“Forse pensavano di avere intimidito qualcuno con le denunce di ieri a mezzo stampa, ma anche questa notte un grande falò ha indicato il cammino e dei fuochi sono caduti sul cantiere. Non molleremo mai”.
Questo il comunicato degli attivisti NO TAV della Val di Susa, a dimostrazione di come la grana del Treno ad Alta Veocità Torino Lione sia tutt’altro che superata. Diverse centinaia di manifestanti sono stati fermati ieri sera nella loro marcia verso il cantiere esplorativo da una grande cancellata metallica rinforzata. Gli attivisti hanno acceso un fuoco, con fiamme alte oltre 4 metri, ed hanno provato a sfondarla con un grosso tronco, e poi ad aprire con un flessibile. Le forze dell’Ordine sono interventute con gli idranti e i manifestanti hanno lanciato pietre e petardi.
Il corridoio Lisbona Kiev non esiste più, ma gli appetiti dei grandi costruttori e dei politici al loro servizio fanno sì che l’attacco alla vita e all’ambiente della Val di Susa sia a tutt’oggi vivo e anzi cupamente minaccioso. La Lione Torino è nei programmi del grande business, centinaia di milioni di euro sono già stati investiti e stanziati, la Magistratura ha già dovuto indagare e condannare. Fermare la giostra è giusto, necessario e maledettamente difficile.