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Maurizio Gentile, sulmonese, “commissario alla sicurezza” del Governo dei Migliori, rinviato a giudizio per il disastro ferroviario di Pioltello Maurizio Gentile, sulmonese, “commissario alla sicurezza” del Governo dei Migliori, rinviato a giudizio per il disastro ferroviario di Pioltello
Già indagato a Napoli (attentato alla sicurezza dei trasporti), coinvolto i due delle più grandi inchieste sulla corruzione nei Lavori Pubblici… pizzicato sullo yacht... Maurizio Gentile, sulmonese, “commissario alla sicurezza” del Governo dei Migliori, rinviato a giudizio per il disastro ferroviario di Pioltello

Già indagato a Napoli (attentato alla sicurezza dei trasporti), coinvolto i due delle più grandi inchieste sulla corruzione nei Lavori Pubblici… pizzicato sullo yacht di un costruttore già incarcerato per lo scandalo Grandi Opere del 2016

Maurizio Gentile, è stato AD di RFI (la società che gestisce le reti di Ferrovie dello Stato) presidente e amministratore delegato di Grandi Stazioni s.p.a . E’ stato nel c.d.a. della prima società creata per seguire i lavori del TAV Torino Lione (Lyon Turin Ferroviaire). E’ oggi  commissario straordinario per la messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 e per la linea C della metropolitana di Roma.

Un curriculum di tutto rispetto: con qualche macchia.

Partiamo dalla fine.

Maurizio Gentile è stato rinviato a giudizio (insieme a 9 coimputati) il 20 di giugno dal gup di Milano Anna Magelli per il disastro ferroviario di Pioltello, in cui, il 25 gennaio 2018 in cui morirono tre persone e molte altre rimasero ferite, più o meno gravemente.

Maurizio Gentile dovrà rispondere, nella sua qualità di AD di RFI dell’epoca, di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, reati aggravati dalla violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro.

Quando è stato nominato commissario alla sicurezza di A24, A25 e metro di Roma, la sua pendenza era ovviamente nota. Ma ancora più grave è che non si trattasse di un episodio isolato, dato che da dicembre 2019 Gentile è imputato in un altro processo, presso il tribunale di Napoli, con un’accusa gravissima: attentato alla sicurezza dei trasporti, per aver autorizzato l’apertura della Stazione della linea AV di Afragola, senza che venissero effettuati i collaudi, imposti per legge. Gentile è imputato insieme all’allora sindaco della cittadina campana, l’esponente del Partito Democratico (tre volte parlamentare e anche Vicepresidente della Commissione Lavori Pubblici) Domenico Tuccillo. Secondo il Pubblico Ministero di Napoli, Francesco Greco, Gentile avrebbe agito per poter usufruire dei finanziamenti dello Stato con conseguenti premi di produzione per i dirigenti di RFI.

La disinvoltura di Gentile ha avuto modo di manifestarsi in altre circostanze e su altri piani.

Un’indagine nemmeno troppo accurata, permette di scoprire suoi coinvolgimenti in molte delle pagine oscure degli ultimi anni (dall’inchiesta Amalgama a quella CONSIP) in cui sono documentati suoi comportamenti assai dubbi, anche se, a parere dei giudici, privi di rilievo penale.

Ma dove la sua disinvoltura professionale lascia veramente interdettii, è nell’incontro dell’ottobre 2019 con il costruttore Ceprini, sul cui yacht ormeggiato a Punta Ala, viene immortalato in alcune fotografie che giungono, non si sa come (avrà anche qualche nemico, ovviamente) sulla scrivania dei capi di Ferrovie dello Stato.

Gentile, che si è giustificato dichiarando di essere passato di lì per caso e di avere accettato giusto un caffè dal Ceprini, era direttamente a conoscenza dei predenti del costruttore, arrestato, con la figlia nel corso dell’inchiesta Amalgama, legata alla costruzione della linea TAV/AC Milano-Genova (nota anche come Terzo Valico) dato che dopo i numerosi arresti aveva dovuto correre sui cantieri per cercare di impedire il blocco completo dei lavori.

La vicenda Ceprini e l’inchiesta Amalgama sono particolarmente gravi, perché si riferiscono a tangenti ma anche a opere costruite con materiale scadente con rischi paragonabili a quelli del Ponte Morandi. In azienda la vicenda dell’incontro venne analizzata da un comitato interno composto dal presidente del Cda (Claudia Cattani), dal presidente del collegio sindacale (Maurizio D’Amico) e dal presidente dell’organismo di vigilanza.
Che Ferrovie dello Stato, a conclusione dell’indagine interna non abbia “rilevato aspetti contrastanti con il codice etico aziendale” non ci tranquillizza per nulla. Anzi ci sentiamo di dire che se per il codice etico di Ferrovie dello Stato trovarsi sullo yacht di un (presunto ma arrestato) corruttore e giustificarsi, come ha fatto Gentile, sostenendo di essere passato sul molo ‘per caso’ e di avere ‘accettato di prendere un caffè’ è considerato credibile: beh, allora le Ferrovie dello Stato sono messe molto peggio di quanto si potesse pensare.

Ma non è in particolare di questo che ci stiamo occupando.

La domanda che ci poniamo è: Maurizio Gentile, oltretutto in età pensionabile, è l’uomo giusto per vegliare sulla nostra sicurezza, sia questa sulle strade o in metropolitana?

E’ persona al di sopra di ogni sospetto, oppure i suoi trascorsi ci fanno supporre che potrebbe non essere troppo attento alle questioni tecniche, e magari un po’ condizionato dall’amicizia con costruttori usi a guardare il proprio tornaconto prima della qualità del lavoro svolto e dei materiali usati?

La nostra risposta, anche come scottatissimi promotori del MoVeTe, che molti dei nostri lettori ricorderanno, è che l’illustre concittadino non è affatto al di sopra di ogni sospetto. Dovrà infatti un giorno anche spiegare perché dopo essersi dichiarato entusiasta del progetto SenAlfa di collegamento rapido Roma-Pescara, e dopo essere stato con noi a sottoporlo al Ministro di allora, se ne uscì con un progetto del tutto differente, con decine di chilometri di gallerie (e dunque irrealizzabile) e evidenti distorsioni pratiche, che avevano come risultato il favorire alcune zone piuttosto che altre.

A lui, anche se non soltanto a lui, dobbiamo il fatto che se mai verrà messa mano alla linea Roma Pescara, con i soldi del Recovery, l’Abruzzo verrà in pratica spezzato in due, non ci sarà la ‘linea veloce’, non ci sarà ovviamente, e questo per fortuna, una TAV… e il nostro medioevo ferroviario si prolungherà indefinitamente. E va bene.

Ma addirittura commissario alla sicurezza…