ovidio news
Omaggio ad “Amici Miei” Omaggio ad “Amici Miei”
“Amici miei” di Mario Monicelli può considerarsi, senza dubbio, uno dei punti più alti della commedia all’italiana, pur rappresentandone il tramonto. Un punto di... Omaggio ad “Amici Miei”

“Amici miei” di Mario Monicelli può considerarsi, senza dubbio, uno dei punti più alti della commedia all’italiana, pur rappresentandone il tramonto. Un punto di non ritorno per il cinema italiano, malinconico, così come è malinconica la Firenze in cui si intrecciano le comiche vicende di quattro amici di mezza età, i quali sconfiggono la noia e l’insoddisfazione delle proprie vite riunendosi e dedicandosi allo scherzo per l’intera giornata, dando vita alle cosiddette zingarate.

Il conte Raffaello “Lello” Mascetti (Ugo Tognazzi), un nobile decaduto che in pochi anni ha sperperato il suo patrimonio, insieme a quello di sua moglie, Alice (Milena Vukotic); l’architetto Rambaldo Melandri (Gastone Moschin), la cui aspirazione è quella di costruirsi una tranquilla e comoda vita borghese; Guido Necchi (Duilio del Prete), proprietario di un bar ristorante e Giorgio Perozzi (Philippe Noiret, doppiato nella prima pellicola della trilogia da Renzo Montagnani, che subentrerà nel secondo film sostituendo Duilio del Prete nel ruolo del Necchi), capo redattore di cronaca. Tutti legati da un’ironica e indissolubile amicizia, la cui profondità viene dimostrata a tratti, tuttavia sufficienti a far comprendere allo spettatore il sentimento sincero e saldo che lega i quattro uomini.

Ad essi si aggiungerà successivamente il Professor Alfeo Sassaroli, un facoltoso chirurgo di “chiara fama” che, dapprima cinico e apparentemente spietato, rivelerà la sua vera natura perfettamente in sintonia con la filosofia del gruppo. Sassaroli troverà in loro una temporanea via di fuga da una vita piena di successi e di consensi che tuttavia lo soffoca. La monotonia delle loro giornate verrà finalmente spezzata dall’arrivo di un nuovo personaggio, Niccolò Righi (Bernard Blier), e da una geniale intuzione del Necchi. I cinque amici faranno credere al Righi di essere un gruppo di spacciatori, creando situazioni in cui ci saranno falsi scambi di merce, finti inseguimenti da parte del clan rivale, i Marsigliesi, con tanto di sparatorie realizzate con pistole giocattolo. Il tutto ha un effetto puramente realistico, tanto da portare un uomo furbo e sospettoso come il Righi a credere alla veridicità della situazione. Il resto della storia è tutto da scoprire. Un quintetto di attori assemblati in modo curioso, diversissimi tra loro, ma straordinariamente efficace, indimenticabile, entrato di merito nella storia del cinema italiano.

Ovidio News