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Inquietudine e solitudine nell’esperienza d’isolamento: cosa vediamo nello specchio? Inquietudine e solitudine nell’esperienza d’isolamento: cosa vediamo nello specchio?
di Yari Ferrone - Psicologo clinico Yari Ferrone, psicologo clinico, specializzando in psicoterapia psicoanalitica interpersonale. Attualmente svolge la libera professione in videoseduta e telefonicamente... Inquietudine e solitudine nell’esperienza d’isolamento: cosa vediamo nello specchio?
di Yari Ferrone - Psicologo clinico      

Yari Ferrone, psicologo clinico, specializzando in psicoterapia psicoanalitica interpersonale. Attualmente svolge la libera professione in videoseduta e telefonicamente offrendo servizio di supporto psicologico e psicoterapia per adulti e adolescenti sotto supervisione dei docenti S.P.I.G.A. (Società di Psicoanalisi Interpersonale e Gruppoanalisi).
Collabora con una struttura psichiatrica riabilitativa “Morrone” occupandosi di clinica delle psicosi, periodicamente conduce laboratori di arte sperimentale presso DLF a Sulmona e lavora come docente di psicologia e comunicazione presso un centro di formazione professionale della regione Lazio.

Le dimensioni dell’esistenza navigano verso direzioni assolutamente sconosciute. Nessuno va più a letto allo stesso modo, né si risveglia al mattino con lo stesso approccio alla giornata.
Una brutta storia questa pandemia, una voluminosa parentesi nella vita di noi tutti che s’intrufola prepotentemente nei luoghi simbolici del nostro esistere, da quelli più in superficie a quelli più profondi e antropologicamente atavici.

Mostra Dalì a Matera, Un orologio molle in via Madonna delle Virtù


Non sappiamo cosa accadrà domani, né se verremo pescati da quelle probabilità statistiche di chi viene sventuratamente contagiato da questo benedetto covid che non ci molla, che sembra essersi affezionato alla razza umana che gli consente di sopravvivere.
Eppure questo covid ci sta costringendo a rivalutare il nostro tempo, a riformulare i nostri progetti, a rivedere le nostre aspettative e non in ultimo, a chiederci cos’è che realmente covi(d)amo dentro noi.

Perdere ogni certezza sulla nostra vita, ogni pensiero onnipotente sulla nostra fantasmatica e illusoria immortalità, ogni luogo di appartenenza sociale, ogni contenitore delle nostre normalissime nevrosi: questo è tutto ciò che ci costringe ad avere a che fare con quell’invisibilità e con quell’invisibile che non è più solo il virus bensì quel mondo dell’ignoto che ci cova dentro e nel quale non ci è facile comprendere cosa cercare, proprio perché non sappiamo cos’è che ci nasconde!

Osvaldo Licini Amalassunta con sigaretta

Ecco che allora è l’inquietudine a trovare il suo spazio, il suo posto nel mondo che non possiamo più liberamente calpestare ma che finisce per abituarci ad avvertire inconsuete emozioni e sensazioni senza tempo. Quelle che non conosciamo, quelle che non avevamo previsto né lontanamente immaginato, quelle che ci destabilizzano e che a volte ci fanno sentire un po’ soli, di fronte a quello specchio che ci chiede “chi siamo” e a cui non sempre sappiamo rispondere.
Perché forse oggi come non mai, oggi che non possiamo più permetterci di accomodarci passivamente a tutto ciò che colmava i nostri vuoti, allora ecco che diviene indispensabile la capacità di colmarsi da sé per ottenere quella calma che in questo momento sta inevitabilmente smarrendo i pilastri che l’hanno sempre sostenuta oppure quelle fondamenta tutte da costruire perché non ci sono mai state.

Sergio Cerchi

Vivere quindi la propria inquietudine per dar voce a quelle parti di sé che abbiamo sempre ignorato e che grazie alla vita di prima siamo riusciti ad evitare nel difficile contatto che ora ci è richiesto.
Quell’inquietudine nella quale paradossalmente qualcuno non ci sta poi così male! Quell’inquietudine che, mentre per alcuni si traduce in smarrimento ed incerta solitudine che riaffiora dagli abissi delle persone che siamo ma che forse ancor  conosciamo poco, per altri, come testimoniano alcuni pazienti e conoscenti, sta rappresentando un’opportunità di conoscersi davvero e di stare vicino a se stessi in un modo che a qualcuno comincia anche a piacere.

Ragazza si guarda nello specchio nella sua mano

L’esperienza d’isolamento può mettere in discussione un sistema mai discusso,  mai svelato: quella dimensione di sé silente e che non ha mai avuto bisogno di dire la propria ma che ora è alla ricerca di nuovi significati che erano lì ad attenderne uno svelamento tanto inutile quanto necessario.
L’importanza di trovare altre risposte, alla ricerca di impensate domande.

Ora più che mai, nonostante le mascherine che decorano i nostri volti, occorre guardarsi allo specchio, semplicemente per conoscersi!

Seth Haverkamp

Dott. Yari Ferrone

Studio: Sulmona – L’Aquila
tel. 340.7722712
email: yari.ferrone@hotmail.it

Immagine di copertina:
Francis Picabia_La maschera e lo specchio