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L’inarrestabile declino del Movimento che aveva fatto sognare la parte migliore della Nazione L’inarrestabile declino del Movimento che aveva fatto sognare la parte migliore della Nazione
Solo 8.000 iscritti a Rousseau votano per approvare il nuovo movimento uscito dagli Stati generali Gli sbandierati “Stati Generali” del Movimento 5 Stelle, sono... L’inarrestabile declino del Movimento che aveva fatto sognare la parte migliore della Nazione

Solo 8.000 iscritti a Rousseau votano per approvare il nuovo movimento uscito dagli Stati generali

Gli sbandierati “Stati Generali” del Movimento 5 Stelle, sono stati archiviati con una votazione su Rousseau, alla quale erano chiamati a partecipare tutti i 126.000 iscritti. Questa votazione verteva sui punti che i ‘vertici’ del Movimento hanno distillato dalle proposte fatte durante i giorni delle comunicazioni via WEB delle ‘teste pensanti’ a 5 Stelle.

Il risutato di queste votazioni certifica, questa volta senza possibile prova d’appello, la fine del Movimento 5 Stelle così come eravamo abituati a pensarlo, a criticarlo o a lodarlo, a seconda delle posizioni di ciascuno..
E’ certo che il movimento nato nel WEB, col WEB e per la democrazia diretta, non esiste più, se è vero che dei 126.000 iscritti hanno partecipato al voto, il più importante per un movimento, la miseria di 16.000 iscritti. E non basta: ecco i risultati…

SÌ: 8.321 ( 52,6 %) NO: 2.143 (13,5 %) SCHEDA BIANCA: 5.366 ( 33,9 %).

L’opacità, e per certi versi, la sfrontatezza di Crimi e della cricca di Luigi Di Maio, era del resto giunta al punto di rifiutare di rendere noti i voti guadagnati dai candiìdati alla segreteria collettiva, ossia di Alessandro Di Battista, che avrebbero, ora è del tutto evidente, determinato la fine della leadership di Di Maio.

Altrettanto grave il rifiuto opposto alla richiesta del Senatore Morra di mettere ai voti su Rousseau l’approvazione della riforma del MES, e l’avere approvato una mozione piena di fumo, contestualmente al voto favorevole in aula… giungendo a vette impensabili, tipo “con questo voto cambiamo l’Europa” o “non abbiamo votato il MES”.

I cosiddetti “governisti” del Movimento, che hanno dalla loro parte la quasi totalità degli eletti, per il semplice motivo che, negli ultimi giorni di Pompei, ognuno pensa solo a ottenere il massimo per sé, insistono per rivendicare i ‘grandi risultati’ della loro azione di governo.

Dimenticando, guarda caso, che le tre leggi bandiera (reddito, anti-corruzione e anti-precariato) sono state tutte incardinate o approvate durante il governo giallo-verde del populismo trionfante.

I ‘governisti’ sanno benissimo che le loro conquiste svaniranno quando, e prima o tardi succederà, si tornerà alle elezioni, e il M5S diventerà un partitello come un altro, e dovrà accettare tutto (come fa adesso, nonostante i rapporti di forza vantaggiosi) per stare al governo con qualche strapuntino: perché all’opposizione non avrebbe più uno straccio di credibilità, e prenderebbe zero consensi.

Mentre i pochi attiviisti rimasti si dilaniano nel difendere o attaccare la leadership, e la parola scissione, un tempo tabù, viene pronunciata con sempre maggiore frequenza in tutte le chat di movimento, lo stesso Alessandro Di Battista, a lungo atteso come il ‘salvatore’ dagli ortodossi, non sa che pesci prendere: non vuole lasciare, e così affossare definitivamente il Movimento, ma d’altra parte è stato messo in buca dalla spregiudicatezza di Di Maio, coperto da Grillo che doveva essere il garante, e non ha garantito nulla. D’altra parte, l’appannamento di Grillo era risultato evidente quando accettò di firmare il “patto per la Scienza” lanciato da Roberto Burioni: si tratta evidentemente di un “patto per Big Pharma”, ma Grillo o non lo capì, o lo firmò per opportunismo. In entrambi i casi, perse gran parte della sua credibilità.

Volevano ‘cambiare l’Europa dall’interno’, e non possono dire “beh” per non irritare il ‘fiero alleaten’ piddino. Dovevano togliere la concessione ai Benetton, e non l’hanno fatto perché il PD òo ha impedito, Dovevano moralizzare le nomine statali, e si ritrovano con De Scalzi e Profumo condannati e saldamente ai loro posti, come del resto in posizioni di responsabilità troviamo ancora i vertici dell’ISS che nel tempo sono stati protagonisti di scandalosi conflitti d’interesse. Avevano promesso l’ingresso dell’etica in politica, e stanno vendendo navi, armi e fabbriche (con contorno di tecnici) all’Egitto di Al-Sisi.

Il leit motiv per cui sono obbligati ad accettare i compromessi se vogliono portare a casa dei risultati, non ha convinto 110.000 iscritti a Rousseau che semplicemente non frequentano più la piattaforma, e dei 16.000 rimasti, come abbiamo visto, ne ha convinti solo 8.000…. E’ un disco stonato che girerà ancora qualche mese, fino a quando il governo Conte cadrà. Che siano elezioni o governo tecnico, il Movimento 5 Stelle è giunto, con rapidità folgorante, al capolinea.

Franco Slegato

L' Anomalia Italiana — Libro di Mirko Mocellin