ovidio news
L’addio L’addio
Umberto Cianfaglione Sovente mi capita di allungare a letto il mio corpo stanco e dolorante, a causa dei miei molteplici problemi fisici, gli occhi... L’addio

Umberto Cianfaglione

Sovente mi capita di allungare a letto il mio corpo stanco e dolorante, a causa dei miei molteplici problemi fisici, gli occhi ormai offuscati, dovuta alla anche alla prolungata lettura e scrittura di cui faccio un abuso spregiudicato.

Mi sembra di dormire in piedi, ma si tratta solo di una situazione non veritiera.

Appena a letto, le sensazione emanate dal mio subconscio prendono il sopravvento su tutto.

Specie ieri sera, 23 novembre, dopo che in mattinata ti avevo telefonato per annunciarti la mia irrevocabile decisione di lasciare l’RSA di cui ormai sono ospite ininterrottamente da oltre un anno.

Mi dicesti intenzionata di far visita a Marietta e di conseguenza anche a me.

Me rimasi entusiasta. Rivederti è il mio più grande desiderio. Avrei voluto chiedertelo io, ma la cosa mi sembrò impertinente e non volli abusare.

Rivederti mi darà la gioia sia pure effimera di poterti riabbracciare, forse fra le ultime volte nella vita, e rivivrò il dolore di un nuovo addio, questo forse definitivo, anche se sono duro ad arrendermi.

Rivederti? Fossi stato in buone condizioni fisiche, è una promessa che ti avrei fatta e mantenuta, a costo di rovesciare il mondo.

Ma ora sono un “dipendente”, quello che ho sempre evitato di essere in vita mia, ed esserci riuscito.

Non sono mai stato dipendente da nessuno, neppure in tenera età e non comincerò certo ora ad esserlo. Ora sono solo un dipendente della morte. E forse neanche di quella, se fossi riuscito a realizzare un mio progetto qualche anno fa. Ma bando alle tristezze, ora che sto per rivederti, a te auguro, come a una figlia, tutta la felicità, tutta la felicità del mondo. A te, unitamente alla tua famiglia, che ti auguro indissolubile. Che è una delle cose più belle della vita.

Allungato nel mio letto, la psiche comincia a sviluppare la tua immagine radiosa. Il desiderio di averti, di sentirti accanto, cresce in modo esorbitante. Lentamente la mia mano sinistra scivola nel cassetto del mio comodino, ne estraggo la tua foto, la miro e la rimiro, ne sono estasiato.

Addio stanchezza, addio sonno. Un’altra nottata di bianco splendore è alle porte. La tua foto mi colpisce. Colpisce la mia fantasia erotica di persona vanamente innamorata. Edo ogni volta provo emozioni nuove, desideri nuovi, come se ogni volta fosse la prima volta. Nei tuoi capelli rivedo le spighe dorate del grano maturo, negli occhi l’azzurro mare d’agosto, il viso ricoperto di luccicanti cristalli è di una sensualità struggente, tutto il tuo corpo è avvolto in un fascio di luce celestiale, misteriosamente attraente.

Le tue labbra emanano il gustoso sapore del primo caffè mattutino, da sorseggiare placidamente, il gustoso sapore dell’amore.

Con cura e devozione ripongo la foto gelosamente custofdita nel cassetto.

Gesti ormai rituali, consueti, come prendere il caffè!

Imutile cercare di riposare un poi’. Il tuo corpo assorbe tutte le emozioni fisiche e nervose e penso a un domani lontano, forse inesistente. Addio Ale, porterò nel cuore l’immagine scattata troppo tardi.

Un bacio appassionato, vigoroso, con tutto l’affetto di cui il mio cuore è colmo! Addio.

Villalago, 24 novembre 2022