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Parlamento: vivo, morto o ics? Parlamento: vivo, morto o ics?
Roma – Il taglio dei parlamentari è una battaglia storica del Movimento 5 Stelle, nata sotto ai palchi e sui manifesti dei primi “vaffaday”... Parlamento: vivo, morto o ics?

Roma – Il taglio dei parlamentari è una battaglia storica del Movimento 5 Stelle, nata sotto ai palchi e sui manifesti dei primi “vaffaday” e “quasi” portata a casa già ai tempi recenti della Lega. Mancava l’ultimo segmento sul cammino tortuoso e ricco di ostacoli. Qualcuno, infatti, si era cominciato a chiedere se dopo la crisi estiva e il nuovo inizio con le sinistre, contrarie al taglio, sarebbe potuto cambiare qualcosa. Invece se c’è stata una sorpresa è stata la “sorpresa delle sorprese” perché tutti, compattamente, hanno votato a favore del taglio. Il M5S era quasi in procinto di portare a casa la prima vittoria “mediatica” dalle elezioni del 4 marzo ed evidentemente, pur contrari, tutti gli altri hanno preferito salire sulla barca anti casta. E una volta tanto che il movimento cavalcava l’onda giusta si era trovato ai fianchi un affollatissimo stuolo di surfisti. Certo è che, a ben vedere, è stato significativo ascoltare le parole di chi, contrario ad una legge, subito dopo la vota. Misteri della democrazia parlamentare che quando le cose contano davvero, è più mediatica che efficace.

E proprio sull’efficacia reale di questa legge avevamo anticipato ieri i nostri dubbi confrontando a livello europeo e mondiale i numeri di un’operazione magnifica politicamente ma debole nei contenuti. Innanzitutto la densità di popolazione italiana rispetto agli altri paesi europei ci porta fra gli ultimissimi posti se pensiamo al rapporto parlamentare/abitanti. Questo significherà dalla prossima legislatura che alcuni territori del nostro paese, soprattutto quelli interni e già in crisi per lo spopolamento, saranno meno tutelati per la mancanza di rappresentanti. Ora: si potrà affermare che un parlamentare è il parlamentare di tutti, ma nella realtà dei fatti è facile intuire come, invece, l’eletto di un territorio possa essere un punto di riferimento importante per una comunità specifica, anche soltanto comunicativo e di scambio. E se pensiamo al risparmio (circa 80 milioni l’anno) sarebbe forse stato più utile agire sul taglio delle spese dei rappresentanti piuttosto che sul loro numero.

Per questi motivi, pur riconoscendo un atto storico e di valore da parte degli ideatori, la vittoria politica dei legislatori ci appare mediatica ma debole nei contenuti, anche tenendo presente la legge dei grandi numeri, poco avvezza ai limitati abachi dell’utente medio, laddove un milione, dieci, cento, mille sono cifre di un mondo troppo distante e quindi poco discernibili. Del resto di questi tempi il filo che divide vincitori e vinti è talmente sottile che un’azione mediatica (finalmente!) potrebbe essere utile per ottenere fiducia e voti dagli italiani. E allora chissà, magari questo potrebbe essere il primo passo, un giorno, per poter cambiare un poco le cose.

E se infine la diminuzione dei parlamentari avesse finalmente come corrispettivo la riforma del Referendum (evolvendolo da abrogativo a propositivo) forse la democrazia rappresentativa ne guadagnerebbe davvero.

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