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RDC: Scatta l’obbligo di prestare servizio per il proprio comune RDC: Scatta l’obbligo di prestare servizio per il proprio comune
Inizia l’epoca dei (Puc) Progetti utili alla collettività. Presto tutti i beneficiari del Rdc saranno tenuti a svolgere lavori per il proprio comune di... RDC: Scatta l’obbligo di prestare servizio per il proprio comune

Inizia l’epoca dei (Puc) Progetti utili alla collettività. Presto tutti i beneficiari del Rdc saranno tenuti a svolgere lavori per il proprio comune di residenza, a dispetto dei tanti odiatori che ritenevano i beneficiari del reddito nulla facenti, ebbene, il Ministro del lavoro Nunzia Catalfo (M5S) ha firmato in data 22 Ottobre 2019 il decreto ministeriale che definisce l’attivazione dei lavori di pubblica utilità, successivamente inserito in Gazzetta ufficiale l’8 gennaio 2020.

Intesa dunque tra ANCI ( Associazione Nazionale Comuni Italiani ) e Ministero del Lavoro, che il 17 Ottobre in Conferenza unificata approva il provvedimento, L’Anci tuttavia, esprime intesa condizionata all’accoglimento del seguente emendamento e finalizza a prevedere una revisione correttiva – inserendo un ulteriore comma All’art. 5 – in esito ad un primo periodo di 12 mesi, i timori dell’Anci sarebbero riconducibili alle relative difficoltà che i comuni potrebbero incontrare nella fase applicativa organizzativa, considerata l’ampiezza della platea e la gestione della fase transitoria.

Entra quindi in vigore, l’obbligo di prestare servizio – pena decadenza del sussidio – per tutti o quasi i percettori del reddito di cittadinanza, ma vediamo nel dettaglio come si procederà, tempi e modalità di attuazione.

Sarà compito dei comuni gestire ed organizzare i progetti di pubblica utilità avvalendosi della collaborazione di altri enti pubblici, e saranno concretizzati in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. Ogni percettore del reddito, dovrà mettere a disposizione del comune ai sensi dell’ Art. 4 un numero di ore compatibile con le altre attività, e comunque non inferiore alle otto ore settimanali aumentabili fino ad un massimo di sedici.

È importante ricordare che i soggetti che aderiranno, non possono in nessun modo, svolgere attività in sostituzione di personale dipendente assente a causa di malattia, congedi parentali, ferie o sciopero, né potranno essere utilizzati per sopperire a temporanee esigenze di organico in determinati periodi di particolare intensità lavorativa, in quanto le attività previste nei PUC non sono assimilabili ad attività di lavoro subordinato parasubordinato o autonomo, non determinando quindi l’instaurazione di un rapporto di lavoro

I comuni hanno l’obbligo di attivare in favore dei soggetti coinvolti nei progetti, idonee coperture assicurative contro gli infortuni sul lavoro presso l’istituto Nazionale (INAIL) nonché per la responsabilità civile verso terzi , usufruendo delle risorse del Fondo povertà e del PON inclusione, messo a disposizione di ogni comune del territorio nazionale senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

CHI È ESONERATO?

Non tutti i beneficiari del sussidio saranno tuttavia obbligati ad aderire a tali progetti, tra questi vi sono : gli occupati con reddito di lavoro dipendente superiore a 8.145 euro o autonomo superiore a 4.800 euro, gli studenti, i percettori di pensione di cittadinanza, gli over 65, persone affette da disabilità e persone con a carico bambini piccoli o disabili.

Cassia