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Razzismo antimeridionale/ in Italia del nord Razzismo antimeridionale/ in Italia del nord
Da Marco Ezechia Lombroso ad Alfredo Niceforo ‘ì Blog di Storia; Loreto Giovannone Dopo il 1860, la nuova borghesia di apparato italiana, la classe... Razzismo antimeridionale/ in Italia del nord

Da Marco Ezechia Lombroso ad Alfredo Niceforo ‘ì

Blog di Storia; Loreto Giovannone

Dopo il 1860, la nuova borghesia di apparato italiana, la classe dirigente e il ceto politico fu alla ricerca della propria identità, all’ora come oggi, per accreditarsi ed affermarsi come ideologia al servizio della politica e non del progresso umano. Il patto faustiano tra politica e scienza generò le aberrazioni della pseudoscienza positivista, spinse, alimentò, favorì ideologie mediocri e pericolose note come darwinismo sociale impiantate in Italia dalla colonizzazione anglosassone per invasione militare ed annessione, politica, amministrativa del Piemonte Sabaudo. Colonizzazione militare, economica e commerciale, persino l’impianto creditizio e fiscale provenne dall’Inghilterra. Nel 1862 i giornali riportavano del viaggio del ministro Quintino Sella (ministro delle Finanze con il gabinetto Rattazzi) a Londra per studiare l’incoming tax, la tassa sui redditi detta imposta sulla ricchezza mobile, oggi potremmo paragonarla all’IVA.

Darwinismo sociale. La corrente di pensiero sviluppata a partire dalla seconda metà del XIX secolo da Herbert Spencer (1820-1903), aveva invece un carattere prettamente ideologico: estendeva, dalla natura alla società, i concetti di selezione e lotta per l’esistenza. Spencer, filosofo, biologo, antropologo e sociologo inglese divenne famoso per la sua teoria del darwinismo sociale per cui una forza fisica superiore plasma la storia. Spencer sviluppò una concezione onnicomprensiva dell’evoluzione come il progressivo sviluppo del mondo fisico, degli organismi biologici, della mente umana e della cultura e delle società umane tra cui etica, religione, antropologia, economia, teoria politica, filosofia, letteratura, astronomia, biologia, sociologia e psicologia. In piena espansione coloniale britannica la teoria del darwinismo sociale diviene una corrente ideologica funzionale alle politiche ed economiche di espansione e di conquista i tutti gli stati coloniali europei.

Nell’Italia unita, le classi dirigenti del nord pronte alla conquista coloniale del Regno due Sicilie, innestarono immediatamente il darwinismo sociale come strumento ideologico funzionale a costruire la divisione in due Italie, una al nord secondo la massiccia propaganda evoluta, avanzata, mentre il sud, ridotto al pauperismo estremo, doveva essere arretrato, povero, atavico. Scuole superiori, università, gli ambiti accademici prima, e l’istituto dei censimenti dopo, furono pilotati in modo da amplificare e propagare l’ideologia discriminatoria e razzista della conquista Sabaudo-piemontese.  Alla costruzione di due categorie sociologiche, italiani del nord, italiani del sud, contribuirono molti soggetti. In ambito pedagogico troviamo i teorici liguri Michele Lessona, Vincenzo Garelli, Gerolamo Boccardo per le colonie interne, Emilio Cerruti per le colonie all’estero. In ambito medico-militare troviamo Marco Ezechia Lombroso che puntò sulla diffusione della pseudo scienza antropologica, mutuata dagli studi frenologici sul cranio e cervello umano della scuola di Edimburgo. In ambito sociale si diffuse il darwinismo sociale di Spencer. 

l’Economista Gerolamo Boccardo nel 1864 scriveva: Le terre incolte ingombrano i tre quarti della Sardegna. Lo stesso dicasi di vastissimi e quasi abbandonati spazi del sud dell’Italia e della Sicilia. Or perché mai non potrebbero tutte queste contrade divenire a similitudine del Far-West degli americani, il nostro Near-sud. Perché non si costituirebbero fra noi Società d’emigrazione e di colonizzazione, operanti in Sardegna, nelle Puglie, in Calabria, come operano gli Squatters [occupanti abusivi] nelle Valli del Missipipi, dell’Ohio o della Colombia.

