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L’erba di plastica, l’economia circolare, l’inquinamento e la faccia tosta dell’ENI L’erba di plastica, l’economia circolare, l’inquinamento e la faccia tosta dell’ENI
“Che cosa succede alla plastica che usiamo quando non ci serve più? Il riciclo di questo materiale è un’attività complessa che richiede una trasformazione... L’erba di plastica, l’economia circolare, l’inquinamento e la faccia tosta dell’ENI

“Che cosa succede alla plastica che usiamo quando non ci serve più? Il riciclo di questo materiale è un’attività complessa che richiede una trasformazione completa dei processi di produzione. Ed è
esattamente ciò di cui Versalis, la più grande società chimica italiana interamente controllata da Eni, si sta occupando da cinque anni a questa parte…”

Ma che meraviglia, e che grande idea, riciclare la plastica.

Il vostro cronista è anziano, e queste belle parole le sentiva già almeno 40 anni fa… perché gli industriali sono avanti, le facoltà finanziate dagli industriali sono avanti, i giornali sono avanti… spesso anche di 40 anni.

Che il petrolio, in tute le sue forme, sia la principale fonte di inquinamento del pianeta, è risaputo, sin dalla prima goccia che venne estratta. Basta odorarlo o toccarlo, addirittura solo guardarlo per capire che è una sostanza infernale, e difatti, brucia.

Se tu tiri furi dal sottosuolo in pochi decenni miliardi di tonnellate di una sostanza che ha impiegato millenni a formarsi, la bruci e scarichi in atmosfera il prodotto della combustione, qualcosa succederà, e probabilmente non sarà bello. E se poi dalla stessa sostanza ricavi fibre artificiali con cui produci di tutto, sempre in miliardi di tonnellate, qualcosa succederà. Giusto?
Dunque fin dai sideralmente lontani anni ’70 industriali, scienziati, intellettuali progressisti, giornalisti, politici tutti promettevano che si sarebbero trovate soluzioni all’inquinamento dell’aria, con miracolosi filtri capaci di intrappolare tutte le sostanze prodotte dalla combustione (e ogni volta, almeno per le auto, i filtri erano sempre più potenti… il che significa che i filtri precedenti non servivano a una mazza, ma questo è un dettaglio) e che le tonnellate di plastica sarebbero state riconvertite e riciclate. Intorno agli anni ’90 lo slogan per cui la plastica, in quanto riciclabile era il materiale ecologico per eccellenza, era di moda: a me lo ripeteva un caro amico, sinceramente ecologista, e casualmente figlio del più grande industriale della plastica dell’Emilia Romagna.

Ed ecco che nel 2019, ossia solo 90 anni dopo che la plastica moderna, a base petrolio, ha cominciato ad essere utilizzata in maniera massiccia, l’ENI ci spiega che i mari non traboccheranno più di manufatti plastici, i pesci smetteranno di morire rimpinzati di rifiuti non degradabili…perché, udite udite… “Nel 2012 l’azienda ha avviato un’importante ristrutturazione delle sue attività con una strategia sul lungo periodo che considerava anche i
prodotti chimici biodegradabili. Questa trasformazione l’ha portata a raggiungere i profitti previsti
“.
E non crediate che sia tutto. Dal 2012, questi self-benefattori hanno anche improntato la loro produzione su queste tre direttive:

  • l’ecodesign dei prodotti, con soluzioni integrate volte a migliorare l’efficienza delle risorse lungo l’intero ciclo di vita e la riciclabilità dei manufatti;
  • la diversificazione delle materie prime, con numerosi progetti che utilizzano fonti rinnovabili e materie prime seconde;
  • Il riciclo dei polimeri in collaborazione con altri stakeholders

Grazie a questo, eniday.com, per la penna di Livia Formisani, ci informa che Versalis-ENI produrrà milioni di tonnellate di una splendida erba sintetica, che da tempo viene utilizzata in giardini e campi da calcio al posto di quella vera (che, diciamolo, sporca di verde chi incautamente si sieda per terra, e poi secca d’estate, va annaffiata, rasata… una vera scocciatura) perché poi non verrà più, come fino ad oggi è stato dell’erba sintetica prodotta da Versalis, incenerita e respirata, ma verrà meravigliosamente riciclata per farne “parastinchi, gomitiere e attrezzi da giardinaggio di grande qualità”.

Dopo aver visto il pannello di cui in foto, e letto l’articolo con la ‘meravigliosa storia’ ci sentiamo enormemente sollevati, magari veramente fra duemila anni, grazie a questa brillante interpretazione del concetto di “economia circolare”, per cui siccome un giorno ricicleremo tutto, allora oggi possiamo produrre di tutto, i problemi creati non dalla plastica, si badi bene, ma dagli stakeholders saranno risolti. Grazie a self-benefattori come Versalis, ENI e compagnia cantante.

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