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Ma l’economia non è una scienza…. Ma l’economia non è una scienza….
La miseria di milioni di persone è dovuta alla presunzione degli economisti di sapere cosa succederà a seguito di misure monetarie o fiscali Angelo... Ma l’economia non è una scienza….

La miseria di milioni di persone è dovuta alla presunzione degli economisti di sapere cosa succederà a seguito di misure monetarie o fiscali

Angelo Casali

L’economia non può offrire certezze perché oggetto dei suoi studi è la società degli uomini, che nulla ha che vedere con un laboratorio sperimentale. Per essere chiari, se in un laboratorio a una precisa causa e in determinate condizioni corrisponde sempre il medesimo effetto, una politica monetaria, una politica fiscale, una politica del lavoro avranno invece certi effetti o certi altri effetti in base a una serie di fattori, mutevoli quanto mutevole è il comportamento dell’essere umano.
Se si pensa che una delle basi del pensiero economico dominante è che il
comportamento dell’essere umano (lavoratore, consumatore) sia ‘razionale’, si capisce bene su quali fondamenta di sabbia si regga tutta la costruzione.
Questo spiega perché nessuna delle migliaia di facoltà di economia politica
del mondo abbia saputo prevedere la Grande Crisi del 2008, perché nessuna ‘comunità scientifica’ di economisti abbia saputo offrire ai governi una strada per venirne certamente fuori. E presumibilmente, economisti a parte, su questa affermazione non aspettiamo contestazione alcuna. Eppure.
Eppure fra i più ascoltati consiglieri dei capi di Stato troviamo questi presunti cienziati, che spesso hanno conquistato un premio Nobel con teorie che, una volta messe in pratica, hanno generato disastri. Ma, sia ben chiaro, in economia un disastro ha sempre a che vedere con un impoverimento delle popolazioni,
non certo di quelle élite di cui i ‘grandi economisti’ fanno parte.
Vogliamo parlare della Scuola di Chicago, di Milton Friedmann, del
neoliberismo? Le loro teorie, che con improbabili e dimostrabilmente
fasulle equazioni invitano i governi (e soprattutto il FMI) a tagliare welfare
e spesa pubblica, per consentire ai ‘mercati’ di massimizzare i profitti degli
investitori, privatizzando tutto, beni comuni, assistenza, servizi… le loro
teorie sono state e sono spacciate come ‘scientifiche’ in tutte le Università
del mondo, al punto da soffocare ed annullare l’unica scuola di pensiero
economico non marxista che permette al sistema capitalista di funzionare
senza quantomeno ridurre in miseria una parte della popolazione, ossia
quella Keynesiana.
E quando i risultati del neo-liberismo hanno cominciato a devastare la vita
di centinaia di milioni di persone nel mondo, il burione di turno ha mostrato una curva volta verso l’alto, a garanzia del fatto che certe misure avranno di sicuro successo… nel lungo periodo. Peccato che, come diceva John Maynard Keynes, “nel lungo periodo saremo tutti morti”…

Già, John Maynard Keynes… dicevamo che i cosiddetti scienziati dell’economia l’hanno letteralmente nascosto, a partire dalla metà degli anni ’70, nelle facoltà e nel dibattito pubblico. Hanno cercato in tutti i modi di falsificare la sua Teoria Generale della Moneta e tutti gli studi dei Keynesiani (e la teoria, è certo opinabile, ma nella pratica ha funzionato, ovunque sia stata applicata) in base ai quali si comprende che l’investimento pubblico e le politiche anti-cicliche (espansive durante le recessioni, restrittive in tempi di elevata inflazione) mantengono il massimo livello possibile di occupazione e impediscono lo scivolamento nella miseria delle fasce più deboli.
Se il mondo intero si trova ormai nell’imbarazzante situazione in cui un
numero infinitesimale di famiglie detiene il 90% della ricchezza del pianeta, lo si deve certo alla politica, soprattutto alla politica economica…e a dettare la linea sono gli ‘scienziati’ economici.