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Razzismo antimeridionale/   e classi dirigenti Razzismo antimeridionale/   e classi dirigenti
BLOG: Storia. Massimiliano Verde Come mostra efficacemente Alberto Burgio nel suo ”Nonostante Auschwitz” (2010), la razzializzazione delle folle, dei devianti, dei malati mentali, delle... Razzismo antimeridionale/   e classi dirigenti

BLOG: Storia. Massimiliano Verde

Come mostra efficacemente Alberto Burgio nel suo ”Nonostante Auschwitz” (2010), la razzializzazione delle folle, dei devianti, dei malati mentali, delle donne e delle plebi meridionali apparteneva pienamente «all’organicità discorsiva dello stato italiano unitario» (ivi, p. 82). Un’organicità discorsiva che risaliva già al Risorgimento, se si pensa al razzismo antimeridionale che caratterizzava la classe dirigente unitaria (e che comprendeva anche concezioni biologiciste della “barbarie” e dell’“arretratezza” meridionale) e al “discorso razziale/civilizzatore” che aveva accompagnato la brutale repressione del brigantaggio subito dopo l’unificazione d’Italia. Da questo punto di vista, lo Stato razziale fascista era in perfetta linea di continuità con lo Stato postunitario.

ll razzismo scientifico, istituzionale e popolare antimeridionale, in quanto  aspetto intrinseco del processo storico di costruzione della nazione, può essere mostrato allora come specifica traduzione locale della colonialità del potere capitalistico moderno globale poiché la razzializzazione del meridionale è connaturato allo stesso atto di fondazione della nazione italiana.

Nel 1912, con la partecipazione di una folta e autorevole delegazione italiana al I Congresso Internazionale di Eugenica, convocato a Londra dalla britannica Eugenics Education Society, la scuola positivista italiana si presenta al gran completo, con Sergi, Morselli, Marro, Niceforo, Michel, Loria, Gini.

Lo statistico Alfredo Niceforo a Londra ribadisce le sue interpretazioni sul nesso tra inferiorità socioeconomica e inferiorità biologica: sono le caratteristiche biopsichiche degli individui il motore del ricambio sociale: gli individui più dotati tendono a concentrarsi nelle classi superiori, mentre quelli deboli o tarati inevitabilmente discendono nella scala sociale. Intesa come «antropologia delle classi sociali», l’eugenica, secondo Niceforo, deve, dunque, contribuire a facilitare il naturale movimento delle «molecole» sociali: verso l’alto per quelle superiori, verso il basso per quelle inferiori dove in Italia etnicamente sono rappresentati dai meridionali o per meglio dire, la razza maledetta.

Dal ventre della Società Romana di Antropologia, presieduta da Giuseppe Sergi,fautore della deportazione -selezione artificiale dei devianti (inclusi perciò stesso meridionali non allineati al sistema) nascerà il Comitato Italiano per gli Studi di Eugenica, nel cui  Corrado Gini approderà alla tesi del fascismo come compimento biologico del Risorgimento. Intere generazioni di pseudo intellettuali, personale educativo, psichiatri, antropologi in Italia si sono imbevuti di queste teorie razziali e le hanno pervase a tutt’oggi a tutti livelli: culturali, scolastici, massmediali, alimentando per motivi funzionali alle elites colonialiste italiane il pregiudizio antimeridionale che si accinge ad abbattere oggi come ai tempi del Risorgimento prima, del fascismo e del risorgimento post fascista, sul fu Regno delle due Sicilie (piano Marshall=recovery fund). Disgraziatamente ed è opportuno evidenziarlo proprio in occasione del giorno della memoria -senza memoria- per le vittime meridionali (piú precisamente, napolitane e siciliane) quale quello della caduta di Gaeta, 13 di Febbraio, a tutt’oggi manca quella  “ricostruzione della memoria”  che per il capo dello Stato, Sergio Mattarella, resta “condizione per affermare pienamente i valori di libertà, democrazia, pace”. Assordante il negazionismo invece che si oppone alla denuncia potente e conseguente azione ripatrice, delle sofferenze economiche, sociali, razziali, patite ieri come oggi dai meridionali, negazionismo che impedisce ed impedirà alle nuove generazioni di italiani del Nord e del Sud di ricostruire quella “convivenza fatta di rispetto reciproco e di collaborazione” tanto auspicata dal Presidente della Repubblica.

Bibliografía:

Francesco Cassata , Molti, sani e forti.L’eugenetica in Italia 2006, Bollati Boringhieri editore

Miguel Mellino, Cittadinanze postcoloniali. Appartenenze, razza e razzismo in Europa e in Italia

2012, Carocci editore