Lombroso un medico militare, spacciato ancora oggi come antropologo criminale, con teorie pseudoscientifiche mai accettate dalla comunità scientifica e avversato dai suoi contemporanei formuló teorie eugenetiche della inferiorità dei meridionali per conformazione cranica e propensione atavica alla delinquenza. Teorie poi continuate da seguaci di Lombroso, massimo esponente fu Alfredo Niceforo con il testo “Italiani del Nord e italiani del Sud” (F.lli Bocca, Torino, 1901) sviluppò la teoria razzista delle “due Italie” con la superiorità della razza Aria a nord e inferiorità della razza mediterranea a sud. Razzismo puro ed invenzione della razza Aria.

Alfredo Niceforo (Castiglione di Sicilia, 1876 – Roma, 1960) Presidente della Società Italiana di Antropologia, della Società Italiana di Criminologia e dal 1920 in poi membro del Consiglio Superiore di Statistica di cui anche diverrà presidente. Presidente della Società Italiana di Economia Demografia e Statistica, membro del Comitato direttivo del Consiglio Nazionale delle Ricerche per la Sezione di Biologia. Dal 1910, e ininterrottamente sino al 1953, fu docente di Criminologia nella Scuola giuridico-criminale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma, accademico dei lincei dal 1948.

Nel libro Italiani del Nord e italiani del Sud c’è l’apoteosi del razzismo coloniale:

Le Due Italie. L’Italia è una ma politicamente soltanto, perché essa ha, invece, una variegata colorazione morale: queste variazioni così staccate, così dissonanti tra loro, possono però riunirsi in due principali gruppi, in due principali toni che formano, nell’unico seno dell’Italia politica, due società ben diverse per grado di civiltà, per vita sociale, per colore morale: l’Italia del Nord da una parte e l’Italia del sud dall’altra: due Italie ben dissimili tra loro, in una parola. E mentre una di queste due Italie, quella del nord, ci si presenta con la fisionomia di una civiltà maggiormente diffusa, più fresca e più moderna, l’altra Italia, quella del sud, ci si presenta con una struttura morale e sociale che rammenta tempi primitivi, e fors’anco quasi barbari, una struttura sociale propria alle civiltà inferiori, ormai oltrepassate dal fatale ciclo della moderna evoluzione sociale.

Razzismo per gli italiani del sud. Con l’annessione il regime risorgimentale attuò una feroce azione militare, una altrettanto feroce repressione politica, la sistematica demolizione dello stato sociale, la dissanguante tassazione e pauperizzazione dell’intero meridione spinto alla massiccia emigrazione.  Il controllo politico gestito dai governi in 160 anni con il perenne sottosviluppo, con il nominare rappresentanti servili al potere centrale, con sbilanciare le risorse pubbliche sottraendole o sfavorendole con fantomatici criteri di trasferimento sono l’applicazione governativa del discrimine attuato da 160 anni. Lo Stato pratica discrimine e razzismo per il Meridione nella poderosa propaganda dei mass media che fondano sulla inferiorità la perenne negativa condizione di sottosviluppo arretratezza creata dall’alleanza della politica con il mondo finanziario.

Due contraddizioni: 1) Niceforo era siciliano non si comprende come mai lui non fosse arretrato atavico, inferiore, barbaro e con minore capienza cranica. 2) Se al meridione siamo primitivi, quasi barbari, inferiori, oltrepassati nella evoluzione sociale, come mai la percentuale di insegnanti meridionali nelle scuole del nord oltrepassa la percentuale del 70%?

Bibliografia:

Alfredo Niceforo. Italiani del Nord e italiani del Sud. F.lli Bocca, Torino, 1901.

Prof. Vincenzo Garelli. Delle colonie penali nell’arcipelago toscano lettere. Genova 1865.

Leone Carpi.  Delle colonie e dell’emigrazione d’italiani all’estero. Ed. Lombarda, Milano 1874