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Risoluzione ONU: Cina, India, Iran non firmano contro Putin Risoluzione ONU: Cina, India, Iran non firmano contro Putin
Mentre l’Italia fornisce armi a Kiev di Fabrizio Zani Ieri mattina l’assemblea generale dell’ONU ha votato una risoluzione di condanna per l’invasione russa dell’Ucraina... Risoluzione ONU: Cina, India, Iran non firmano contro Putin

Mentre l’Italia fornisce armi a Kiev

di Fabrizio Zani

Ieri mattina l’assemblea generale dell’ONU ha votato una risoluzione di condanna per l’invasione russa dell’Ucraina e ha chiesto alla Russia di ritirare immediatamente le sue truppe.

La risoluzione non vincola gli Stati membri ad alcun comportamento specifico (sanzioni o altro).

A favore della condanna hanno votato in 141 stati, mentre 35 sono gli astenuti, e 5 (Bielorussia, Siria, Nord Corea, Eritrea e la Russia stessa) hanno votato contro. Fra gli astenuti, troviamo gli alleati della Russia (Iran, Cuba, Kazakistan) ma anche stati come il Sud Africa, l’India e l’Irak, e soprattutto la Cina.

La risoluzione è stata presa durante una sessione di emergenza dell’assemblea Generale (la prima dal 1997) dopo che quella del Consiglio di sicurezza era stato bloccata dal veto russo.

La risoluzione chiede anche a Putin di revocare il riconoscimento ufficiale delle due repubbliche russofone del Donbass (Lugansk e Donetsk).

La notizia vera è che Putin non è affatto isolato, come la propaganda NATO vorrebbe far credere. Astenersi su una risoluzione così obiettivamente ‘morbida’ significa nei fatti rifiutarsi di condannare la Russia per il suo comportamento, e che una buona metà del mondo (due potenze come Cina e India, da sole, rappresentano 3,4 miliardi di cittadini) abbia scelto questa posizione può creare non pochi problemi alla strategia di Washington.

Questa strategia è basata sul sacrificio del popolo Ucraino, autorizzato dal presidente-ballerino, Volodymyr Zelens’kyj, che al sicuro in qualche rifugio gioca a fare il conducador invece di ammettere le proprie colpa nello scatenarsi della guerra. Gli USA sapevano benissimo che Putin non avrebbe mai accettato di avere la NATO sulla porta di casa ma non si è fatta scrupolo di arruolare l’Ucraina fra gli stati membri, violando fra l’altro i trattati stipulati ai tempi di Bush padre e Gorbaciov.

Basterebbe che Zelens’kyi si dimettesse, e al suo posto un presidente serio dichiarasse la neutralità dell’Ucraina e una forte autonomia per le due repubbliche riconosciute da Putin (ricordiamo qui che la Russia è uno stato federale, mentre l’Ucraina è sostanzialmente in mano ai nazionalisti, che hanno fatto strage di diritti e soprattutto di migliaia vite nei territori russofoni), basterebbe questo, dicevamo, e la guerra sarebbe già finita.

Gli USA e la NATO hanno dunque il potere di evitare che il conflitto divenga ancor più sanguinoso, ma puntano sul fatto che Putin non possa spingere troppo sull’acceleratore, per via dei legami strettissimi che legano i popoli Russo e Ucraino, cementati dai decenni di convivenza, pacifica e fraterna, ai tempi dell’URSS. Escluso il buon cuore di Putin, proprio questo sembra essere il solo motivo per cui non stiamo assistendo, in Ucraina, alle carneficine cui le guerre della NATO ci avevano abituati, con i bombardamenti a tappeto sulle città, il lancio di migliaia di missili e centinaia di raid aerei prima che le truppe di terra fossero fatte avanzare, fra le macerie e i cadaveri.

Dopo il sacrificio del popolo ucraino, la seconda parte della strategia USA è quella basata sulle sanzioni, le cui conseguenze economiche ricadranno interamente sulle spalle dei paesi europei, in particolare Germania e Italia.

L’Italia (al contrario ad esempio della Spagna che fornisce solo aiuti non bellici) dal suo canto vende armi all’Ucraina, violando tutte le sue leggi, la Costituzione, e soprattutto il buonsenso. Senza un motivo plausibile, siamo diventati nemici di Mosca, ossia di uno Stato con cui abbiamo partnership miliardarie e con cui da anni avevamo rapporti assolutamente amichevoli. Serviva un’altra prova che chi ci governa risponde a interessi diversi da quelli del popolo italiano?

N. B. Di Maio, un ministro degli Esteri che definisce Putin “peggio di un animale”. Ed è tutto…

F. Z.