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Questione Catalana e questione Kurda: il diritto all’autodeterminazione dei popoli è solo carta straccia Questione Catalana e questione Kurda: il diritto all’autodeterminazione dei popoli è solo carta straccia
Nell’ottavo dei dieci principi dell’atto finale di Helsinki, nel 1975, i paesi fondatori dell’Europa dichiaravano solennemente: “Gli Stati partecipanti rispettano l’eguaglianza dei diritti dei... Questione Catalana e questione Kurda: il diritto all’autodeterminazione dei popoli è solo carta straccia

Nell’ottavo dei dieci principi dell’atto finale di Helsinki, nel 1975, i paesi fondatori dell’Europa dichiaravano solennemente:
“Gli Stati partecipanti rispettano l’eguaglianza dei diritti dei popoli e il loro diritto all’autodeterminazione…

…operando in ogni momento in conformità ai fini e ai principi dello Statuto delle Nazioni Unite e alle norme pertinenti del diritto internazionale, comprese quelle relative all’integrità territoriale degli Stati. In virtù del principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei popoli, tutti i popoli hanno sempre il diritto, in piena libertà, di stabilire quando e come desiderano il loro regime politico interno ed esterno, senza ingerenza esterna, e di perseguire come desiderano il loro sviluppo politico, economico, sociale e culturale. Gli Stati partecipanti riaffermano l’importanza universale del rispetto e dell’esercizio effettivo da parte dei popoli dei diritti eguali e dell’autodeterminazione per lo sviluppo di relazioni amichevoli fra
loro come fra tutti gli Stati; essi ricordano anche l’importanza dell’eliminazione di qualsiasi forma di violazione di questo principio”.

Lo stesso principio era stato solennemente enunciato 70 anni fa nella Carta fondativa dell’ONU.

La Catalogna è forse a più importate Nazione senza Stato europea, e il referendum ‘illegale’ proposto dal governo regionale catalano ormai due anni orsono ha testimoniato in maniera inequivocabile come la popolazione non si riconosca nello stato spagnolo. Altra lingua, altra mentalità, una storia di dominazione da parte della Corona dei Borbone. Una situazione attuale in cui i catalani si sentono discriminati in numerosi campi dell’economia, della vita sociale e culturale.

Ma ovviamente ancora più grave e terribile la secolare violazione del diritto dei Kurdi ad avere un loro Stato Nazionale, violazione che ha condotto a decine di migliaia di morti, e non solo in Turchia, dove peraltro la repressione è più forte perché un’enorme parte del territorio sotto Ankara è in realtà, storicamente ed etnicamente Kurdistan.

.Se pure è accettabile l’idea che gli Stati Nazionali abbiano un loro sostanziale diritto alla sopravvivenza, che non deve e non può essere minacciato da azioni violente, pure una volontà ripetutamente e coerentemente espressa, come in catalogna, in forma del tutto democratica e non violenta, da una regione governata ininterrottamente dagli indipendentisti dalla notte dei tempi non può essere ignorata. Altrettanto si può dire per il Kurdistan, in cui la violenza è il risultato del acostante discriminazione e repressione esercitata dallo stato Turco, per la cui legge anche parlare kurdo in parlamento è ‘terrorismo’. E’ vero che nel corso dei decenni lo status quo dell’organizzazione statuale internazionale è stato raramente messo in discussione, ma è anche vero che ad esempio la Cecoslovacchia si è divisa spontaneamente e consensualmente in Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca. Ed è soprattutto vero che l’Italia fu fra i primi stati a riconoscere la secessione del Kosovo dalla Serbia, solo 11 anni fa.

Qualunque carta firmata solennemente, come la carta dell’ONU e la carta di Helsinki deve essere rispettata, o diventa carta straccia.

P.S. si comincia incarcerando i Catalani e si finisce massacrando i Kurdi.

Franco Slegato