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L’informazione ufficiale mente. Il COVID 19 è uscito dal laboratorio di Wuhang L’informazione ufficiale mente. Il COVID 19 è uscito dal laboratorio di Wuhang
Processo al patetico tentativo di negare quella che è un’evidenza assoluta Sul banco degli imputati la cosiddetta “Comunità scientifica”. L’accusa è terribile: aver creato... L’informazione ufficiale mente. Il COVID 19 è uscito dal laboratorio di Wuhang

Processo al patetico tentativo di negare quella che è un’evidenza assoluta

Sul banco degli imputati la cosiddetta “Comunità scientifica”.

L’accusa è terribile: aver creato in laboratorio un virus mortale che ha poi infettato il mondo intero, facendo strage di anziani e distruggendo l’economia di interi Stati e la vita di interi popoli.

L’accusa chiede che vengano accettati quali prove della colpevolezza della Comunità Scientifica due documenti.

Si tratta di due articolo apparsi sul due prestigiose riviste, Nature Medicine e American Journl of virology nel 2015.

Il primo, apparso il 21 dicembre 2015, dal titolo

Un raggruppamento di corona-virus del pipistrello simile al corona-virus della SARS, potrebbe diventare un’emergenza per l’uomo. (A SARS-like cluster of circulating bat coronaviruses shows potential for human emergence)

E’ firmato da questi 15 ricercatori occidentali, in gran parte statuntensi. Menachery VD1, Yount BL Jr1, Debbink K1,2, Agnihothram S3, Gralinski LE1, Plante JA1, Graham RL1, Scobey T1, Ge XY4, Donaldson EF1, Randell SH5,6, Lanzavecchia A7, Marasco WA8,9, Shi ZL4, Baric RS1,2.

Riporta i dati di uno studio basato sulla creazione in laboratorio di un virus in tutto e per tutto simile al COVID 19

Ecco l’abstract.

“L’emergenza della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus (SARS-CoV) e della sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS)- CoV sottolinea la minaccia di eventi di trasmissione tra specie che portano a focolai nell’uomo. Qui esaminiamo il potenziale della malattia di un virus simile alla SARS, SHC014-CoV, che è attualmente in circolazione nelle popolazioni di pipistrelli a ferro di cavallo cinesi. Utilizzando il sistema di genetica inversa SARS-CoV, abbiamo generato e caratterizzato un virus chimerico che esprime il picco del coronavirus di pipistrello SHC014 in una spina dorsale SARS-CoV adattata da topo. I risultati indicano che i virus del gruppo 2b che codificano il picco SHC014 in una spina dorsale di tipo selvatico possono utilizzare in modo efficiente più ortologi del recettore SARS nell’angiotensina umana che converte l’enzima II (ACE2), replicarsi efficacemente nelle cellule primarie delle vie aeree umane e ottenere titoli in vitro equivalenti all’epidemia ceppi di SARS-CoV. Inoltre, esperimenti in vivo dimostrano la replicazione del virus chimerico nel polmone di topo con notevole patogenesi. La valutazione delle modalità immunoterapiche e profilattiche basate sulla SARS ha rivelato scarsa efficacia; entrambi gli approcci con anticorpi monoclonali e vaccini non sono riusciti a neutralizzare e proteggere dalle infezioni con CoV usando la nuova proteina spike. Sulla base di questi risultati, abbiamo sinteticamente ri-derivato un virus ricombinante SHC014 a lunghezza intera infettiva e dimostriamo una solida replicazione virale sia in vitro che in vivo. Il nostro lavoro suggerisce un potenziale rischio di riemersione di SARS-CoV da virus attualmente circolanti nelle popolazioni di pipistrelli.”

Il secondo documento che l’accusa chiede venga ammesso come prova, è un altro articolo apparso sul Journal of Virology nel novembre 2015 è firmato da un team di scienziati cinesi tutti in servizio presso il laboratorio di Wuhang.

Titolo e autori

Isolamento e caratterizzazione di un nuovo coronavirus dei pipistrelli strettamente legato al diretto progenitore del coronavirus responsabile di gravi e acute crisi respiratorie.

(Isolation and Characterization of a Novel Bat Coronavirus Closely Related to the Direct Progenitor of Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus)

Xing-Lou Yang,aBen Hu,aBo Wang,aMei-Niang Wang,aQian Zhang,aWei Zhang,aLi-Jun Wu,aXing-Yi Ge,aYun-Zhi Zhang,bPeter Daszak,cLin-Fa Wang,d and Zheng-Li Shia

Ecco l’abstract.

“Registriamo l’isolamento e la caratterizzazione di un nuovo coronavirus dei pipistrelli molto più vicino al coronavirus responsabile della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV) in sequenza genomica rispetto ad altri precedentemente riportati, in particolare nel suo gene S. Gli studi sull’ingresso cellulare e sulla suscettibilità hanno indicato che questo virus può usare ACE2 come recettore e infettare le linee cellulari animali e umane. I nostri risultati forniscono ulteriori prove dell’origine dal pipistrello del SARS-CoV ed evidenziano la probabilità che nel futuro si verifichi la trasmissione del coronavirus del pipistrello all’uomo.”

