Il leit-motiv della durissima manifestazione di ieri pomeriggio a Milano, nei pressi del consolato di Turchia, è uno e solo uno: isolare Erdogan. Il blocco alla vendita di armi deciso dal Governo italiano è visto come una misura del tutto ininfluente rispetto alla guerra di aggressione scatenata dalla Turchia nei confronti del popolo Kurdo residente nei territori controllati dalla Siria.
Il motivo di questa guerra, permessa dagli USA e dalla Russia di Putin, desiderosi di mantenere lo status quo nella regione e dunque di conservare l’alleanza con la Turchia, è preciso e dichiarato. Sottrarre al controllo dei Kurdi una fascia di 20 chilometri, in Kurdistan siriano, per allontanare le milizie armate dal confine con la Turchia.
La paura di Erdogan è che queste milizie possano intervenire in favore delle popolazioni kurde, discriminate e duramente represse in Turchia, e che da anni si battono per un Kurdistan indipendente, o quantomeno per avere, in Turchia, un riconoscimento sostanziale e formale della loro esistenza, della loro lingua e delle loro tradizioni.
La manifestazione di Milano ha visto sfilare migliaia di persone (10.000 secondo gli organizzatori). Il consolato è stato transennato dalla polizia, in assetto anti-sommossa, ma i dimostranti ( la comunità kurda appoggiata dai centri sociali del Nord-Italia) sono comunque arrivati a ridosso dell’edificio sparando razzi e lanciando petardi.
O.N.