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Mascherine a scuola: chi e perché vuole torturare i nostri bambini Mascherine a scuola: chi e perché vuole torturare i nostri bambini
Franco Slegato Riflettiamo: l’obbligo imposto ai bambini di indossare la mascherina a scuola, ha una ragione sanitaria? No, come per tutte le altre misure,... Mascherine a scuola: chi e perché vuole torturare i nostri bambini

Franco Slegato

Riflettiamo: l’obbligo imposto ai bambini di indossare la mascherina a scuola, ha una ragione sanitaria? No, come per tutte le altre misure, a partire dai sieri per arrivare al green-pass, che non possono rallentare il contagio (e infatti il contagio non si è minimamente arrestato).

Allora, se l’obbligo della mascherina scompare ovunque, ma viene lasciato per i bambini, bisognerà capire quale ne è la ragione vera.

Ho ieri la notizia del figlio di amici (senza patologie) che ha avuto una crisi respiratoria presumibilmente di origine nervosa.

Chi è e perché tortura i nostri bambini? cosa ritengono di poter ottenere?

Chi si presta a questa operazione lo sappiamo, insegnanti e presidi strumenti consapevoli di un sistema di cui sono soddisfatti protagonisti. Ma chi sono i mandanti e perché?

Da una survey relativa agli studi sugli effetti psicologici dell’uso della mscherina, abbiamo tratto queste considerazioni.

La mente del bambino è in formazione, e il modo in cui questa si delineerà è dato dagli stimoli che il bambino stesse riceve. Il cervello funziona in base alle connessioni stabilite, e gli stimoli ricevuti decidono se una connessione verrà potenziata o bloccata, o ridotta.

Questo avviene in particolare nel neonato, ma continua nei primi anni di vita, creando, come si usa dire, un imprinting.

La stimolazione precoce dei bambini porta a un superiore sviluppo dell’intelligenza, che ha una connotazione emotiva importante.

I processi di apprendimento (che si inserisco in una base fisica di connessioni neurali e ne costruiscono di nuove) passano attraverso lo sguardo, la sua intensità, il gioco, l’espressione corporea e del viso. L’imitazione è un elemento base della crescita. Si cresce imitando gli altri: il bambino non studia il vocabolario, ascolta e apprende le parole, ripetendole.

Ma assieme alle parole, ci sono sono gli apparati para-linguistici, la comunicazione non-verbale che si sviluppa fra le persone che stanno comunicando.

Imparare a decodificare il non-verbale, ad osservare, per cogliere i veri significati delle parole è fondamentale. Abbiamo oltre 200 muscoli nel volto, che ne modificano l’espressione: ogni espressione ha un particolare significato.

Esistono molti studi che dimostrano come una bassa capacità di relazione possa avere influenza anche sulla nostra biologia: del resto, è noto a tutti che una predisposizione alla rabbia porta a una predisposizione all’ulcera gastrica, e la rabbia è esattamente una risposta emotiva a una situazione di disagio sociale. Ma, e in questo caso siamo ancora più vicini all’oggetto del nostro articolo, sappiamo anche che la depressione abbassa il sistema immunitario, ed è chiaro che passar 5 o 6 ore al giorno con una mascherina possa portare il bambino alla depressione. Questo è così vero che moltissimi bambini, all’uscita da scuola, non hanno neppure più lo stimolo a togliere la mascherina, a respirare liberamente, a sorridere e a guardarsi vicendevolmente in volto.

E questo deficit emotivo se lo porteranno dietro per tutta la vita.

L’obbligo scolastico alla mascherina condurrà, senza ombra di dubbio, al formarsi di persone tese, ansiose, esageratamente timide, insicure. Il blocco di importanti stimoli blocca la crescita dell’intelligenza emotiva, e come abbiamo visto ha conseguenze dirette anche sulla salute fisica.

Ma le mascherine compromettono la salute fisica anche in maniera diretta.

La re-inspirazione dell’aria comporta una carenza di ossigeno e una crescita esponenziale dell’anidride carbonica nel circuito sanguigno-polmonare.

Questo non può non creare danni al cervello, che ha nell’ossigeno il suo principale nutrimento. E i danni, difficilissimi da individuare e quantificare ma, ripetiamo, sicuri, non saranno riparati da un ritorno alla respirazione libera.

