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L’oscuramento di Byoblu cambia i termini della lotta politica in Italia L’oscuramento di Byoblu cambia i termini della lotta politica in Italia
Se non viviamo più in uno stato di diritto e sono invece i monopolisti a stabilire le regole della comunicazione, nessuno parli più di... L’oscuramento di Byoblu cambia i termini della lotta politica in Italia

Se non viviamo più in uno stato di diritto e sono invece i monopolisti a stabilire le regole della comunicazione, nessuno parli più di democrazia

Youtube cancella con un clic anni di lavoro e voce della più grande televisione italiana anti-sistema, Byoblu di Claudio Messora.

Si tratta del più grave attacco alla libertà d’informazione compiuto in Italia dal 1945 ad oggi, e segue di poche mesi le prime avvisaglie, riguardanti formazioni politiche di estrema destra, e numerosissime pagine di cittadini comune bloccate se non chiuse.

La motivazione ufficiale è il “mancato rispetto degli standard della piattaforma”.

Per sospendere o chiudere account di estrema destra, FB si era appellato alla propaganda razzista, anche se i dirigenti di quelle forze politiche cercano da sempre di tenere in materia un profilo basso, (molto più della Lega, partito di governo) e spesso sono piuttosto gli attivisti che con i loro commenti offrono facilmente il fianco alla censura.

La posizione della nostra redazione è sempre stata quella di condannare questo modo di agire di FB, memori del richiamo di Brecht che ricorderete (cito a spanne: “cominciarono con gli ebrei ma io non ero ebreo… poi passarono ai comunisti ma io non ero comunista…. E via così, fino a che “portarono via me e non c’era rimasto nessuno a protestare”) per cui ci è sempre stato chiaro che si comincia col censurare i fascisti e si finisce… con Byoblu.

Infatti, piano piano il mancato rispetto degli standard si è allargato ad ambiti a prima vista incomprensibili, che sono poi quelli in auge nel mainstream (per mainstream si intende l’informazione ossequiente al pensiero unico) e a quelle che sono opinioni a tutti gli effetti legittime.

Ci manca soltanto che in regime che si autodefinisce democratico, io non possa esprimere dubbi rispetto all’efficacia o alla pericolosità di un vaccino. Eppure, i signori dell’informazione hanno servito il piatto avvelenato delle cosiddette “fakenews”. “Fakenews”, o più brevemente “fake” è quella notizia che non si inserisce nella narrazione corrente.

Sono nati siti specializzati in caccia alle “fake”, in cui sono presi di mira gli omeopati, i vegani, i no-vax, i no-gender, con argomenti e “prove” che in qualunque tribunale appena decente costerebbero salate condanne per calunnia. E invece tutti gli algoritmi dei social sono tarati proprio su queste simpatiche associazioni di cacciatori di streghe.

Diego Ciulli (@DiegoCiulli) | Twitter
Diego Ciulli

In un convegno svoltosi l’anno scorso al Senato, Diego Ciulli, Senior Public Policy manager di Google Italia, serenamente illustrava lo strumento utilizzato da Google per operare una censura preventiva: la concessione, o meno, del contratto pubblicitario standard. Oltre all’ovvio criterio della visibilità, per cui Google ti garantisce tanta pubblicità quanta te ne guadagni col tuo traffico, i padroni del WEB aggiungono quello della “credibilità”. E l’elemento base per valutare la tua credibilità sono essenzialmente le tue fonti. Se tu ti linki, disse Ciulli, col Corriere della Sera o col sito della NASA, sei credibile. Se ti linki invece con Byoblu…

Ora, che il Corriere della Sera sia stato a lungo l’organo della P2, o che NASA significhi governo degli Stati Uniti, non parve cosa preoccupante al manager (fra l’altro un ex dirigente di Sinistra Giovanile e consigliere regionale PD in Toscana, così, per dire).

Non sappiamo se Byoblu, oltre all’attrezzarsi per trasmettere al più presto sul digitale terrestre, ricorrerà alla magistratura ordinaria contro la cancellazione, ma certo è che Google (proprietaria di Youtube) riuscirà comunque nella sua opera di oscuramento, tanti e tali sono i mezzi a disposizione di chi controlla il WEB.

L’aver lasciato nelle mani di privati monopolisti una fetta enorme della comunicazione, è un’operazione che sta dando i suoi frutti avvelenati. Innanzitutto, diviene chiaro quello che già aveva spiegato Chomsky qualcosa come quaranta anni fa: le multinazionali, per riuscire a controllare il mercato, devono innanzitutto controllare i cervelli. L’affermazione del pensiero unico procede di pari passo con quella del mercato unico, e vede protagonisti nell’ordine: finanza, grande industria, informazione.

Ovviamente non si parla di “libero mercato”, ma di un sistema oligopolistico, in cui pochi centri controllano tutto, e incanalano le ricchezze reali in un’unica direzione, utilizzando le leve della finanza e del debito. L’ultimo intralcio al funzionamento di questo meccanismo erano le libertà costituzionali, che permettevano la nascita di opposizioni e movimenti popolari. Il terrorismo sanitario scatenato grazie alla calcolata diffusione del Covid19 sta erodendo questo ultimissimo baluardo. Ai cittadini (quantomeno alla gran massa di cittadini) non interessa più essere liberi, perché è passata l’idea che la libertà sia… pericolosa.

E’ però vero che, come è anche logico, aver sfondato una serie di barriere erette nel corso degli ultimi tre secoli per evitare che il sistema industriale creasse livelli di schiavitù intollerabili ha provocato una reazione, una clamorosa crescita di consapevolezza in una fetta consistente della popolazione. La ‘libertà’ di espressione e di informazione è diventata perciò un grosso pericolo, e chiudere Byoblu è in realtà un atto di debolezza, un’ammissione, neppur troppo velata, che in troppi credono a quelle che vengono sprezzantemente definite “fake”. Debolezza sottolineata dal silenzio con cui la “libera informazione” ha accolto il provvedimento. Soltanto “La Verità” questa mattina riporta in prima pagina, in taglio basso, una notizia che editori e giornalisti dovrebbero considerare un attacco diretto a tutta la stampa ‘libera’. Già, se la stampa libera esistesse.

Onde, la guerra continua.

Franco Slegato

http://www.edizionisi.com/libro_titolo.asp?rec=216&titolo=T%92indottrino_-_IN_RISTAMPA