incammina col suo cane per esplorare l’Italia. 260 giorni e 3850 chilometri  nel paese che muore Si licenzia e s’incammina col suo cane per esplorare l’Italia. 260 giorni e 3850 chilometri  nel paese che muore
Ci sono giorni che ti piglia un po’ così, mandi tutti a quel paese e te ne vai. Magari ce l’hai nella testa che... Si licenzia e s’incammina col suo cane per esplorare l’Italia. 260 giorni e 3850 chilometri  nel paese che muore

Ci sono giorni che ti piglia un po’ così, mandi tutti a quel paese e te ne vai. Magari ce l’hai nella testa che vuoi vedere il mondo da vicino, ma le catene sono sempre più numerose man mano che il tempo passa e allora rimandi, e pazienti fino a quando magari te lo scordi che ne hai piene le tasche, e finisce lì. Invece Renato Frignani, un trentottenne emiliano non ci deve aver pensato su troppo e così, ha salutato tutti, si è licenziato ed è partito. Lungo il cammino incontra Pulce, un cane che lo accompagnerà lungo tutto il viaggio. E così, cartina dei sentieri CAI alla mano, inizia l’avventura. Il resoconto sui social viene seguito assiduamente dal giorno della partenza, il 30 marzo 2019 fino al 18 gennaio 2020 data della fine del viaggio. Naturalmente il percorso non ha toccato le classiche rotte turistiche, in maniera tale da consegnare al viaggiatore un Italia inedita e poco battuta.

Il lungo viaggio è terminato lo scorso 18 gennaio dopo 260 giorni e 3850 chilometri. Naturalmente una cosa del genere ti offre la possibilità di vedere le cose sotto una luce diversa, ti fa faticare in maniera diversa facendoti fare attenzione alle più piccole cose e, naturalmente, ti fa considerare l’essenziale. Prima lavorava in fabbrica Renato e adesso dovrà ricostruirsi una vita, quel che è certo però, è che l’esperienza rimarrà dentro di lui come un antidoto alla consuetudine e agli obblighi imposti dalla società.

“ho percorso i sentieri di un’Italia minore, ma non in senso negativo. Luoghi di cui non ho mai sentito parlare, posti in cui nessuno andrebbe appositamente a fare turismo. Spesso si nomina la Majella, il Pollino, l’Aspromonte, quanti però quando organizzano le ferie in montagna prendono in considerazione queste mete? Alla fine quando si parte la meta sono le Dolomiti, il Monte Bianco e le altre località rinomate. Non viene in mente a nessuno di attraversare il Taburno o gli Alburni.

Questo sentiero mi ha permesso di scoprire zone uniche in cui forse non sarei mai andato, ed è stata un’esperienza bellissima. Ho visto un’Italia che sta un po’ andando a morire. C’è molta gente che fugge, che scappa. Molta gente che si arrende. Ho però anche incontrato persone coraggiose, che tirano avanti con il poco che hanno.”

Foto di Renato Frignani
Pulce. Foto di Renato Frignani

Le foto sono di Renato Frignani

otrel