ovidio news
Petrolio: mentre grattiamo il fondo del “barile” il pianeta collassa Petrolio: mentre grattiamo il fondo del “barile” il pianeta collassa
Il “riscaldamento globale” è un fatto di cui si sente discutere continuamente. Si discute. Ma sarà soprattutto la prossima generazione a percepirne il danno... Petrolio: mentre grattiamo il fondo del “barile” il pianeta collassa

Il “riscaldamento globale” è un fatto di cui si sente discutere continuamente. Si discute. Ma sarà soprattutto la prossima generazione a percepirne il danno irrimediabile viste le previsioni catastrofiche che derivano dagli studi effettuati.

Vediamo cosa accadrà all’uomo nei prossimi anni:

Una delle principali conseguenze dell’aumento delle temperature è un impatto sul ciclo dell’acqua e quindi sulla disponibilità delle risorse idriche: maggiore disponibilità di acqua nelle zone dove le risorse idriche sono già abbondanti ad esempio nell’emisfero Nord, e ad una minore disponibilità di acqua nelle aree già affette dalla scarsità di risorse idriche ad esempio in Africa e Asia.

Le variazioni delle precipitazioni porteranno a un deterioramento della qualità del suolo, effetto che a sua volta si ripercuoterà sull’agricoltura. Questo impatto sull’agricoltura potrebbe portare a una ridotta disponibilità di cibo nei Paesi già a rischio denutrizione. A causa dell’innalzamento del livello del mare molte zone costiere sono soggette a erosione delle coste, inondazione e salinizzazione delle falde acquifere. Tali fenomeni mettono a rischio settori economici quali la pesca, l’agricoltura e il turismo.Vi saranno squilibri ambientali e degli habitat, ovvero degli ecosistemi naturali quali foreste, praterie, deserti, sistemi montani, laghi, oceani. Si teme che animali e habitat non riescano a reagire tanto velocemente quanto il cambiamento climatico. Riduzione della capacità delle foreste di assorbire l’anidride carbonica, con ulteriore aumento della temperatura. Aumento della frequenza di inondazioni, alluvioni, ondate di calore, uragani. Questi eventi spesso sono causa morte e danni economici ingenti.

Gravi conseguenze per la salute umana, come ad esempio la diffusione di malattie infettive (malaria, tenia, febbre gialla, ecc.) in alcune zone, l’aumento dei decessi soprattutto tra la popolazione anziana a causa di ondate di calore o freddo estremo. Decessi e incidenti dovuti ad eventi climatici estremi. Ad esempio, l’ondata di calore del 2003 in Europa ha causato 70.000 decessi. (fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità).

Ebbene: ma cosa sta succedendo a discapito degli allarmi sul riscaldamento globale, vi chiederete e, soprattutto vorrete sapere: quali azioni si stanno opponendo al disastro imminente? beh, si tratta di razza umana e, conseguentemente, cosa vuoi che si stia facendo, niente di niente. Il governo della vostra nazione vi ha promesso soluzioni a questa crisi imminente? Bugie. Non sono i governi che comandano sul destino degli uomini. Già da un po’. E chi comanda, vi chiederete? Beh, ovvio, chi paga i governi. Soprattutto quelli indebitati fino ai denti dal fantasma esattore bancario, non tanto “esattore”, in effetti, quanto “gestore” vista l’impossibilità che hai di sdebitarti. Chi comanda? Ma la “nostra” banca di fiducia ovviamente! Però non quella “costruita intorno a noi”, bensì quella costruita ed inserita lentamente “dentro” di noi. E quindi vai con i “labirinti del gas”! Vai con le opere inutili! vai con la produzione della produzione della produzione! E parcheggiamo milioni di auto nuove in parchi surreali! Edifichiamo case senza previsione di abitarci! Scaviamo nelle “grotte” in cerca di carbone! E pensare che basterebbero un paio di raggi di sole e una carriola di vento per risolvere tutto.

E la sete di petrolio continua a crescere: nel 2018 i consumi mondiali hanno toccato il record di 99,3 Mbg e quest’anno arriveranno ben oltre i 100. E se lo scenario basato sullo “sviluppo sostenibile” dovrebbe toccare il picco dei consumi l’anno prossimo e diminuire fino al 2040, lo stato delle politiche attuali vede invece una forte crescita di richieste e consumi fino alla stessa data. A chi vogliamo credere?

otrel