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ILVA di Taranto: l’Arcelor Mittal se ne va? Impossibile produrre acciaio senza inquinare ILVA di Taranto: l’Arcelor Mittal se ne va? Impossibile produrre acciaio senza inquinare
4 Novembre. Impossibile produrre acciaio senza inquinare. Sembra questo il messaggio che i vertici di Arcelor Mittal, i nuovi proprietari dell’ILVA di TAranto, ricordiamo... ILVA di Taranto: l’Arcelor Mittal se ne va? Impossibile produrre acciaio senza inquinare

4 Novembre. Impossibile produrre acciaio senza inquinare. Sembra questo il messaggio che i vertici di Arcelor Mittal, i nuovi proprietari dell’ILVA di TAranto, ricordiamo il più grande stabilimento siderurgico europeo, lanciano al mondo intero rinunciando a far funzionare l’impianto acquistato appena un anno fa, a fronte della negazione dell’immunità penale. L’immunità penale, ricordiamo, era stata richiesta dai manager per gli anni in cui la produzione avrebbe dovuto avvenire senza gli effetti del piano di risanamento dello stabilimento: piano ancora sulla carta, un anno dopo la ripresa della produzione. “Oltre al mancato scudo legale e ai provvedimenti del tribunale di Taranto altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà di ArcelorMittal, hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto”. Questo il comunicato della società, che prosegue: “Tutte le descritte circostanze attribuiscono alla Società anche il diritto di risolvere il Contratto in base agli applicabili articoli e principi del codice civile italiano”.

L’ILVA, oltre ad avvelenare quotidianamente i tarantini, dà oggi lavoro a 8.200 operai, e la chiusura dello stabilimento comporterebbe una crisi sociale senza precedenti. D’altra parte, le azioni di risanamento stavano procedendo molto a rilento, e la Procura, dopo aver ordinato in luglio lo spegnimento di un altoforno, aveva dato tempo a AM fino alla fine di quest’anno per realizzare alcune opere (fra cui la copertura dello spazio di deposito dei minerali, che per l’azione del vento si spandono costantemente sul quartiere di Tamburi e su tutto il circondario.

La situazione si annuncia dunque molto grave, e qualunque scelta venga compiuta dal governo (che compattamente ha preso posizione contro la chiusura, negando il diritto a recedere da contratto da parte di AM) sarà foriera di enormi conseguenze.

O. N.