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Ristoro: da dove arrivano i soldi? Ristoro: da dove arrivano i soldi?
Uno Stato in mano agli usurai internazionali La pioggia di interventi assistenziali con cui il governo argina il crollo degli incassi delle attività, dovuto... Ristoro: da dove arrivano i soldi?

Uno Stato in mano agli usurai internazionali


La pioggia di interventi assistenziali con cui il governo argina il crollo degli incassi delle attività, dovuto alle misure restrittive per il COVID, lascia esterrefatti tutti i Keynesiani e tutti i nemici dell’Austerity. Fino a pochi mesi fa, sembrava che il debito pubblico fosse il grande nemico da abbattere in tutti i modi, una vergognosa ipoteca messa sul capo dei nascituri da governanti folli e spendaccioni, qualcosa che ci stava conducendo inesorabilmente alla rovina. In realtà, secondo la teoria Keynesiana, il debito pubblico dovrebbe equivalere, e nei fatti equivale, a risparmio privato, dato che a comprare i titoli di Stato sono appunto i privati. Quando uno stato ha una sua moneta, come gli USA o come il Giappone, il debito pubblico si potrebbe addirittura ridurre a una partita di giro, dato che il cosiddetto ‘prestatore di ultima istanza’ è infine la Banca Nazionale, di proprietà pubblica: almeno parzialmente. Così lo Stato finisce per essere debitore di se stesso, e l’unico problema è il rischio di generare troppa inflazione.
Ma con il Recovery Fund tutto sembra essere passato in cavalleria. Una parte dei fondi erogati dall’Europa è concessa a fondo perduto (81 miliardi, affiancati da un prestito di 127). E perché non tutti? cosa mai sarebbe cambiato per l’a BCE concedere (in situazione mille miglia lontana da ogni possibile ipotesi di inflazione), tutto il Recovery a fondo perduto? Che l’Euro si sarebbe svalutato? Figurarsi, il PIL degli Stati europei assomma a decine di miliardi di Euro, mettere a disposizione degli Stati 1.000.000.000 euro in più o in meno non incide proprio per nulla sulla massa monetaria in circolazione.
Ma… ma. Il sistema bancario di cui la BCE è il perno, non è per nulla controllato dai Governi. La BCE è proprietà delle Banche Nazionali, le quali a loro volta sono proprietà delle banche private. Per una ragione o per l’altra, i dirigenti delle banche pubbliche sono sempre espressione del mondo bancario privato, e la separazione fra queste banche e il potere politico è sancita e sanzionata: gli Stati DEVONO essere debitori dei privati e nessuno si azzarda a dire ‘beh’, tanto è straripante il potere degli USURAI internazionali. E anzi, continuamente si verifica un interscambio fra dirigenti bancari e dirigenti politici: l’ultimo caso quello dell’ex ministro delle finanze, Padoan che si dimette da deputati per prendere la direzione di una delle più importanti banche italiane. Ma è di pochi mesi fa il passaggio a Goldman Sachs con un importantissimo incarico operativo, di Taddei, già responsabile economico del PD renziano. (Quest’ultimo passaggio è particolarmente significativo, perché Taddei venne allontanato dal suo incarico nel PD dopo alcuni incredibili svarioni che ne minarono in maniera irrimediabile la credibilità: non è dunque certo per merito professionale che GS l’ha assunto, ma evidentemente per altri tipi di meriti: sudditanza, disponibilità, servizio?….).
Quindi, l’UE concede all’Italia 127 miliardi di prestito… senza condizioni? Eh no! Ce lo dice chiaramente Marattin, l’attuale presidente della commissione finanze della Camera.
“BASTA, NON HA PIÙ SENSO MENTIRE: LE CONDIZIONALITA’ SU QUEL FAMOSO STRUMENTO EUROPEO ESISTONO.Oggi al Parlamento Europeo si vota un Regolamento che disciplina l’utilizzo di alcuni fondi europei di cui si è molto parlato negli ultimi mesi.Dice che essi verranno revocati se il paese in questione non rispetta la più forte delle condizionalita’ macroeconomiche: il rispetto delle terribili regole fiscali europee (quando, probabilmente già il prossimo anno, saranno ripristinate)”

Già. Nonostante le sparate filo-europee di PD e M5S, nonostante Giorgetti (per conto dei banchieri) abbia ripreso per un’orecchio Salvini e gli abbia fatto abbandonare ogni velleità indipendentista, si dà il caso che il “patto di stabilità” sia stato solo momentaneamente sospeso, e che nei circoli di Bruxelles si dia per scontato il suo ritorno in grande stile già alla fine dell’anno in corso. Secondo la consueta strategia della rana bollita, magari resterà in stand-by ancora per un anno: ma subito dopo tornerà in auge, e per rimettersi nei parametri, non ci sarà altra strada che stroncare nuovamente la spesa pubblica: ricordiamo che i ‘camerieri dei banchieri’ hanno inserito addirittura in Costituzione il pareggio di bilancio…

La nuova politica UE che concede all’Italia di indebitarsi ancora più pesantemente, in una sorta di scimmiottatura del modello Keynesiano, rappresenta solo un cambio di velocità, e ha sempre il solito obiettivo (già in parte raggiunto): quello di sottrarre ricchezza reale al nostro paese. Se prima del COVID gli usurai operavano impedendoci di fare quel po’ di debito, necessario quantomeno a tentare una crescita dell’economia nazionale, oggi ci permettono di sforare di centinaia di miliardi… in attesa di chiederceli indietro con gli interessi…. ci infilano il cappio, e gli diciamo pure grazie.


Ovidio