La Corte ritiene che le prove siano ammissibili, la difesa non obietta.

La difesa chiama a testimoniare la redazione di Natura Medicine, che dichiara: “Alla luce delle caratteristiche genetiche del virus SarsCoV2, “non crediamo che sia plausibile qualsiasi scenario che riconduca la sua nascita al laboratorio”. Per dimostrare in modo incontrovertibile l’origine naturale del virus bisognerà “ottenere sequenze virali correlate da fonti animali”. L’identificazione di un potenziale ospite intermedio, così come il sequenziamento del virus dai primissimi casi di contagio, potrà essere altrettanto utile” (NOTA: Queste sono le parole testuali con cui si conclude l’articolo apparso su Nature Medicine, che tutta la stampa nazionale sta citando per dimostrare che il virus sarebbe di origine naturale)”.

L’accusa, dopo aver fatto notare che il testimone della difesa non ha dimostrato assolutamente nulla, chiama a testimoniare i biologi cinesi Botao Xiao e Lei Xiao che dichiarano:

“Contestiamo la versione ufficiale secondo la quale l’agente patogeno si sarebbe trasmesso direttamente dai pipistrelli all’uomo in quanto la probabilità che questi animali potessero volare sopra il mercato era “molto bassa”. Inoltre, come risulta dalle testimonianze, il pipistrello non sarebbe un cibo venduto in città e in particolare in quel mercato”. 

L’accusa aggiunge che “i ricercatori hanno analizzato l’area circostante al mercato e hanno identificato due laboratori che conducono ricerche su pipistrelli e agenti patogeni. Il più vicino, il Wuhan Center for Disease Control and Prevention, si trova a soli 280 metri dal centro di diffusione del virus. In passato uno scienziato che lavora in quel laboratorio ha riferito di essere stato attaccato dagli stessi pipistrelli due volte e, conoscendo l’estremo pericolo della possibile infezione, si è messo in entrambe le occasioni in quarantena volontaria per 14 giorni. Secondo gli scienziati, dunque, “è plausibile che il virus sia trapelato dal laboratorio e abbia così contaminato i pazienti iniziali, anche se in studi futuri saranno necessarie solide prove”.

Ma non è finita qui, perché gli stessi studiosi della South China University hanno analizzato anche la possibilità che il coronavirus sia fuoriuscito da un secondo laboratorio, posto a 12 chilometri di distanza dall’ormai noto mercato del pesce di Wuhan. In un recente studio, si evidenziava come al suo interno gli scienziati stessero testando un particolare virus sui pipistrelli, partendo dalla primordiale Sars. E secondo quanto pubblicato dal pool di ricercatori, questo derivato potrebbe essere trapelato dal laboratorio. 

Le arringhe.

L’accusa: “Non ci sarebbe in realtà nulla da aggiungere. Non è credibile che un’epidemia di corona virus sia partita per caso proprio dalla città in cui sono presenti ben due laboratori che di corona virus si occupano e che, per ammissione degli stessi ricercatori, hanno sintetizzato virus quantomeno simili a quello responsabile della pandemia. E il fatto che la stessa cosa sia stata fatta a migliaia di chilometro di distanza da colleghi americani, dimostra che la comunità scientifica è irrimediabilmente incapace di valutare i rischi del suo operare. Chiediamo che venga messa sotto stretta tutela, e che non vengano mai più autorizzati esperimenti di ingegneria genetica.”

La difesa utilizza invece i seguenti argomenti.

“E’ un fatto che virus chimera siano normalmente creati nei laboratori. Le misure di sicurezza sono però tali e tante che si può escludere che il virus sia CASUALMENTE fuoruscito da un laboratorio. Riconosciamo che la nascita dell’epidemia nella città di Wuhang, in cui sicuramente è stato creato un virus simile, ma non uguale a quello della pandemia possa far nascere dei sospetti, ma i sospetti non sono prove. Inoltre, per quanto riguarda la diffusione del virus, se anche questo provenisse da un laboratorio, vogliamo ricordare che gli scienziati non hanno nulla da guadagnare da una pandemia: i guadagni saranno casomai delle case farmaceutiche, e eventualmente di alcuni Stati per le loro mire di politica internazionale”.

La sentenza… ovviamente nessuna Corte al mondo ammetterà mai che qualcuno abbia diffuso intenzionalmente il virus. Noi riteniamo più che provato che la pandemia sia una conseguenza diretta delle produzioni dei laboratori cinesi, americani e di chissà quale altra parte del mondo. E quanto ai cosiddetti scienziati, sappiamo bene che ormai sono in gran parte dei business-men, che brevettano le loro scoperte, i vaccini e i farmaci, e fondano appositamente società per sfruttare i brevetti senza apparire in prima persona. Chi poi abbia provveduto alla diffusione, allora è tutto un altro paio di maniche….

Franco Slegato