Non solo Benetton. Indagati in Abruzzo i vertici di Strada dei Parchi per omessa manutenzione e attentato alla sicurezza dei trasporti
'AlfonsoAbruzzoecologia,ambienteEconomiaGiustiziaMobilità e InfrastruttureorruzionePoliticatotostrade 12/11/2020 Franco Slegato
E‘ ormai chiaro che le concessioni autostradali erano il sistema di finanziamento occulto dei partiti
Dopo gli arresti avvenuti ieri mattina, riguardanti Società Autostrade dei Benetton, anche i vertici Strada dei Parchi della famiglia Toto sono sotto inchiesta per reati di gravissimo allarme sociale: omessa manutenzione e attentato alla sicurezza dei trasporti.
Le indagini sono partite nel 2018 da un esposto degli ambientalisti abruzzesi Forum H20, Soa e Nuovo Senso Civico. Nell’esposto si leggeva fra l’altro:
“Pile dei viadotti e impalcati con ferri scoperti e cemento che si sbriciolava sotto alle nostre dita, con animali domestici e selvatici, da orsi a vacche, che entrano periodicamente sull’autostrada con gravissimi rischi per l’incolumità degli automobilisti”.
In linea di massima, i reati di ‘grave allarme sociale’ sono quelli che fanno automaticamente scattare le manette della detenzione preventiva, cosa che non è successa in Abruzzo – scopriremo un giorno il perché?
L’omessa manutenzione riguarda i viadotti “Popoli”, “Bussi”, “Gole di Popoli” e “Svincolo di Bussi”. Il presidente del consiglio di amministrazione, Lelio Scopa, e l’amministratore delegato, Cesare Ramadori, sono indagati dalla Procura di Pescara (attentato alla sicurezza dei trasporti), mentre In sette sono indagati, a vario titolo, in concorso tra loro, per inadempimento di contratti di pubbliche forniture e attentato alla sicurezza dei trasporti.
Il rapporto fra Strada dei Parchi e società Autostrade è strettissimo, dato che anche se oggi Strada dei Parchi Spa (A24 Roma-Teramo) e A25 Torano- Pescara ) è un’azienda della Toto Holding Spa, è nata nel 2003 come joint venture tra il Gruppo Autostrade per l’Italia e il Gruppo Toto. Atlantia è poi uscita dal patto nel 2011.
Che società gemelle attuino gli stessi comportamenti criminali, e si permettano di ingannare tutte le autorità pubbliche in maniera spudorata, si spiega solo con la certezza dell’impunità. Senza il crollo del Ponte Morandi, non sarebbero mai partiti i controlli a tappeto, che hanno portato allo scoperto i disastri di decenni di mancata manutenzione e mancato adeguamento da parte dei gestori.
Per quanto riguarda i Benetton, una vicenda come quella della revoca della concessione dopo il Morandi, si è bloccata per l’opposizione tenace di Lega e Patito Democratico, e della stampa tutta, che hanno beneficiato negli anni(in virtù di precisi accordi? questa è l’ipotesi, e se vogliamo più di un’ipotesi) dei finanziamenti di Società Autostrade. Il mancato controllo, il contratto-capestro per lo Stato, gli aumenti incontrollati delle tariffe: tutto questo ha permesso ai gestori di accumulare abbastanza profitti per finanziare i partiti e i giornali (pubblicamente e ufficialmente per cifre già importanti, non vogliamo quantificare i finanziamenti occulti…) che nel momento del bisogno si sono immediatamente schierati. Anche la cacciata di Danilo Toninelli dal ruolo di Ministro dei Lavori Pubblici, e la sua sostituzione con Paola De Micheli, nata nella fondazione di Letta, di cui i Benetton erano i principali sponsor, è da leggere in questo quadro.
Per quanto riguarda i Toto, il massimo referente in politica è l’esponente del Partito Democratico, già presidente di regione e oggi Presidente, coi voti del M5S della Commissione Finanze del senato, Luciano D’Alfonso.
In un processo del 2012, di fronte al Tribunale di Pescara, così dichiarava Mario Toto:
«Conosco Luciano D’Alfonso dalla metà degli anni Ottanta, da quando era un ragazzino. Mio fratello Carlo Toto lo conosce quanto me: Luciano è venuto ai matrimoni, alle nostre feste, ha frequentato gli uffici della Toto, è come uno di famiglia». Ovviamente, e la magistratura giudicante di Pescara ‘conferma’ è per pura amicizia che i Toto pagano viaggi e soggiorni a D’Alfonso, non certo per ricompensarlo per aver dato all’epoca ai Toto l’affidamento in concessione di alcune aree di parcheggio.
Bene, nel 2016, il Gruppo Toto presentò i Regione un progetto di rifacimento dei tratti autostradali di propria competenza (Toto è soprattutto un costruttore)….questo progetto prevedeva numerose varianti, nuovi assi di penetrazione e di interconnessione, nuovi tunnel, con distruzione dei costoni rocciosi e di numerose falde acquifere. Avrebbe causato per decenni disagi enormi agli automobilisti,
Toto pagherebbe tutto (o meglio, le banche presterebbero a Toto i soldi per pagare tutto) e in cambio Strade dei Parchi avrebbe la concessione per altri 45 anni e l’aumento dei pedaggi (che sono già fra i più cari d’Europa). Mentre sui territori si scatena la bagarre e l’opposizione al mega-progetto attraversa tutta la società civile, l’ineffabile D’Alfonso spiega che non ci si può proprio opporre, perché un simile progetto darà lavoro a un sacco di gente. Certo, da”uno di famiglia” non ci si poteva aspettare altro. Per la cronaca, il progetto finirà nel dimenticatoio, e D’Alfonso vedrà la sua maggioranza sbriciolarsi
E’ questa spudoratezza, questa certezza dell’impunità che permette però oggi all’informazione libera di denunciare, senza tema di smentita o di querele (peraltro sempre benvenute se si tratta di rendere il tutto ancora più visibile) l’accordo fra i partiti, tutti, ad esclusione del M5S, e quella fetta di imprenditori coinvolti nel business delle gestioni autostradali.
Franco Slegato