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M5S: stravincere il referendum e sparire dalle urne. Come realizzare un disastro politico M5S: stravincere il referendum e sparire dalle urne. Come realizzare un disastro politico
Quello che è successo nello scorso week-end può essere considerato un caso da manuale, che si studierà certo in tutte le facoltà di Scienze... M5S: stravincere il referendum e sparire dalle urne. Come realizzare un disastro politico

Quello che è successo nello scorso week-end può essere considerato un caso da manuale, che si studierà certo in tutte le facoltà di Scienze Politiche per i decenni a venire.

Stravincere un referendum, e perdere contemporaneamente senza attenuanti le elezioni regionali. In questo capolavoro è riuscita l’autonominatasi dirigenza del Movimento 5 Stelle, capeggiata da un Luigi Di Maio che dopo essersi dimesso per manifesta incapacità dal ruolo di ‘capo politico’ del Movimento, ha continuato a indossare i panni dello stratega, portando i pentastellati verso un’alleanza organica col Partito Democratico. Questa indicazione è stata respinta dagli attivisti e in genere sui territori, ma ha tolto definitivamente al 5 stelle quell’appeal ‘anticasta’ che ne aveva dichiarato il trionfo alle elezioni di due anni fa.

Quello che è successo nello scorso week-end può essere considerato un caso da manuale, che si studierà certo in tutte le facoltà si Scienze Politiche poer i decenni a venire.

Ma la spiegazione è estremamente semplice: non è “questo” Movimento a incarnare lo spirito del Referendum. Il referendum è stato lanciato da una riforma costituzionale che i pentastellati avevano portato avanti negli anni, con lo stigma del “populismo”, quello stigma che hanno completamente abbandonato una volta al governo, vestendo i panni dei bravi ragazzi ligi ai dettami del sistema liberale-liberista, attenti, certo, alle ragioni dei più deboli, ma del tutto incapaci di risolvere le contraddizioni di una società in rapidissimo cambiamento, e di mostrare come questo cambiamento avvenga sulla spinta di scelte e azioni che i cittadini non vedono e non immaginano neppure, come la vicenda COVID ha dimostrato.

Nella società di oggi, l’avvento delle nuove forme di comuncazione ha completamente mutato il quadro dell’opinione pubblica. Se è vero che tutta la stampa e in genere l’informazione mainstream ha spinto forsennatamente per il NO, raggiungendo il ben magro risultato di 30% del 50% di votanti (ossia, convincendo 15 italiani su 100, allora possiamo affermare che internet (e il passaparola che ne discende) permette le scelte della stragrande maggioranza dei cittadini. Cittadini che NON SI FIDANO PIU’ della casta, sia essa politica, sia essa scientifica, sia essa economica.

Certo, i partiti della Casta hanno raccolto tutti insieme il 40% dei voti, ma per ripetere il conto di poco sopra, è il 40% del 50%, un misero cittadino su 5, che ha votato, probabilmente, più per odio nei confronti degli ‘altri’ che per vera adesione a una formazione politica. Ossia, si è votato ‘lega’ o FdI’ in odio alla sinistra, e PD in odio alla destra.

I vertici 5 stelle, compattamente, festeggiano quella che è a tutti gli effetti la certificazione di un suicidio politico, ma il dato importante, è nostro avviso quel 70% del 50% che sta contro la casta, da aggiungere al 30/40 % tagliato sistematicamente fuori dalla vita politica del paese. La stragrande maggioranza dei cittadini italiani ha di nuovo bisogno di qualcuno che la rappresenti, e il fallimento del Movimento 5 stelle è il più grande disastro politico italiano del dopoguerra.

Franco Slegato