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Il ritorno di Keynes. Decenni di neo-liberismo e il pareggio di bilancio spazzati via dal Covid19 Il ritorno di Keynes. Decenni di neo-liberismo e il pareggio di bilancio spazzati via dal Covid19
L’insegnamento di Keynes era stato da anni bandito praticamente in tutte le facoltà di Economia “L’austerità che uccide l’economia è un falso mito”. A sostenerlo era,... Il ritorno di Keynes. Decenni di neo-liberismo e il pareggio di bilancio spazzati via dal Covid19

L’insegnamento di Keynes era stato da anni bandito praticamente in tutte le facoltà di Economia

Salvatore Rossi
Salvatore Rossi

L’austerità che uccide l’economia è un falso mito”. A sostenerlo era, nel 2013, la Banca d’Italia, col suo vicedirettore, poi nominato direttore generale carica che ha ricoperto fino al 2018 Salvatore Rossi. “In tutta la storia economica non c’è un solo esempio in cui l’aumento di spesa pubblica abbia generato una crescita sostenuta e durevole”.

Bene, solo due giorni fa il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, dichiara ufficialmente, in una relazione sullo stato dell’economia italiana, che Keynes è un grande economista, e che le sue teorie possono permetterci di rilanciare l’economia nazionale dopo la batosta dei due mesi di blocco.

L’insegnamento di Keynes era stato da anni bandito praticamente in tutte le facoltà di Economia.

 «Ottant’anni fa John Maynard Keynes scriveva: “… la migliore garanzia di una conclusione rapida è un piano che consenta di resistere a lungo … un piano concepito in uno spirito di giustizia sociale, un piano che utilizzi un periodo di sacrifici generali” – verrebbe da dire, come quelli di questi nostri giorni – “non come giustificazione per rinviare riforme desiderabili, ma come un’occasione per procedere più avanti di quanto si sia fatto finora verso una riduzione delle disuguaglianze” .

Non si hanno notizie di Salvatore Rossi, e in generale il silenzio degli economisti neo-liberisti è assordante. Mentre tutti, dalla Confindustria al Partito Democratico, tutti i fautori dell’austerità e soprattutto del PAREGGIO DI BILANCIO, e della rinuncia al diritto a battere moneta sono convertiti al Keynesismo e all’intervento dello Stato nell’economia.

Certo, ora farebbe comodo alla Nazione (a tutte le Nazioni) che non fossero i privati a disporre della leva monetaria, e se questa fosse rimasta prerogativa degli Stati. Farebbe comodo che la speculazione sulle monete fosse vietata per legge, e gli attuali emuli di Soros rischiassero la galera per ogni manovra che contrasti il bene comune a favore del loro bene privato.

Ma… i rapporti di forza sono quelli che sono, e la gran massa delle classi dirigenti politiche è a libro paga dei finanzieri e delle grandi holding, e dunque questo è impossibile da cambiare.

Ovviamente gli Stati interverranno, finanzieranno il rilancio dell attività produttive… ma qualche neo-liberista (fra cui lo stesso Visco) sembra già adombrare che il Keynesismo può tornare in auge solo perché c’è una gravissima crisi… come se quella del 2008, da cui non eravamo ancora del tutto usciti, non fosse stata altrettanto grave.

L’Italia, l’Europa tutta, potranno rilanciare la propria economia. Nessuno avrà più il coraggio di parlare di pareggio di bilancio. L’indebitamento salirà, e sarà un indebitamento con entità private, che essendo consapevoli dell’impossibilità per gl Stati di restituire il capitale prestato, si ‘accontenteranno’ di qualche miliardo di interesse in più ogni anno.

Già, qualunque sia la crisi, ‘qualcuno’ ne esce sempre vincitore.

Franco Slegato