L’ultimo elemento da prendere in considerazione, è quello della patogenicità della mascherina. I molti agenti patogeni che si trovano normalmente, in quantità infinitesimale nel fiato, ma soprattutto nell’ambiente, vengono bloccati nella mascherina. In questo modo il bambino (ma ovviamente anche l’adulto) continuerà a inalarli, moltiplicandone enormemente la forza.

Anche in questo caso la survey ci ha permesso di andare ben oltre l’ipotesi o quella che possiamo ben definire l’evidenza. Difatti, studi (ben nascosti) hanno permesso di rilevare nella mascherina contaminazione da batteri, parassiti e funghi, fra cui patogeni che causano polmonite. Nel dettaglio le analisi hanno trovato:

Streptococcus pneumoniae (polmonite)
Mycobacterium tuberculosis (tubercolosi)
Neisseria meningitidis (meningite, sepsi)
Acanthamoeba polyphaga (cheratite ed encefalite amebica granulomatosa)
Acinetobacter baumanni (polmonite, infezioni del flusso sanguigno, meningite, infezioni delle vie urinarie, resistenti agli antibiotici)
Escherichia coli (intossicazione alimentare)
Borrelia burgdorferi (causa la malattia di Lyme)
Corynebacterium diphtheriae (difterite)
Legionella pneumophila (malattia del legionario)
Staphylococcus pyogenes sierotipo M3 (infezioni gravi, tassi di morbilità elevati)
Staphylococcus aureus (meningite, sepsi)

Si suppone che la cosiddetta “comunità scientifica” abbia, come noi, a disposizione questi risultati, eppure molti ricercatori (come avveniva, se ricordate, vent’anni fa con quegli “scienziati” che negavano l’effetto dannoso del fumo) pubblicano “studi” che negano l’evidenza.

Però, in quanto “ricercatori”, non hanno la capacità di “vendere” le loro “scoperte” in maniera credibile. Difatti, un qualunque studio venga fatto sulle conseguenze dell’uso delle mascherine, dovrebbe avere come scopo, o se vogliamo come titolo:

“Quali sono le conseguenze dell’uso continuativo delle mascherine per i bambini”

Ma se invece lo scopo DICHIARATO dello “scienziato” è quello di “contrastare il più possibile la diffusione del virus nella popolazione” e se sua convinzione, preliminare allo studio, è che esista “la necessità di utilizzare nel modo più largo possibile le norme basilari ovvero distanziamento sociale, lavaggio delle mani ed uso delle mascherine”… ecco che sappiamo già che il suo studio sarà orientato, non avrà alcuna base scientifica, e sarà consciamente o inconsciamente manipolato. 

Stiamo qui proprio citando, e con questo iniziamo a rispondere alla domanda del “chi” e “perché” sta torturando i nostri bambini, il professor Riccardo Lubrano e la dottoressa Silvia Bloise del Dipartimento materno-infantile, Università La Sapienza di Roma. Costoro, hanno condotto uno studio arruolando 47 bambini in buona salute (e già non ci siamo, perché nelle scuole ci sono anche bambini non in buona salute, che non per questo vengono esentati), 22 fino ai due anni d’età e gli altri 25 dai due ai 12 anni.  

I risultati? “La conclusione é che i bambini possono usare la mascherine chirurgiche tranquillamente perché durante lo studio nessuno dei pazienti esaminati ha manifestato segni di insufficienza respiratoria”.

Studi analoghi giungono sempre alle stesse conclusioni, per cui respirare per 5 ore con una mascherina sulla bocca non inciderebbe minimamente su ciò che si inala… ma miracolosamente, fermerebbe il passaggio del virus. Null’altro.

Ha senso?

Chi: una comunità scientifica di cialtroni, ignoranti, ognuno chiuso nel proprio recinto, del tutto incapace di valutazioni complessive, e inoltre dipendenti in tutto dall’industria farmaceutica e parafarmaceutica.

Perché: perché le mascherine si inseriscono a pieno titolo nel business del Covid 19, fra vaccini, tamponi, medicine e ricoveri.

Tutto chiaro?…

Franco Slegato