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Perché Di Maio non prende posizione sui diritti umani violati in Bielorussia? Perché Di Maio non prende posizione sui diritti umani violati in Bielorussia?
Minsk attrae investimenti italiani, e la nostra diplomazia fa tutto il possibile per agevolare questo trend: bizzarro modo di evitare la delocalizzazione della produzione…... Perché Di Maio non prende posizione sui diritti umani violati in Bielorussia?

Minsk attrae investimenti italiani, e la nostra diplomazia fa tutto il possibile per agevolare questo trend: bizzarro modo di evitare la delocalizzazione della produzione…

Nominato primo viceministro degli Affari Esteri della Repubblica di Belarus, l’ambasciatore Bielorusso in Italia, Aleksandr Guryanov, ha incontrato, per chiudere le pratiche correnti, il Direttore Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Sebastiano Cardi. Ha incontrato poi il presidente della Commissione Affari Esteri del Senato Vito Rosario Petrocelli. Sono stati discussi i progetti di sviluppo delle relazioni bielorusso-italiane e valutata la possibilità di visite ulteriori dei politici italiani in Bielorussia e viceversa.

Nel 2016, visita di Lukashenko in Italia. Nel 2017, in Bielorussia si è tenuto l’anno della cultura italiana,

Ma ecco le parole dell’ambasciatore italiano a Minsk, Mario Giorgio Stefano Bald in un’intervista rilasciata nel settembre del 2019.

LA BIELORUSSIA SI RINNOVA E PUNTA GLI OCCHI SULL'ITALIA

“La Bielorussia di oggi è un Paese che desidera sviluppare un dialogo costruttivo con tutti i suoi partner europei e che offre interessanti opportunità per le nostre imprese. Sono diverse, infatti, le leggi e i decreti che nell’ultimo triennio si sono succeduti per garantire lo sviluppo dell’imprenditoria privata e per tutelare il business, anche straniero. In tutto questo i rapporti con l’Italia sono solidi e molto promettenti. Un esempio per tutti è il volume totale dell’interscambio, cresciuto senza interruzione. Il commercio bilaterale è passato da circa 350 milioni di euro nel 2016 a circa 700 milioni del 2018, con una netta predominanza del nostro export, +32% nel 2017 e +6 % nel 2018. Speriamo di raggiungere nel 2020 il miliardo di euro. Negli ultimi anni, si è registrato un aumento di interesse da parte di importanti realtà multinazionali, tra cui si segnalano i Gruppi Trevi, Manuli, Danieli e Rizzani de Eccher. Le nostre aziende sono attive nell’oil&gas, nella produzione di acciaio e nell’edilizia. Esistono poi uffici di rappresentanza e punti vendita delle più affermate aziende italiane non solo nei campi più tradizionali della moda e dell’arredamento, ma anche in altri settori, come la meccanica industriale e l’agroindustria. .

La normativa volta a liberalizzare l’economia e facilitare il settore privato è variegata e in continua evoluzione. Fra i provvedimenti di maggiore impatto vorrei menzionare l’Ordinanza Presidenziale n. 7 sullo ‘Sviluppo dell’Imprenditorialità nella Repubblica della Bielorussia‘ del 23 novembre 2017, che ha costituito il vero giro di boa per la tutela degli investimenti esteri. Si prevede una generale facilitazione per l’apertura di nuove imprese straniere, anche individuali, una riduzione delle ispezioni e della pressione fiscale, una semplificazione normativa che porta con sé una maggiore certezza del diritto e una riduzione delle asimmetrie informative fra imprenditori e Stato. Rientrano in questa disciplina agevolata diversi settori per noi interessanti, quali catering e ristorazione, alberghiero e accoglienza, turismo, trasporti, commercio, alta moda e sartoria, design di interni e complementi d’arredo, mobili, edilizia, programmazione software. Questo decreto è stato preceduto e seguito da una serie di altre nove ordinanze e decreti presidenziali che hanno notevolmente schiarito l’orizzonte per gli imprenditori stranieri interessati a questo mercato. Se l’imprenditore dichiara di voler investire almeno un milione di euro, i profitti su beni e servizi non saranno tassati per i primi cinque anni e, in seguito, le imposte sugli utili saranno dimezzate e non potranno comunque superare il 12%. Vorrei poi segnalare che, se l’imprenditore italiano volesse riesportare in Unione Europea non saranno comunque previsti dazi o tasse per i semilavorati in entrata e i beni in uscita, mentre l’IVA bielorussa sarà scontata del 50%. Per godere di ulteriori incentivi (come ad esempio l’azzeramento dell’IVA) e avere un quadro giuridico più solido è in ogni caso sempre possibile concludere un vero e proprio contratto di investimento con lo Stato Bielorusso”.

Tutto questo sembra un preciso invito agli investitori italiani: venite in Bielorussia, il lavoro costa poco, le tasse sono basse, e potete riesportare in Italia senza alcun problema. Al di là della problematica relativa ai diritti umani, in una nazione in cui gli oppositori sono regolarmente incarcerati ed esiliati, un’idea di alleanza o collaborazione fra due nazioni su queste basi, è semplicemente demenziale.

O. N.