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Samuele Atzori. Problema, reazione, soluzione: in che modo l’élite ci fa ingoiare le sue scelte più impopolari Samuele Atzori. Problema, reazione, soluzione: in che modo l’élite ci fa ingoiare le sue scelte più impopolari
Quando l’élite è costretta ad apportare un cambiamento rilevante al sistema che potrebbe essere rifiutato dalla popolazione, mette in atto un processo suddiviso in... Samuele Atzori. Problema, reazione, soluzione: in che modo l’élite ci fa ingoiare le sue scelte più impopolari

Quando l’élite è costretta ad apportare un cambiamento
rilevante al sistema che potrebbe essere rifiutato dalla
popolazione, mette in atto un processo suddiviso in
tre fasi che mira ad convincere le masse che i mezzi per
ottenere questo cambiamento siano studiati per la loro
tutela.

È quanto succede ad esempio in caso di guerra. Ogni guerra
ha bisogno di un popolo che ne accetti e faccia proprie
le motivazioni come valide ed inderogabili, altrimenti
nessuno per alcun motivo desidererebbe morire, uccidere
o provocare ad altri sofferenze indicibili. Il meccanismo
che porta a questa manipolazione collettiva,
consta di una prima fase durante la quale viene individuato
un problema, il cosiddetto casus belli – inventato
o parzialmente vero che sia – e se ne scarica la responsabilità
su coloro contro cui si vuole muovere per
ottenere il risultato o il vantaggiato desiderati. Se ad
esempio, in caso di mire espansionistiche, l’intento è di
appropriarsi delle risorse di un altro Stato, esso inizialmente
viene normalmente accusato di un fatto aggressivo
non commesso. Attraverso la manipolazione delle
notizie, i media non indipendenti, la cosiddetta “stampa
di regime”, saranno indotti a passare informazioni
dichiaranti la colpevolezza della nazione in questione,
mostrando gli effetti provocati dall’episodio illecito e le
inevitabili conseguenze. In questo modo, sia nelle
popolazione direttamente coinvolte, sia in quelle del
resto del mondo, si genererà un sentimento diffuso di
paura e rabbia che le distrarrà dal vero scopo desiderato: quello di appropriarsi delle ricchezze. La seconda fase è quindi quella relativa all’indignazione generale per quanto “accaduto” che genererà automaticamente nelle masse la richiesta di una soluzione cosiddetta
“defintiva”.
Grazie a ciò sarà possibile lanciare la terza fase, cioè
l’azione desiderata sin dall’inizio, ma stavolta pienamente
sorretta dalla popolazione. Così, la guerra, che
nessuno avrebbe voluto, si trasforma nell’unico strumento
desiderato dalla popolazione, e l’élite ottiene il risultato voluto.

Samuele Atzori (autore del libro “T’indottrino”, ordinabile sul sito ww.edizionisi.com).